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EGIZI



 

RELIGIONE

Gli Egizi erano politeisti, come tutti i popoli dell’antichità, a eccezione
degli Ebrei prima e dei Cristiani e dei Mussulmani poi.
Adoravano molte divinità (addirittura 700), ciascuna delle quali aveva i suoi sacerdoti, i suoi templi, le sue terre:
I sacerdoti di un dio avevano, tra gli altri, il compito di amministrarne i beni e naturalmente ne traevano vantaggio.
Gli Egizi adoravano ogni oggetto o essere che ritenevano utile o pericoloso.
Fra gli animali (zoolatria) veniva adorato il bue chiamato Apis, utilissimo per tutti i lavori,
la vacca, il gatto sterminatore dei topi che infestavano l’Egitto, la scimmia, l’ippopotamo,
lo scorpione, il leone, il serpente ed il coccodrillo.
Il culto degli animali, fu sempre presente tra gli Egizi nonostante il passaggio dalla caccia all'agricoltura.
Alcuni animali sacri venivano tenuti nei templi, come rappresentazioni viventi delle divinità.
Quando questi animali morivano venivano mummificati e sepolti in tombe speciali.
Si sono trovati mummificati animali di molte specie: dai coccodrilli, ai gatti, agli ibis.



Si credeva che un animale mummificato potesse recare messaggi e preghiere alla divinità.
Questa concezione permise a molti templi di trarne una fonte di guadagno.
Il falco, che gli egiziani vedevano volare alto nel cielo e osservare la terra con la sua vista aguzza
divenne per queste caratteristiche un naturale simbolo del sole.
e quando, a partire dalla IV dinastia il faraone cominciò a chiamarsi “Figlio di Ra” ,
il falco, simbolo di Horus e Ra divenne un modo per identificare il faraone.
Falconi e dischi del sole con ali di falcone decorano quasi tutti i templi in Egitto.



Il serpente, e in particolare la femmina del cobra, era il simbolo della dea Wadjet (Uadjet).
che significa “La Verde”, “Quella del colore del papiro”,
colei che proteggeva l’inondazione necessaria alla sopravvivenza del paese.
e che per questo divenne la protettrice del Basso Egitto,
In questa veste l’immagine del serpente femmina si trovava posta sulla fronte del faraone,
colui che rappresentava il dio solare Ra sulla terra.
Quindi il serpente sulla corona del sovrano simboleggia la forza distruttrice, al servizio del sovrano
per sterminare i suoi nemici, che sono poi anche i nemici dell’Egitto.



Il cobra proteggeva il faraone (e il sole) sputando veleno contro i nemici di questi.
Wadjet era quindi una specie di “serpente buono”, che vegliava perché il mondo non precipitasse nel caos.
In generale invece i serpenti erano per lo più visti come animali pericolosi, indipendentemente dal fatto
che la specie cui appartenevano fosse velenosa o meno.



Si credeva che l’aldilà fosse pieno di serpenti che rappresentavano il potere del caos,
che minacciava il buon funzionamento del mondo.
L’esempio principale di serpente “cattivo” era Apophis il grande serpente cosmico,
avvolto intorno alla terra, che minacciava continuamente di distruggerla.
Il sole era in continua lotta con Apophis per cercare di sconfiggerlo e per ripristinare l’ordine nel mondo.
In questa lotta, tutte le notti Apophis tentava di inghiottire tutta l’acqua del mare
per circondare il sole mentre questo viaggiava sulla barca che lo portava nell’aldilà
e ogni notte le divinità che mantenevano l’ordine nel mondo riuscivano ad avere la meglio su di lui.
Ma questa vittoria non si poteva dare per scontata.



La mucca rappresentava la dea Hathor che era la principale divinità dell’amore e della fertilità,
rappresentava inoltre la dea della bellezza e della musica.
Veniva spesso rappresentata con una donna con corna di mucca



Il babbuino veniva associato con la divinità lunare Thot, che era anche il dio della saggezza.
Molte statuette o amuleti del dio lo mostrano come un babbuino seduto, spesso con le mani alzate
e con indosso un disco solare o una falce di luna in mano.
Gli egiziani pensavano che i babbuini, che avevano l’abitudine di sedersi con la testa rivolta verso est
poco prima del sorgere del sole e agitavano le zampe quando vedevano il sole salire,
fossero in grado di predire il sorgere del sole e di festeggiarlo.
Il babbuino divenne così il simbolo della sapienza del mondo
e come tale era ritenuto inventore della scrittura e patrono degli scribi.



Forse per ricordare l'operosità della mosca, che non sta mai ferma,
il faraone dava come premio degli amuleti in oro a forma di mosca,
ai soldati che avevano combattuto con particolare valore e abnegazione in guerra.
L’”Ordine della mosca d’oro”, veniva conferito per azioni particolarmente ardite e coraggiose.



Il gatto che per noi è un animale domestico, in origine era un animale selvatico.
Gli egizi iniziarono ad addomesticarlo fra l’altro per la sua abilità
a tenere lontani i piccoli roditori dalle abitazioni e dalle provviste di cibo.
Una rappresentazione del dio del sole Ra fu “il grande gatto”
protettore del corso solare dalle insidie del serpente Aphopis.
I gatti, e in particolare le gatte, dal Medio Regno vennero considerati
animali sacri alla dea Bastet, una divinità molto popolare,
figlia di Ra, che regnava sull’amore, sulla fertilità e sui giorni di festa.



Bastet veniva raffigurata come un gatto o con la testa di gatto e il corpo di donna.
Gatti sacri vivevano nel tempio di Bastet e quando morivano venivano mummificati
disidratando i loro corpi con il Natron, con un processo simile
 a quello usato per la mummificazione umana.
Venivano poi avvolti in una bendatura di lino, con le zampe parallele al corpo.
Il loro capo veniva ricoperto da una maschera in bronzo con la loro effige
e la sepoltura consisteva in un sarcofago a forma di gatto seduto,
collocato poi nel cimitero del tempio.



Sono stati scoperti enormi cimiteri contenenti migliaia di sepolture di questi animali.
Il centro principale per il culto della dea Bastet era la città di Tell Basta.



Lo scarabeo rappresentava una forma del dio sole Ra.
In natura, lo scarabeo compone una palla di sterco fresco
nella quale depone le uova e che poi fa rotolare in un luogo sicuro.
Quando nascono i piccoli, questi dipendono dallo sterco come fonte di nutrimento.
Gli egizi, vedendo lo scarabeo uscire dalla palla di sterco che poi spingeva,
ritennero che l’insetto si creasse da sé e potesse essere paragonato al dio Ra
che spinge davanti a sé la palla del sole.
Quindi lo scarabeo fu venerato da un lato come “Khepri”, colui che esce dalla terra,
e dall’altro come Atum, dio demiurgo, autocreatosi, origine degli dei e dell’intero universo.
Gli Egizi pensavano infatti che sia la vita che l’ordine dell’universo avessero avuto origine da uno stato di caos.



La pantera si riteneva avesse il potere di proteggere il sovrano.
Era venerata perché connessa al dio sole e alla dea del cielo.
Rappresentava il cielo notturno e, di conseguenza, il Regno dell'Oltretomba



L’ariete con le corna ricurve era uno degli animali sacri al dio sole Amon-Ra,
ma anche a Khnum, divinità che gli Egizi credevano fosse stato, con la sua ruota da ceramista,
il creatore di tutti dal fango del Nilo.
Una preghiera a lui dedicata recita così:
Oh Amon, Amon, che sei nei Cieli
Padre di Chi non ha Madre.
Quanto è dolce pronunciare il tuo nome.
Dacci come la gioia di vivere, il sapore del pane per il bimbo,
sia fatta la tua volontà come in Cielo cosi in Terra.
Tu che mi hai fatto vedere le tenebre, crea la luce per me.
Fammi dono della tua grazia, fa che io veda te ininterrottamente!

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In Egitto la religione era nettamente divisa tra culto ufficiale di Stato
e pratiche di culto della massa della popolazione.
Su queste ultime siamo poco informati, mentre conosciamo molto bene il culto divino
che aveva luogo nei templi di tutto l'Egitto e soprattutto i culti funerari,
grazie alla quantità straordinaria di notizie
forniteci dalle miriadi di tombe scoperte dagli archeologi.
Ogni città era legata a diverse divinità e, spesso, la divinità della città
che prendeva il sopravvento diventava la divinità principale
(almeno fino a quando quella città continuava a detenere il potere).
Le grandi divinità erano rappresentate sia in forma antropomorfa (sembianze umane),
sia in forma zoomorfa (corpo umano e testa di animale).
Tuttavia l'esperienza religiosa degli Egizi era concentrata
soprattutto sul grande mistero della morte e della vita nell'aldilà.



Per gli Egizi c’era una divinità per ogni aspetto della natura e della vita.
Il dio più importante era Ammone-Ra, il sole,
la cui energia feconda la Terra; il suo nome vuol dire "colui che tutto crea.
Era figlio di Nun e di Neith.



Dopo Ra c'era la Dea Iside (la luna) che indicava i periodi più adatti alla semina e al raccolto.
Dea delle madri, dei bambini e dea della luna, divenne, dopo aver riportato in vita Osiride, dea della medicina.
Sposa e sorella di Osiride e madre del dio-falco Horo,
era figlia di Nut e di Geb ( leggi Enneade).
Iside ha un copricapo a forma di trono o delle corna sulla testa con una luna
ed è spesso rappresentata con le ali spiegate.



Poi c'era Osiride (leggi mito), fratello e marito di Iside.
Dio della morte e della vita e soprattutto dio dell'agricoltura e vegetazione.
Fu ucciso e smembrato dal suo malvagio fratello Seth e ricomposto e riportato in vita da Iside.
Venne in seguito imbalsamato da Anubi, andando così a regnare nel mondo dei morti
La sua figura è legata al sole nascente e al Nilo fecondatore.



Atum era il signore delle divinità che si era autocreato prima di generare Shu e Tefnut
ed aveva come sposa la sua ombra.
Ebbe origine dal “Nun”, il brodo primordiale in cui già esisteva come spirito,
ma divenne realtà solo quando Ptah ne pronunciò il nome.
Atum è visto come un uomo a volte seduto su un trono, a volte in piedi,
 recante sul capo una corona con i simboli del Basso e dell'Alto Egitto.
Si riteneva creatore dell'universo sotto il nome di Atum-Ra



Anubi dalla testa di sciacallo era il Dio del regno dei defunti, giudice delle anime,
e accompagnava il passaggio da questa all’altra vita.
Assisteva Horus e Thot nella pesatura del cuore dei defunti
ed era figlio illegittimo di Osiride e di Nefthi
La dea Qeb-hwt, anche conosciuta come Kebechet
ossia "Colei che versa l'acqua fresca" che ristorava i defunti
era considerata la figlia di Anubi e qualche volta la sorella.
Indicato negli antichi geroglifici, come "Giovane cane", viene chiamato anche Imy-ut: l'Imbalsamatore.



Hathor era la Dea-vacca sposa di Horo e rappresentava il sole.
Il suo nome,significa “Casa di Horo” riferendosi probabilmente al mito secondo cui Horus,
identificato come dio-falco celeste e dio-sole, al termine del proprio viaggio tra i cieli,
a sera sarebbe rientrato nella bocca di Hathor per trascorrervi la notte,
godere di un sonno ristoratore e riemergere nuovamente nella veste del sole mattutino.
Venne anche definita: la « Grande mucca celeste che creò il mondo e il sole ».
e fu considerata la dea patrona dell’amore e la protettrice della musica e della danza.
Una festa popolare, quella dell’ «ebbrezza », veniva tenuta ogni anno a Denderah
centro principale del suo culto, il xx giorno del primo mese dell’inondazione.
Inoltre, Hathor aveva il compito di proteggere le sorgenti del Nilo,



Thot, in egizio Djehuty,  era il Dio della saggezza e della sapienza,
inventore della scrittura e patrono degli scribi e delle fasi lunari.
E' lui che teneva nota di tutto ciò che avveniva e che registrava le sentenze divine.
Ottenne dalla Luna, cinque giorni in più, per completare l'anno in 365 giorni.
Il centro del suo culto fu a Ermopoli, dove era considerato il dio supremo.
Era inoltre il messaggero degli dei e dai Greci fu identificato con Hermes
Secondo alcuni era il figlio di Ra, secondo altri nacque dalla testa di Seth.

Preghiera degli scribi
O Thot, preservami da parole vane.
Stai dietro di me (per guidarmi) al mattino.
Vieni, tu che sei la parola divina.
Tu sei una dolce fonte per il viaggiatore assetato nel deserto.
Essa è inaccessibile per il chiacchierone, prodiga per il silenzioso



Seth, figlio di Geb, la terra (principio maschile) e Nut, il cielo (principio femminile),
fratello di Osiride, Iside e Nefti (di cui era anche lo sposo),
per gelosia organizzò una congiura mortale nei confronti del fratello Osiride
che sarà poi vendicato dal figlio di quest'ultimo,Horo.
Era il Signore del deserto, adorato dai carovanieri che si spostavano tra un'oasi e l'altra.
Era il dio della guerra e della forza bruta, che insegna a soggiogare
con la lotta violenta per vincere in battaglia e trovare l'onore.
Egli rappresentava le forze indomite della natura umana ed era il simbolo di ribellione contro gli dei.



Horus, il Dio-falco era il  patrono del cielo, dio della luce e della bontà.
e soprattutto dio del faraone,
Un'antica leggenda che si trova nei Testi delle Piramidi,
racconta che Iside sotto forma di avvoltoio si posò sul cadavere di Osiride,
concepì Horus e lo allevò perché vendicasse la morte di suo padre.
Horus, diventato adulto, provocò Seth che reagì strappandogli un occhio durante un combattimento,
ma Horus lo riprese, vinse Seth e lo evirò.
A questo punto l'assemblea degli dei pose Horus sul trono di suo padre.
Quindi, è il simbolo della potenza vincitrice.
Era lo sposo di Hathor.
Il suo occhio, è un amuleto distruttore di malvagi.
Infatti il suo mito narra che dopo aver sconfitto il malvagio dio Seth,
Geb gli abbia donato un amuleto distruttore della malvagità.
Ebbe quattro figli che danno il loro nome ai vasi canopi: Amset, Hapi, Duamutef e Qebehsenuf.



Amon è una divinità egizia nata dalla fusione del dio Ra di Eliopoli
con la principale divinità tebana Amon
Da quanto risulta dai testi che possediamo, la fusione fu un accordo tra i due collegi sacerdotali
per far in modo che la nuova divinità fosse riconosciuta come re di tutti gli dei del pantheon egizio.
La nascita di Amon-Ra può essere posta, durante la fase storica detta secondo periodo intermedio,
che comprende la travagliata vicenda della dominazione Hyksos.
Il dio era, a Tebe, sposo di Mut e padre di Khonsu,
mentre a Eliopoli era sposo di Hathor e padre di Harmachis
A Tebe a Amon-Ra fu dedicato il più imponente tempio dell'antico Egitto,
il Grande tempio di Amon
Nella fase tarda della storia egizia, quando la carica di primo sacerdote di Amon
divenne, di fatto, il titolo di colui che governava buona parte dell'Egitto,
Amon-Ra assurse al rango di demiurgo universale, creatore di tutto.
Amon era il Dio solare di Tebe il cui nome vuol dire "colui che è  nascosto".
Insieme alla moglie Mut e al figlio Khonsu formava la triade di Tebe.
Era anche il Dio delle oche e degli arieti a corna ricurve.
Un suo santuario, risalente al Medio Impero, si trova a Karnak.



« Chinati davanti a te stanno gli dei, lodando la forza del creatore.
Re e capo di ogni dio, noi celebriamo la tua forza perché tu ci hai creati.
Ti veneriamo perché tu ci hai formati.
Cantiamo inni di lode perché tu ci protegga »
(Inni di Amon)



Mut era la dea di Tebe moglie del dio Amon
Il suo nome significa “madre”, delle quali è quindi la protettrice.
Assunse particolare importanza nel Nuovo Regno, come controparte femminile di Ammon-Ra di Uaset (Tebe).
Assieme a lui ed a Khons, forma la Triade di Tebe.
Veniva anche adorata come raddrizzatrice dei torti..
Durante il Nuovo Regno le nozze di Mut e Amon facevano parte delle grandi feste annuali.
Attraverso il fiume giungeva da Karnak, una volta all'anno la processione delle barche sacre
recanti il simulacro delle tre divinità, in occasione della festa dell'opet.
Dopo quattordici giorni di festeggiamenti, le barche facevano ritorno a Karnak per via terra,
trascinate su rulli lungo un viale di due chilometri e mezzo costeggiato da sfingi con la testa di ariete.





La religiosità in Egitto era molto forte e per questo ogni villaggio aveva un suo dio protettore,
che veniva pregato e onorato.
Nella vita dell’antico Egitto la gente comune non andava normalmente nei grandi templi.
In casa aveva statuine degli Dei preferiti, una di queste era quella della dea Hator dea della danza e della musica
Partecipava alle processioni per le cerimonie più importanti
delle grandi divinità dello stato, come Amon e Osiride.
preceduta dal faraone, dai sacerdoti e dai nobili.
Queste festività erano buone occasioni per fare festa.
Mentre gli uomini avevano case di mattoni crudi e di legno di palma,
le dimore degli dei erano in pietra perché dovevano essere degne dei loro abitanti.
I più antichi templi egizi erano piccoli, con strutture non permanenti, ma durante l’Antico e il Medio Regno
le loro strutture divennero più elaborate, e da questo momento furono costruiti in pietra.
Secondo questo piano standard, il tempio veniva costruito lungo una strada processionale centrale
che portava attraverso una serie di corti e sale al santuario,
dove era conservata una statua del dio del tempio.
L’accesso a questa parte più sacra del tempio era limitata al faraone e ai sacerdoti d’alto rango.
I templi infatti, erano palazzi chiusi, dove la divinità “abitava” sotto forma di statua.
La scelta del materiale non derivava solo dalla necessità di costruire mura solide e forti,
ma la pietra, proprio per la sua consistenza, veniva chiamata “materiale dell’eternità”,
capace di testimoniare la gloria e la potenza del dio nel corso di tutti i tempi.
Un viale fiancheggiato da statue di sfingi, mostri con testa umana su corpo di leone,
conduceva all’ingresso monumentale, stretto tra due piloni a pianta rettangolare.
Una volta superati i piloni, appariva il tempio.
Vi era un cortile circondato da un portico formato da una o due file di colonne.
Gli obelischi e le colonne venivano innalzate a forza di braccia
da un gruppo di schiavi che tirava nelle varie direzioni .
Con questo metodo si poteva garantire la giusta posizione degli obelischi e delle colonne.
Gli obelischi e le colonne erano riccamente decorati .
Il popolo poteva arrivare soltanto fin qui.
Poi c'era la sala di ricevimento degli dei, uno spazio con numerose colonne grandi e strette.
In questa ampia stanza potevano entrare solo i sacerdoti nei giorni di festa.
Al di la di queste colonne l'edificio si stringeva, chiudendosi.
La luce diminuiva e porte sempre più piccole conducevano a magnifiche sale dai soffitti decorati con cieli stellati.
Questa serie di stanze terminava nel vero e proprio santuario,
dove era posta la statua della divinità, che era sempre ricoperta d'oro,
metallo che rappresentava la carne degli dei.



Nei templi  i sacerdoti si riunivano e andavano a pregare e ad adorare gli dei
oppure ad insegnare ai ragazzi a leggere e a scrivere .
Il faraone era l'unico uomo al quale era concesso di entrare in rapporto con gli dei.
Egli soltanto poteva rivolgersi direttamente a loro,
pregandoli e richiedendo la loro benedizione sull'Egitto.
Tuttavia il faraone delegava il suo potere religioso a un gran sacerdote,
con l'incarico di alcuni riti precisi.



I templi erano circondati da un grande muro,
affinché fossero isolati dal mondo e mantenuti quindi puri e sacri.
Prima del sorgere del sole, nelle cucine del tempio c’era un grande movimento, si preparava il cibo per gli Dei.
I sacerdoti, dopo essersi purificati con numerosi lavaggi,
due di giorno e due di notte,
si recavano nei templi per adorare gli dei.
Nei templi, durante le funzioni religiose, alcuni sacerdoti
indossavano dei vestiti di lino bianco con sandali bianchi;
gli altri vestiti avevano segni distintivi per indicare la loro posizione.
Il sacerdote che dirigeva il rito aveva infatti una fascia sul petto.
Loro non dovevano mangiare molto e soprattutto non dovevano mangiare maiale e pesce per rimanere puri.
Per essere più puri dovevano radersi la testa e il corpo.
Il gran sacerdote aveva il compito di aprire il santuario, lavare la statua della divinità,
vestirla e la profumarla.
Inchinandosi davanti ad essa, la cospargeva d'incenso e recitava inni di adorazione.
Alla statua veniva servito un vero e proprio pranzo, che non veniva consumato,
ma fatto bruciare da un fuoco.
Alla fine il gran sacerdote sigillava di nuovo la porta e,
dopo avere cancellato le tracce dei suoi passi, si ritirava.
Il percorso dall’ingresso verso il santuario del tempio
veniva visto come un viaggio dal mondo umano al regno divino,
Fra il muro esterno e il tempio stavano molti edifici sussidiari,
inclusi laboratori e aree di stoccaggio per rispondere ai bisogni del tempio,
e la libreria dove gli scritti sacri e i documenti erano conservati,
e che serviva anche come centro di studi per molte discipline.
Il personale del tempio includeva anche molte altre persone,
oltre i sacerdoti, come musicisti e cantori delle cerimonie del tempio.
Al di fuori del tempio vi erano artigiani
e altri operai che contribuivano alle sue esigenze,
così come i contadini che lavoravano sulle proprietà templari.
Tutti venivano pagati con porzioni di reddito del tempio.
I grandi templi erano quindi importanti centri d’attività economica
a volte con migliaia di impiegati.
Nel tempio si svolgevano anche funzioni relative all'amministrazione economica dei santuari.
I sacerdoti avevano compiti differenziati a seconda della loro anzianità al servizio.
Durante l’Antico e il Medio Regno, non esisteva una classe separata di sacerdoti;
erano alcuni funzionari governativi che assumevano tale ruolo
per diversi mesi all’anno prima di tornare ai loro usuali doveri.
Solo nel Nuovo Regno si diffuse il sacerdozio “professionale”,
sebbene i funzionari continuassero ad esercitarlo per qualche tempo.
Tutti erano ancora impiegati statali e il faraone aveva l’ultima parola su di loro.
Tuttavia, come la ricchezza dei templi crebbe, l’influenza dei sacerdoti aumentò,
fino ad arrivare a rivaleggiare con quella del faraone.



Nella frammentazione politica del Terzo Periodo Intermedio (circa 1070 – 664 a.C.),
i sommi sacerdoti di Amon a Karnak divennero anche
gli effettivi governatori dell’Alto Egitto.
Esistevano due tipi di templi: i templi di culto dedicati ad un Dio,
i templi funerari che erano costruiti vicino alle piramidi
Gli Egizi credevano che dopo la morte ogni uomo dovesse attraversare 12 regni sotterranei,
dove abitavano vari mostri che temevano e sfuggivano la luce.
Superati questi regni, il morto arrivava davanti a un tribunale,
il cui capo era proprio Osiride, che teneva le insegne del potere,
ossia una frusta, simbolo della punizione ai cattivi,
e il bastone di lunga vita, simbolo di premio per i buoni.
Davanti a Osiride, il defunto doveva affermare di non aver commesso cattive azioni.
Poi Anubi, assistito da Horus e da Maat, la dea della verità,
ne pesava il cuore su una grande bilancia.
Il cuore era ritenuto la sede dei sentimenti, della volontà e dell'intelligenza.
Nell'altro piatto della bilancia veniva posta una piuma.
Se il cuore, gravato da troppe colpe, faceva pendere la bilancia,
il defunto veniva divorato dalla dea Ammit, e condannato ad essere annullato per l’eternità.







 



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