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ETRUSCHI



 

 
 



L'ABITAZIONE



Gli antichi Etruschi vivevano in capanne.
Nel villaggio queste erano raggruppate in piccoli nuclei con aree di uso comune,
nelle quali si trovavano pozzi per l'acqua, buche per lo scarico dei rifiuti,
focolari e recinti per gli animali di allevamento (ovini, caprini,suini bovini).



Spazi aperti fra i villaggi venivano usati per le attività agricole
(coltivazioni di cereali, legumi, ortaggi),
che fornivano i prodotti principali per l'alimentazione.
La caccia e la pesca integravano queste attività.
L’antenata dell’abitazione etrusca, dunque, può essere trovata con certezza
nelle antiche capanne preistoriche circolari che furono sostituite
in seguito da quelle rettangolari con due o più ambienti.



Testimonianza di quanto detto, sono i cosiddetti “Fondi di capanna”,
termine con cui si indicano, in archeologia, le grandi macchie scure
che si rintracciano durante lo scavo di un abitato
e che corrispondono al pavimento di una capanna.
Il colore nero deriva dalla decomposizione dei resti organici
(ossa di animali, resti del cibo, legno, ...) frammisti a pezzi di ceramica.



Fasi della costruzione di una capanna circolare
Viene raccolto e preparato il materiale da costruzione:
i pali sono ricavati dagli alberi tagliati nei boschi circostanti l'abitato.



Le cannucce sono raccolte nelle paludi, che si estendevano
soprattutto nella zona nord dell'attuale città.



Si costruiscono le pareti: i blocchi di argilla impastata con paglia e sterco,
sovrapposti l'uno all'altro e intercalati da rametti,
formano il muro di contorno.



Alcuni pali legati insieme e incastrati sul muro
costituiscono la prima intelaiatura del tetto;
sul punto di incrocio viene appoggiata la trave di colmo.



A questo punto si completa la struttura portante del tetto
con l'aggiunta di altri pali verticali
legati tra di loro e con l'inserimento, in senso orizzontale,
di sottili bacchette flessibili disposte a distanza regolare.



Il tetto viene rivestito con mazzetti di cannucce legate con fibre vegetali alle bacchette orizzontali.
Si comincia dal basso in modo che i mazzetti superiori si sovrappongano a quelli della fila inferiore.
Le pareti sono intonacate e rifinite in argilla.



Sul tetto di cannucce sono fissate altre bacchette
per rendere più resistente al vento la copertura.
Nella parte alta viene lasciata una apertura
che permette la fuoriuscita del fumo del focolare.



Viene infine rifinito il pavimento e preparato il grande vaso per contenere i cereali.



A queste primitive abitazioni gli Etruschi sostituirono, nei secoli successivi,
case di tipo orientale con due o tre vani preceduti da un disimpegno trasversale.
In seguito su un unico asse si apriva un corridoio di accesso
e un vano centrale di servizio che permetteva di accedere nel vano di fondo.
Gli arredi delle case signorili erano molto ricchi
ed erano costituiti essenzialmente da tavolini, panche e poltrone di legno e di vimini.
Sempre in legno erano i giacigli per riposare,
ricoperti di pelli o di grandi teli di lana ruvida.
Speciali letti in bronzo erano invece riservati agli ospiti durante i banchetti:
uomini e donne si sdraiavano tra comodi cuscini
ricoperti da stoffe a tinte vivaci preziosamente ricamate.
Le pareti erano spesso riccamente affrescate e ornate con oggetti portafortuna.
Gli oggetti di uso più comune erano gli incensieri, le ciste, i bracieri mobili,
candelabri di bronzo e recipienti di terracotta e di bronzo.
Amanti della buona cucina, gli Etruschi avevano anche ricche e abbondanti suppellettili
come stoviglie, piatti, tazze e brocche in bucchero
(ceramica realizzata in argilla nera lucidata in superficie)
o, nelle case più ricche, anche in bronzo, in argento e in oro.



Asce e spiedi servivano per tagliare le carni e arrostirle
su appositi bracieri o tripodi di bronzo, mentre negli orci,
nelle olle e nei crateri, si servivano vino e olio.
Dalle tombe scavate nella roccia di Cerveteri ci sono pervenuti preziosi esempi di interni.
L’aspetto esterno delle case è difficilmente ricostruibile
perché non ci sono giunti edifici integri
ma solo fondamenta e resti di muri divisori.
Ciò nonostante, anche per merito delle urne cinerarie
e degli impianti urbani di Marzabotto,
possiamo dedurre che la casa etrusca era composta da un edificio rettangolare ad un unico piano,
con tetto a doppio spiovente di pendenza limitata.
L’edificio era costruito su un basamento di pietre squadrate
e i muri erano fatti con filari d’argilla e mattoni crudi
o con pietruzze inserite fra assi di legno e intonaco argilloso.
La forma tipica del tetto era a spiovente,
ricoperto da tegole, ma erano presenti anche tetti a terrazza.
L'esterno delle case era riccamente decorato da terrecotte policrome,
all'interno le pareti delle stanze erano affrescate a motivi geometrici o con scene figurate.



I materiali con cui erano costruite le case del ceto popolare
non differivano molto da quelli che erano utilizzati
per le dimore delle classi gentilizie:
quindi uno zoccolo in pietra su cui venivano alzati muri in argilla o mattoni crudi,
sorretti da intelaiature in legno.
Le case erano affiancate e raggruppate in isolati, gli ambienti erano piccoli
e con uno scarso sviluppo in altezza.
Secondo i precetti religiosi le strade dovevano incrociarsi ad angolo retto.
Nella realtà, siccome spesso le città venivano edificate su alture,
ciò era impossibile, e gli abitati si formavano
adeguandosi alle caratteristiche del luogo,
dando vita ad un tortuoso dipanarsi di stretti vicoli.
In genere la casa era molto semplice e modesta con un mobilio molto limitato.
Tipico elemento dell’arredamento era la poltrona di vimini
con ampia spalliera e sedile rotondo, spesso riprodotta in alcune tombe di Cerveteri.
Nelle sale da pranzo vi erano tavole di piccole dimensioni, quadrate,
rettangolari o rotonde, sulle quali venivano collocati
i piatti per le vivande e le tazze per bere.
Attorno alle tavole si trovavano alti divani poiché gli Etruschi,
come i Romani, mangiavano stando sdraiati su un fianco.
Costruiti in legno, i divani o triclini, avevano la sponda artisticamente lavorata
ed erano sorretti da gambe ben tornite.
Sopra venivano stese stoffe pregiate e soffici cuscini sui quali i commensali appoggiavano il gomito.
A completare l’arredamento di quella che potremmo chiamare la sala da pranzo,
vi erano delle poltrone in legno, munite di un sedile a forma circolare e di un alto schienale.
Nelle camere da letto, invece, trovavano posto letti bassi, in legno,
sostenuti da gambe intagliate, riccamente decorati e coperti da cuscini.
Sul pavimento di queste camere, specie nelle case dei ricchi,
venivano stesi tappeti e stuoie.
Nella casa etrusca non mancavano le suppellettili più comuni
come vasi, bicchieri, posate e piatti anche se a noi sono giunti
soltanto gli oggetti più preziosi
che venivano collocati fra l’arredo funebre degli estinti.
L’arredo comprendeva anche oggetti dedicati al cosiddetto “mundus” e cioè cofanetti,
scrigni, pettini, rasoi e tutto quello che normalmente veniva usato
per la pulizia e l’igiene e che fu patrimonio comune
di tutte le civiltà antiche.



L’illuminazione era ottenuta per mezzo di candelabri in bronzo
a forma allungata e con punta a becco d’uccello,
sulle quali venivano infissi i ceri, candelabri ad olio e lucerne
appese al soffitto come dei lampadari.
I poveri si accontentavano di semplici torce fissate alle pareti.



Un affresco della tomba Golini di Orvieto
ci ha permesso di ricostruire inoltre l’arredamento delle cucine.
Al centro della stanza erano sistemati dei tavolini rettangolari
sui quali venivano disposte le vivande pronte
per essere portate nella sala del banchetto.
Negli angoli c'erano un fornello che serviva per arrostire le carni
ed un mortaio di bronzo costituito da un recipiente rotondo poggiato su un tripode.







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