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EGIZI



LA SCUOLA

La scuola egiziana fu fondata attorno al 2000 a.C. con lo scopo di formare
giovani esperti da destinare alle funzioni amministrative dello Stato
La parola, infatti, che indica la scuola, "per-sebayt", “casa dell’ insegnamento”,
compare soltanto agli inizi del II millennio a.C.,
in un’ iscrizione nella tomba di Khety, nomarca di Asiut.
La creazione di scuole è dovuta alla grande riorganizzazione
dell’amministrazione che accompagnò il consolidamento dello Stato
e del potere centrale dopo la crisi del I Periodo Intermedio.
Non vi erano regolamentazioni precise, né obblighi relativi all’ istruzione
e prima di entrare nell’ amministrazione,
alla scuola seguivano vari anni di apprendistato, .



La disciplina era assai rigida e i ragazzi potevano essere trattenuti a scuola molto a lungo
e probabilmente dovevano, per punizione, svolgere compiti supplementari.
Per lo più la punizione consisteva in colpi di bacchetta
che veniva usata con larghezza sia dal maestro che dai suoi assistenti.
Potremmo dire quindi, che ai giovani egizi. i testi entravano.... per la schiena.
Come in tutte le epoche, vi erano anche studenti che venivano
ripresi per la loro negligenza, come racconta un papiro ieratico del Nuovo Regno:
«Mi hanno detto che trascuri le scritture e che ti dedichi alla danza.
Vai di taverna in taverna. L'odore della birra accompagna ogni tuo passo...
Sei come una casa senza pane
».
Le lezioni si svolgevano generalmente all'aperto.
I ragazzi più giovani avevano il cranio rasato tranne che per un ciuffo nero.



Gli alunni si sedevano accovacciati su stuoie intrecciate
ed erano muniti di pennelli o cannucce, cocci di terracotta 
e tavole di legno imbiancate,su cui scrivevano
e che potevano essere riutilizzate lavandole.
Vicino a tutti i ragazzi c’era una boccia con l’inchiostro rosso e nero
 in cui ciascuno intingeva il pennello di canna.
L'inchiostro veniva preparato ogni volta: il nero si ricavava dal nerofumo o dal carbone
mentre i colori erano ricavati da diversi minerali sbriciolati.
Gli errori si cancellavano con uno straccio.
Quando tutti i ragazzi avevano finito il lavoro,
lo consegnavano per farsi fare la correzione.
Per lo studio delle lettere erano ritenute importanti la ricopiatura e la dettatura.
Il giovane che voleva avere accesso ai più alti gradi dell'amministrazione,
poi, doveva conoscere almeno una lingua straniera,
così come chi voleva intraprendere con successo la carriera diplomatica
doveva conoscere il babilonese.
Importante era anche la preparazione fisica, curata mediante esercizi ginnici.



La formazione dei bambini non faceva distinzioni di sesso o classe sociale.
Dal momento in cui il bambino era in grado di ragionare,
iniziava il suo apprendistato in casa con i suoi genitori:
le femmine imparavano dalle madri e i maschi dai padri.
Sebbene vi sia stato qualche caso isolato di donna funzionario,
normalmente alle bambine non veniva insegnato a scrivere.
Le rappresentazioni di banchetti e feste di corte mostrano che la danza
faceva parte dell'apprendistato delle bambine.
Le bambine delle classi elevate, oltre a ricevere l'insegnamento morale,
imparavano a cantare, a ballare e a suonare qualche strumento musicale.
Le principesse reali invece sapevano anche leggere e scrivere.



Di primaria importanza era la devozione filiale,
il rispetto verso gli anziani e il diritto alla libertà di ogni individuo.
Questo tipo di insegnamento morale veniva tramandato di padre in figlio.
Durante l'Antico Regno, veniva trasmesso con le Istruzioni, una raccolta di massime
su temi quali la condotta sociale, le norme di giustizia, la saggezza e l'obbedienza,
sotto forma di consigli che un padre dava al figlio.
La scuola era divisa in due livelli: quello elementare, della durata di 4 anni,
e quello scientifico o "casa della vita" .
I bambini all’età di sei o sette anni, frequentavano i corsi elementari
che  davano un'istruzione di base che mirava alla pratica di lettura
e scrittura di testi classici preferibilmente dell'Antico Regno.
Le cose da imparare anche a memoria erano molte:
in primo luogo i segni o figure, raggruppati in varie categorie.
Man mano che i ragazzi progredivano, diventavano abili
nello scrivere modelli di lettere.
Imparavano a leggere cantando, leggendo ad alta voce i papiri
che gli scribi distribuivano loro.
Testi, antologie, miscellanee (preghiere, inni, satire, lettere)
sono esempi che dimostrano come la scuola fosse un elemento
imprescindibile alla formazione dei bambini.
Il maestro era generalmente un anziano scriba.



Protettori della scrittura e degli scriba erano il dio Thot, la dea Seshat,
Imhotep (architetto di Zoser)e Amenhotep figlio di Hapu e architetto di Amenofi III.



La scuola egizia era molto piccola e non poteva accogliere più di due dozzine di alunni per volta;
tuttavia era un tipico esempio delle scuole dell’epoca
che impartivano solo un insegnamento primario a studenti di ogni età.
Nelle scuole superiori  o “Casa della Vita”, il  per-ankh,
annesse ai templi, (la sola eccezione è costituita da quella di Amarna),
 si insegnavano le materie scientifiche.
Potevano iscriversi soltanto i giovani delle classi privilegiate.
ma tutti i figli dei nobili andavano nel palazzo
e qui studiavano insieme ai figli del faraone.
Tutti i principi reali, comprese le bambine, studiavano in questa scuola,
situata generalmente all'interno del palazzo  o vicino.
La scuola di palazzo era frequentata oltre che dai principi,
dai figli dei funzionari,dai principi stranieri imprigionati, dagli ospiti
e, molto raramente,da bambini di altre classi sociali.
Il principe, prima di frequentare la scuola, aveva un tutore privato.
Imparava la scrittura, la grammatica, la matematica e la letteratura.
Per prepararsi al suo futuro ruolo di faraone, praticava l'educazione fisica,
con esercizi di tiro con l'arco e, a partire dal Nuovo Regno, con il carro.
Alle scuole era collegata la “casa dei libri”,
il per-medjat,  dove gli scaffali erano pieni di rotoli di papiro e
nelle pareti era indicato l'indice dei testi in archivio.
La scuola era presieduta da dotti che si riunivano
per tramandare le loro conoscenze.
Le materie trattate erano l'aritmetica, la geometria,
l'astronomia, la medicina e la magia.
Gli antichi Egizi conoscevano le operazioni di base
(addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione) e le frazioni;
erano in grado di calcolare l'area del rettangolo,
la superficie del cerchio e il volume della piramide.
A Deir el-Medina, il villaggio degli operai del Medio e Nuovo Regno,
sono state trovate le prove dell'esistenza di scuole atte a formare nuovi artisti.
Pochi erano gli studenti che compivano studi avanzati anche se qualche ragazzo
veniva mandato molto lontano da casa per frequentare scuole particolari.
Più avanti nacquero scuole private dirette da sacerdoti (Khep).
Raggiunti i 15 o 16 anni i giovani venivano inseriti nel sistema amministrativo.
Si potevano seguire anche altre carriere come quelle militari,
mediche, di sacerdoti o di funzionari dello stato.
Si studiava su veri e propri manuali, come la Kemyt che risale
agli inizi del II millennio a.C.ed è costituita da un insieme di lettere fittizie,
di frasi e di esaltazioni del ruolo dello scriba.



Gli studenti si servivano anche di liste che chiamiamo Onomastica,
i primi dei quali risalgono al Medio Regno, gli ultimi all’epoca tolemaica.
La copiatura dei testi avveniva per sessioni e l'inizio di ognuna
veniva segnato con una linea rossa.
Il papiro veniva  usato solo ai livelli di istruzione superiori.
Grazie alle numerose copie di questi diligenti apprendisti scribi,
sono arrivate fino a noi le grandi opere della letteratura egizia.
La formazione religiosa, infine, era altrettanto importante.
Sebbene le scuole delle città fossero aperte a tutti,
i figli dei contadini erano analfabeti,
come i loro genitori e la maggioranza della popolazione.
L'unico insegnamento che ricevevano era l'apprendistato del mestiere
praticato dai loro genitori e non potevano certo aspirare
a entrare nell'amministrazione pubblica.
In generale, l'educazione era riservata ai maschi.



Gli egizi furono tra i primi popoli ad usare la scrittura
e grazie ai loro scritti abbiamo scoperto la loro storia.
Ebbero tre tipi di scrittura: geroglifica, ieratica e demotica.
La scrittura geroglifica, usata già nel 3.000 a.C. era
una scrittura pittografica, dove ogni disegno rappresentava un oggetto.
Veniva usata sui fabbricati e sulle tombe



La ieratica era più formale: i segni erano abbreviati e stilizzati.
ed era usata per scrivere sui papiri con l'inchiostro.



La demotica era la  più semplice e veniva usata nella vita giornaliera.
Questi tre i sistemi di scrittura vennero usati per molto tempo insieme..





Tutti gli studiosi che per secoli avevano cercato di decifrare la scrittura egizia,
avevano dovuto rinunziare perché non riuscivano a capirci niente
e questo fino a quando, nel 1799 vicino alla città di Rosetta,
i soldati di Napoleone Bonaparte non scoprirono
la cosiddetta Stele di Rosetta che era stata scritta nel 196 a.C.
Si tratta di un blocco di basalto nero grande quanto la ruota di un carro
sul quale Tolomeo V (uno degli ultimi faraoni) fece scolpire
un decreto in tre lingue: greco, demotico e antico egizio.



Oggi questa pietra si trova al British Museum di Londra.
Nella parte superiore ci sono 14 righe in geroglifico,
nella parte centrale 22 in demotico
e nella parte più bassa 54 righe in grafia maiuscola greca .
Confrontando una copia dei tre testi, un diplomatico svedese
esperto di lingue orientali,Akerbald, dimostrò
che i nomi dei re, nella parte greca,comparivano nella stessa posizione
nel testo demotico e avanzò l'ipotesi che le tre sezioni fossero
la traduzione di un unico testo:un protocollo del collegio sacerdotale
 di Menfi, datata 27 marzo del 196 a.C.,
che esaltava Tolomeo V Epifane per la sovvenzione accordata a un tempio.
Sembrò allora fosse giunto il momento tanto atteso per l'interpretazione dei geroglifici
ma la scrittura aveva troppi segni per essere alfabetica e pochi per essere ideografica.
Uno dei calchi della stele finì nelle mani di François Champollion,
nipote di un ufficiale della spedizione napoleonica,
il quale, appassionato di lingue e dell'Oriente, provò a dare una prima interpretazione.
Per primi identificò i caratteri geroglifici del nome del re "Tolomeo"
e della regina "Cleopatra"
poi preparò un elenco di altri simboli prendendoli da altri nomi.



Non fu facile, comunque, Champollion dovette scervellarsi per mesi
Il lavoro andò a rilento così come quello di altri studiosi inglesi e svedesi, come Young.
In primo luogo; non  riusciva a capire se la scrittura  era ideografica o fonetica:
quei segni rappresentavano un'idea o un suono?
Questo rompicapo durò fino  alla fatidica data del 14 settembre 1822
quando Champollion ebbe un' intuizione geniale:
e se fosse una miscellanea di ideogrammi e segni fonetici?
 Infatti era proprio così..........e il mistero fu svelato.
Gli Egizi avevano circa 800 caratteri (contro i nostri 26); c'erano quelli monoconsonantici,
quelli bi e triconsonantici, altri - come i fonogrammi - fornivano il suono di parole intere
o - come gli ideogrammi - indicavano idee e infine c'erano determinativi e rafforzativi.
Per scrivere, spesso, usavano i geroglifici solo per i suoni delle consonanti;
Questo poteva generare confusione.
Come se noi ad esempio per scrivere "pirata" scrivessimo P-R-T
per noi il significato sarebbe chiaro, ma chi legge potrebbe anche
interpretarlo come "parata".
e se scrivessimo M-R chi potrebbe essere sicuro
che volessimo scrivere Mario, mare o mira o muro...?
Per poter capire il significato  della scrittura egizia,
bisogna guardare per prima cosa alla parola nel contesto della frase per figurarla,
oppure si può usare un determinativo, cioè un geroglifico che non ha suono
e che viene messo per dare una traccia del significato della parola.
Esso viene aggiunto alla fine della parola stessa.
Così se alla fine dell'ultimo esempio su riportato si aggiunge
il determinativo dell'uomo seduto la parola si può interpretare come Mario.
I determinativi usati dagli Egizi erano circa 1000,
questo ci fa capire perché per un antico scriba
ci volevano molti anni di formazione e molta memoria per imparare a scrivere bene.
Ecco alcuni esempi:<
Uomo seduto = ruoli e nomi maschili



Donna seduta = ruoli e nomi femminili



Bue = bestiame



Pianta = piante, fiori



Rotolo di papiro = scrittura o concetti astratti



Sovrano seduto = Faraone



Città = paesi, città,luoghi, abitanti



Passero = piccolo, negativo, meschino



Sole = tempo, sole, azioni solari



É importante a questo punto ricordare il “verso” nel quale si leggono i geroglifici.
I segni vanno letti da sinistra o da destra a seconda della direzione verso cui
sono rivolti uomini o animali.
Se l’uomo o l’animale guarda a destra è da quella direzione che si deve cominciare la lettura
e viceversa.
In particolare ciò diventa importante quando si vuole decifrare il nome di un sovrano
che di solito è racchiuso nel cosiddetto cartiglio come nel caso che segue:



L’avvoltoio della dea Mut guarda a destra ed è da quella direzione che si comincia a leggere.
In questo caso l’avvoltoio e la semisfera sono rafforzativi e si leggono alla fine.
Cominciando da destra troviamo un segno simile ad uno strumento

(ma simboleggia la trachea) che si legge “nefer”,
poi c’è la semisfera (“T”) e la canna in fiore (“A”) poi la bocca (“R”)

e le due barre che si leggono “Y”.
Sotto un rettangolo (“meri”) e una serpentina (“N)
L’ultima “t” è una desinenza femminile per far capire che stiamo parlando di una donna.
Il tutto, messo insieme, si legge NEFER-T-A-R-Y MERI (T) EN MUT
e cioè la regina Nefertari amata (meri-t) da Mut (la dea).
Questo è uno dei tanti esempi di cartigli che si trovano nelle tombe regali in Egitto.

I generi
L’antica lingua egizia aveva soltanto due generi: maschile e femminile.
Per trasformare un nome da maschile a femminile si aggiungeva una “t”
raffigurata dal simbolo che precedeva l’eventuale determinativo.
Ad esempio:
Signore = NEB
Signora = NEBET

L’ALFABETO EGIZIO

Scrivi il tuo nome in geroglifico

http://mari26.free.fr/istempo/gerogl/gerogl.htm

Ecco il mio



e per capire le difficoltà dell'interpretazione della scrittura egizia
consiglio di leggere questo spassoso racconto di Achille Campanile
che trovate qui
http://uz.sns.it/~fvenez/ramesse.html









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