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ISTANBUL

Appunti di viaggio



9 giugno 2012

Siamo partiti da Palermo alle ore 8.15 e da Roma
per Istanbul alle 15.15.
La trasvolata è stata abbastanza confortevole
la compagnia aerea turca era la Pegasus,
non ti offrono nulla ma puoi comprare un po’ di tutto dai panini alle bibite.
I prezzi modici, meno che all’aeroporto di Fiumicino.
Siamo arrivati ad Istanbul, all’aeroporto Saw (quello asiatico) alle 18.15 ora locale
(in Turchia bisogna spostare le lancette di un’ora in avanti).
Dopo aver fatto la solita estenuante trafila,
abbiamo preso il pullman per andare all’albergo
che si trovava nella parte europea in pieno centro.
Arrivare in albergo è stato massacrante
perché essendo sabato il traffico era pazzesco.
Ci sono due ponti per passare nella parte europea, sul mar di Marmara;
noi abbiamo preso il secondo e abbiamo impiegato più di tre ore
Siamo arrivati sfiniti alle 21.15 circa.
L’hotel era il Mirilayon; la stanza era piccola e così anche il bagno,
ma il tutto era molto pulito ed abbastanza confortevole.
Tempo di prendere le camere e via a mangiare.
Abbiamo cenato in albergo:
passato di verdure (un po’ piccante),
insalatina mista (che non manca mai), fettine di pollo con contorni vari,
melone bianco ed angurie (ce ne sono tantissime) per finire.
Abbiamo fatto un giro intorno all’albergo e poi……….tutti a nanna.

10 giugno 2012

E qui comincia l’avventura…..

Istanbul è una città immensa con circa 16 milioni di abitanti.
Si estende lungo lo stretto del Bosforo,
alla cui estremità meridionale si trova il porto naturale del Corno d'Oro,
e lungo la sponda settentrionale del Mar di Marmara.
La città, divisa dal Bosforo, si estende sia in Europa (Tracia) che in Asia (Anatolia)
risultando l'unica metropoli al mondo appartenente a due continenti.
Le due parti della città sono collegate da due ponti
(devono costruirne un terzo) e numerosi traghetti.
Il traffico sui ponti è talmente caotico che molta gente
(anche per il costo della benzina) preferisce prendere i traghetti.
Nel corso della sua lunga storia, Istanbul
(chiamata Bisanzio fino al 330 e poi Costantinopoli sino al 1930)
è stata la capitale.
Fu Ataturk a spostare la capitale ad Ankara.



Istanbul ha un’estensione di 80 km x 40
e con il traffico andare da una parte all’altra è un vero problema.
La benzina costa l’equivalente di 2.40 ma la vita non è molto cara.
Lo stipendio non è uguale per tutti in Turchia ma dipende
dalla città in cui si vive.
Dappertutto ci sono bancarelle e bazar
ma non c’è la povertà che ho visto in Egitto.
In tutta la Turchia si vendono magliette Lacoste a 5 euro,
con tanto di Made in France.
La visita di Istanbul è stata molto estenuante,
ovviamente abbiamo visto solo le cose più importanti.
Per primo abbiamo visto il Palazzo Topkapi.



In questo ricco palazzo i sultani e la loro corte vivevano e governavano.
Ci sono tre cortili: il primo cortile (o cortile esterno)
racchiude un magnifico giardino boscoso.



Era il luogo in cui venivano ricevuti i venditori
e in cui c’erano le scuderie.
Nel secondo cortile, ombreggiato da cipressi e platani,
c’erano le cucine dove lavoravano in continuazione 300 cuochi
in modo che ogni visitatore potesse essere rifocillato.



Vi era una piccola moschea
per evitare che dovessero uscire per pregare.
Praticamente passavano la loro vita....in cucina
Vi si custodiscono oggi le collezioni imperiali
di cristallo, d'argento e di porcellane cinesi
che attualmente, però, non sono visibili al pubblico.
Sulla sinistra l'Harem, quartiere separato delle mogli,
delle concubine e dei figli.
Nell’harem c’erano gli eunuchi neri che provenivano tutti dall'Egitto,
dove erano scelti dal viceré.
Avevano dagli otto agli undici anni, ed erano già stati castrati in luogo.
Gli eunuchi bianchi costituivano il personale permanente del Palazzo
e studiavano insieme ai figli del sultano;
fra essi il principe sceglieva i suoi collaboratori.
Il terzo cortile era un cortile privato,
vi si entrava solo col permesso del sultano.
Contiene la Sala d'Udienza, la Biblioteca di Ahmet III,
una esposizione dei costumi imperiali dei Sultani e delle loro famiglie,
(tra cui la cotta di maglia incrostata di diamanti),
statuette in madre perla, il famoso pugnale di Topkaki,
'aigretes' e cioè piume ricoperte di gioielli, e altro ancora
tra cui il diamante di Spoonmaker di 86 carati,
i famosi gioielli del Tesoro (non tutti visibili)
e una inestimabile collezione di miniature di manoscritti medievali.
In questo cortile si trova anche il Padiglione del Sacro Manto,
sacro luogo di pellegrinaggio per i musulmani
in quanto custodisce il mantello indossato dal profeta Maometto;
la Sala degli Orologi; la Zecca imperiale.
Sembra incredibile ma i principini erano obbligati ad imparare un mestiere
e alcuni amavano fare gli orologiai.
In questa parte del palazzo c’è una splendida terrazza sul Bosforo.



Poi siamo andati a visitare la Basilica di Santa Sophia
che non è dedicata ad una santa come si potrebbe pensare,
ma alla Santa Sapienza.
Sorge nella stessa piazza della Moschea Blu.
Per costruire la chiesa destinata a diventare il centro del potere religioso
dell'Impero Bizantino, Giustiniano, nel VI secolo,
non badò a spese, impiegando i materiali più preziosi,
innalzando una cupola come non se ne erano mai viste
e rivestendola di mosaici d'oro e pietre preziose.
Dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi,
la basilica fu trasformata in Moschea
e i suoi preziosissimi mosaici furono ricoperti con l’intonaco.
Oggi è diventata un museo.



E’ formata da tre navate separate da arcate divisorie
di doppio ordine e un'abside, opposta alla porta d'ingresso.
Vi si accede attraverso nove porte.
La porta centrale è la cosiddetta porta imperiale,
quella cioè dalla quale accedeva l’imperatore e la sua famiglia;
è sormontata da un mosaico del Cristo Pantocratore
con un libro con la scritta
La pace sia con voi. Io sono la Luce del Mondo”.
Attraverso le altre accedevano i nobili ed i funzionari,
i soldati e attraverso le ultime porte, il popolo.
Questo per formare una barriera umana fra l’imperatore ed il popolo.
La cupola completamente ricoperta di mosaici
si innalza per oltre 50 metri (circa 15 piani)
e si estende su una larghezza di circa 31 metri.
La luce che filtra attraverso 40 finestre
permette di ammirare uno spettacolo artistico di tessere
di mosaico d'oro unico al mondo.
I musulmani avevano ricoperto i mosaici
ma ora è in opera una colossale opera di restauro.
Siccome la basilica è molto umida,
prima di togliere l’intonaco che  ricopre una parte dei mosaici,
è stata iniziata una imponente opera di drenaggio per far asciugare l’intonaco.





Abbiamo poi pranzato in un ristorantino
nella parte vecchia della città e quindi abbiamo visitato la Moschea blu.
La Moschea blu è il monumento più suggestivo di Istanbul.
Fu la prima moschea imperiale costruita ad Istanbul
dopo la Moschea di Solimano, eretta quarant'anni prima.
Mentre i suoi predecessori innalzarono moschee con il proprio patrimonio personale,
Ahmet I utilizzò denaro pubblico,
dal momento che non aveva ottenuto consistenti vittorie militari.
La moschea di Ahmet è conosciuta come moschea blu
per le 21.043 piastrelle di ceramica turchese
inserite nelle pareti e nella cupola.
È infatti il turchese il colore dominante nel tempio.
Pareti, colonne e archi sono ricoperti dalle maioliche di Iznik (l'antica Nicea),
decorate in toni che vanno dal blu al verde.
Rischiarate dalla luce che filtra da 260 finestrelle,
conferiscono alla grande sala della preghiera un'atmosfera suggestiva.
La Moschea Blu, è anche l'unica a poter vantare ben sei minareti,
superata in questo solo dalla moschea della Ka'ba, alla Mecca, che ne ha sette.



Ovviamente per entrare bisogna togliersi le scarpe.
Danno un sacchettino dove le puoi mettere e portare con te
visto che si esce dall’altra parte della moschea.
Potete immaginare, con il caldo, il “profumo” che regnava all’interno.
Durante la preghiera non si può entrare
ma per i musulmani è stato creato un recinto all’interno del quale
possono pregare anche quando la moschea è aperta al pubblico.
Qui abbiamo visto i primi bambini vestiti da paggetti
in attesa della circoncisione.



Abbiamo quindi visitato l’Ippodromo
o meglio quello che una volta era l’Ippodromo.
Oggi è una lunga passeggiata con alberi ed aiole fiorite.
L'Ippodromo cadde in disuso durante il periodo della quarta Crociata,
e finì per servire come cava di marmo durante l'epoca degli Ottomani.
Come si può notare intorno alle colonne,
il terreno è stato rialzato di circa 6 metri.
Vi si possono ancora ammirare l'Obelisco di Teodosio



la Colonna Serpentina in bronzo



oltre alle vestigia della curva a sud-est.
Tutti gli imperatori hanno cercato di abbellire questa passeggiata
con qualche opera.
Una delle più suggestive per il racconto che le è legato
è un'opera in pietra,denominata fontana dell'Imperatore Guglielmo,
perché donata nel 1901 dal sovrano tedesco
durante una visita di stato al sultano Abdul-Hamid II.
Il sultano era l’unico sopravvissuto della famiglia imperiale
perché la madre lo aveva allevato nell’harem
e si dice che dopo l’uccisione dell’ultimo fratello,
quando gli fu comunicato che era diventato imperatore,
era diventato pazzo.
Durante la visita di Guglielmo, l’imperatore,
arrivato dove c’è oggi la fontana, cominciò a far pipì.
Il visir, non sapendo come giustificarlo,
disse a Guglielmo che l’imperatore voleva
che in quel luogo venisse collocata una fontana.
Guglielmo la fece fare e la mandò.
Dopo questa veloce ma estenuante visita di Istanbul
abbiamo fatto il giro del Bosforo in battello dal Corno d’oro al mar di Marmara
così chiamato perché ricco di marmo.
Il Bosforo è uno stretto sinuoso che separa l'Europa dall'Asia.
Le sue rive offrono un miscuglio di passato e di presente,
di splendore grandioso e di bellezza naturale.
Gli alberghi moderni accanto ai Yali (ville di legno in riva al mare),
i palazzi di marmo bianco accanto alle rudi fortezze di pietra
e le abitazioni eleganti accanto ai piccoli villaggi di pescatori.



Il Bosforo è lo ‘stretto più stretto’ del mondo
in cui  si svolge la navigazione internazionale,
è largo dai 700 ai 3.700 metri e lungo ben 30 Km.
Due ponti lo attraversano congiungendo Europa e Asia.
Le ville costano tantissimo, da 1 a 3 milioni di euro.
Pare che Erdorgan ne abbia comprate per sé ed i figli.
E’ stata un’esperienza interessante.
Per finire la visita siamo andati al bazar egiziano
perché di domenica
quello turco è chiuso



Poi abbiamo cenato in un ristorante sul mare.

Il video qui


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