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ETRUSCHI

ARTE




L’ARTE
L'arte presso gli etruschi ebbe sempre un legame con la vita quotidiana,
una finalità pratica più che estetica, tanto che si é spesso parlato
di un artigianato artistico e non di un'arte intesa come fenomeno autonomo
con finalità estetiche sue proprie.
Si trattò di un'arte spontanea, "primitiva", "illusionistica",
che mirava alla intensità dell'espressione anche a costo di deformare la realtà naturale.
Per questo motivo essa fu apprezzata pienamente solo nel xx secolo,
quando si rivalutarono il romanico, il gotico e l'arte primitiva negra.
Anche per quanto riguarda la pittura dobbiamo parlare di arte sacra
e non di un'arte fine a sé stessa.
I dipinti ritrovati sono quelli che ornavano le pareti delle tombe,
e possiamo distinguere nelle rappresentazioni due momenti distinti:
il primo momento caratterizzato da raffigurazioni estremamente realistiche,
tese a ricordare la vita del defunto con simposi, giochi, gare sportive.;


Tomba di Tarquinia "lottatori"

il secondo, affermatosi tra il V ed il IV secolo a.C., quando si era affermata
l'idea della trasmigrazione dell'anima nel aldilà:
Prevalsero allora le scene mitologiche, le immagini riferite
al mondo dell'oltretomba e ai suoi demoniaci abitanti.


Demone

Occasioni profane mancarono anche alla scultura
i cui motivi ispiratori attinsero soprattutto alla sfera sacrale e funeraria.
Le forme espressive più popolari erano rappresentate dai canopi.
vasi funerari di forma ovoidale o biconica, in bronzo o terracotta,
che riproducevano sul coperchio una testa umana, e i lineamenti del morto.


Canopo di Chiusi

Da qui si sviluppò un'abilità più matura che portò alla figura umana completa,
come nel sarcofago degli sposi di Cerveteri, databile al VI secolo a.C.,
dalle forme raffinate ed eleganti.


Sarcofago degli sposi

Date le tendenze di fondo dell'arte etrusca: immediatezza ed espressività,
gli scultori si dedicarono preferibilmente alla modellazione della creta (coroplastica)
o alla produzione di bronzetti, attraverso il passaggio intermedio della cera.
Mancò insomma una vera statuaria in marmo e vennero invece scolpiti
materiali leggeri: arenarie, tufi, alabastri, cioè pietre
che si prestavano ad un trattamento facile ed immediato.
Vero capolavoro della coroplastica etrusca è l’Apollo di Veio,
uno dei rari lavori dei quali sia noto l'artista creatore, Vulca,
chiamato poi anche a Roma per eseguire le statue del tempio di Giove sul Campidoglio.
L'Apollo costituisce un esempio della originalità artistica etrusca,
sia per la linea elegante ma ricca di forza e tensione plastica,
sia per la singolare espressività del volto,
animato da un sorriso enigmatico.


Apollo di Veio

Nella maggior parte delle tombe, tra la metà circa del VII secolo
ed i primi decenni del V secolo a.C., sono stati rinvenute
delle ceramiche tipiche della produzione etrusca:
i buccheri, vasi caratterizzati dal colore nero lucido delle superfici,
determinato dalla tecnica di fabbricazione e cottura.


Bucchero

Nella fase più antica il bucchero risentì dell'imitazione della ceramica greca (bucchero sottile prodotto a Cere, Tarquinia, Vulci),
nell'ultima fase della produzione si arrivò al bucchero pesante,
con pareti spesse e decorazioni in rilievo o applicate.
Tra i bronzi, di solito votivi e standardizzati in una produzione in serie,
degna di nota sono la Lupa Capitolina, V secolo,
immobile ma emanante una forza quasi demoniaca


Lupa Capitolina

e la Chimera di Arezzo, di un secolo più tarda,
della quale sono notevoli la lavorazione della criniera
e della coda e l'espressione feroce del muso ruggente.


Chimera di Arezzo

É proprio nelle arti "minori", nella vastissima produzione di suppellettili,
piccoli bronzi fusi e piccole terrecotte con funzioni ornamentali,
gemme incise e avori intagliati,
che si espresse al meglio l'originalità e la creatività degli artisti etruschi.
Particolare attenzione meritano gli specchi, trovati a centinaia nelle necropoli.
Il modello più comune era quello tondo con il manico.
Il retro della superficie di bronzo era inciso, solitamente con soggetti mitologici
provenienti dall'arte greca, oppure coperto di iscrizioni.


Retro specchio

Ricchissima e meritatamente famosa anche la produzione di monili ed oggetti d’oro,
nella quale gli etruschi dimostrarono un elevato grado di elaborazione tecnica,
capace di sfruttare le possibilità espressive del metallo.
Il periodo di massima fioritura fu tra la metà del VII e la fine del VI secolo a.C.,
a Vetulonia e Vulci.
Nella tomba Regolini- Galassi, scoperta a Cere nel 1832,
gli archeologi si trovarono davanti ad un gran numero di gioielli;
grandi bracciali lavorati, fibule incise, un pettorale
in oro sbalzato di 42 cm. conservato ai musei Vaticani.


Collana in oro


Fibula



LE STELE

Con questo termine si definiscono i monumenti funerari
costituiti da lastre che venivano infisse nel terreno presso la tomba per segnalarne l'esistenza.
Durante la fase orientalizzante le stele cosiddette «protofelsinee»
erano costituite da una lastra sormontata da un disco,
la cui forma potrebbe alludere vagamente ad una figura umana
e quindi richiamare simbolicamente il defunto,
e decorate a bassorilievo da motivi orientalizzanti:
albero della vita, elementi vegetali ed animali, ecc



Nel fiorire della fase tipo Certosa le stele diventano più numerose
(nel Museo di Bologna ne sono conservati più di 200 esemplari)
e assumono una forma a ferro di cavallo, decorata a bassorilievo,
Le scene raffigurate, che testimoniano vivaci scambi culturali
con il mondo greco, hanno come soggetti principali
il commiato dai parenti, il viaggio nell'aldilà,
frequentemente compiuto sul carro e in compagnia di demoni,
e i giochi; sono presenti anche immagini legate al ruolo del defunto
rappresentato come guerriero o magistrato.
Su alcune stele compaiono iscrizioni con i nomi dei defunti
e talvolta le cariche ricoperte in vita.









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