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INVENTIAMO UNA FIABA

Questo è stato un esperimento di scrittura creativa.
É stato realizzato in classe con l'apporto di tutti gli alunni,
durante le ore di compresenza con l'Inglese quando esisteva il tempo prolungato.

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C’era una volta, tanto e tanto tempo fa, in un bosco lontano lontano,
un castello dove viveva una principessa.
Questa principessa, di nome Giada, viveva felice con il principe Franz,
la serva Irma, e il cane Tobia.

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Tobia era un cane speciale, infatti era un cane parlante.
Un giorno, mentre il principe era in giardino a raccogliere
un mazzo di fiori da regalare alla principessa,



un folletto, che viveva dentro uno dei fiori che il principe aveva raccolto,
vedendosi privato della sua casa, per vendicarsi, lo trasformò in una grande lucciola.



Quando scese la notte, la principessa preoccupata
per la lunga assenza di Franz,
si affacciò alla finestra e, al chiaro della luna, vide dei fiori strappati.
Uscì dal castello e, avvicinandosi ai fiori,
vide una lucciola che spargeva una grande luce.



Giada,incuriosita, si chinò per guardare meglio
e si accorse che la lucciola aveva in testa la corona di Franz.
La principessa era accompagnata dal fedele Tobia, il quale,
fiutando la lucciola, riconobbe l’odore del suo padrone
e disse a Giada: «Questa lucciola è il principe».
Mentre il cane parlava con la principessa, comparve il folletto che,
ancora arrabbiato per aver perduto la sua casa,
non sapendo chi fosse quella fanciulla,
raccontò quello che era successo.
A questo punto la principessa disperata,
si mise a piangere e corse verso il castello.
Irma, la serva, vedendola in quello stato,
le chiese perché piangesse e Giada,
fra i singhiozzi, le raccontò tutto.



Irma, che era brutta e cattiva e da sempre
segretamente innamorata di Franz.
Si recò in giardino per cercare di scoprire come spezzare
l’incantesimo ed avere la riconoscenza del principe.
Trovato il folletto che stava cercando di ricostruire la sua casa,
premurosamente si offrì di aiutarlo e,
mentre lo aiutava, gli chiese cosa fosse accaduto.
Il folletto le raccontò tutto ed indicò la lucciola
che piangeva disperata.
Irma, mostrandosi molto interessata alla storia,
chiese al folletto se fosse possibile spezzare l’incantesimo
e il folletto le rispose che, per farlo,
ci voleva una fanciulla buona ed innamorata, disposta
a correre dei rischi.
Avrebbe dovuto, infatti:
trovare l’erba magica che cresceva dentro la grotta di un orso gigantesco,
strappare il pelo d’oro al drago che viveva sulla montagna
e catturare il pesce con tre occhi che viveva in un lago incantato.



Tobia, che era nascosto tra i cespugli ed aveva ascoltato tutto,
corse al castello per riferire a Giada, quello che aveva sentito.
Giada, allora, si mise in cammino e, lungo la strada
incontrò Irma che, fingendo di volerla aiutare, le disse:
« Il folletto mi ha indicato la strada ed io ti aiuterò a trovarla».
Giada, molto contenta, si avviò con Irma
non sapendo che quella la voleva ingannare.



Le disse, infatti, che, per salvare il principe,
bisognava percorrere il sentiero che era sulla sinistra
e che l’avrebbe portata alla grotta dell’orso.

Giada s’incamminò verso sinistra, mentre Irma, di nascosto,
s’incamminò verso destra, come le aveva detto il folletto.

Cammina, cammina, incontrò un lupo che si lamentava.<



Irma gli chiese cosa avesse e il lupo,
che parlava benissimo il linguaggio degli uomini,
le rispose:«Ti supplico, aiutami, ho una spina nella zampa
e non posso camminare».
Irma gli rispose: « Non ho tempo, arrangiati»
e continuò il suo cammino.

Cammina, cammina, incontrò un pappagallo che si dibatteva disperatamente.



Irma gli chiese che cosa avesse e quello,
che parlava benissimo il linguaggio degli uomini,
le rispose:«Ti supplico, aiutami, ho un’ala trafitta
da una freccia che mi impedisce di volare».
Irma gli rispose: « Non ho tempo, arrangiati» e continuò il suo cammino.

Cammina, cammina, arrivò vicino ad un lago
ed incontrò un cigno che piangeva disperatamente.



Irma gli chiese cosa avesse e il cigno,
che parlava benissimo il linguaggio degli uomini,
le rispose:«Ti supplico, aiutami, il mio uovo è rotolato
in un buco e non riesco a tirarlo fuori».
Irma gli rispose: « Non ho tempo, arrangiati»
e continuò il suo cammino.

Cammina, cammina, Irma arrivò alla grotta dell’orso gigantesco
e cominciò a cercare l’erba magica che si trovava
nell’angolo più buio della grotta e che luccicava come l’oro.
Irma si avvicinò senza accorgersi che c’era l’orso che dormiva.
Appena colse il primo filo dell’erba magica,
la grotta cominciò a tremare e l’orso si svegliò.



Vedendo Irma con il filo d’erba in mano, si arrabbiò
e con il suo sguardo la trasformò in una statua di pietra.

Intanto Giada, cammina, cammina, arrivò anche lei vicino al lago
e vide il cigno che piangeva come un disperato.



Giada gli chiese che cosa avesse e il cigno che parlava benissimo
il linguaggio degli uomini,le rispose:
«Ti supplico, aiutami, il mio uovo è rotolato in un buco
e non riesco a tirarlo fuori».

Giada rispose: «Non ti preoccupare, ti aiuterò io» e,
fattosi indicare il buco in cui si trovava l’uovo, lo tirò fuori.
Il cigno riconoscente la ringraziò e le indicò il luogo
dove avrebbe trovato il pesce con tre occhi.

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Giada ringraziò e, dopo aver trovato il pesce con tre occhi,
continuò il suo cammino.

Cammina, cammina, incontrò un pappagallo che si dibatteva disperatamente.
Giada gli chiese che cosa avesse e quello,
che parlava benissimo il linguaggio degli uomini,
le rispose:«Ti supplico, aiutami, ho un’ala trafitta da una freccia
che mi impedisce di volare».



Giada rispose: «Non ti preoccupare, ti aiuterò io»
e, dopo aver tolto la freccia dall’ala, si strappò
un lembo della veste e gliela fasciò.
Il pappagallo riconoscente, volò sulla montagna e,
dopo aver strappato al drago il pelo d’oro, lo consegnò a Giada
che lo ringraziò e continuò il suo cammino.



Cammina, cammina, incontrò un lupo che si lamentava.
Giada gli chiese cosa avesse e il lupo,
che parlava benissimo il linguaggio degli uomini,
le rispose:«Ti supplico, aiutami, ho una spina nella zampa e non posso camminare».



Giada rispose: «Non ti preoccupare, ti aiuterò io» e,
dopo aver tolto la spina dalla zampa,
si strappò un lembo della veste e gliela fasciò.

Il lupo riconoscente, le indicò la grotta dell’orso gigantesco
e le raccomandò di scappare subito dopo aver strappato l’erba magica,
senza guardare l’orso, altrimenti rischiava di rimanere pietrificata.



Giada ringraziò e, continuò il suo cammino.

Cammina, cammina, arrivò alla grotta dell’orso gigantesco
e cominciò a cercare l’erba magica che si trovava nell’angolo più buio della grotta.

Quando vide l’erba, ricordandosi quello che le aveva detto il lupo,
la strappò con forza e cercò di scappare ma, nella fretta,
sbatté contro una statua e cadde per terra.
Rialzandosi si accorse che quella statua somigliava ad Irma
e si rese conto che quella l’aveva ingannata.



Giada, avendo superato le prove, ritornò al castello
e si mise alla ricerca del folletto,
insieme al fedele Tobia che, fiutando il terreno,
trovò il fiore dove il folletto aveva ricostruito la sua casa.

Quando il folletto la vide, le chiese che cosa volesse e Giada rispose:
«Ti ho portato l’’erba magica, il pelo d’oro del drago,il pesce con tre occhi
che tu avevi chiesto per spezzare l’incantesimo e restituirmi il principe».
Il folletto però, le disse che avrebbe dovuto superare un’altra prova:
preparare una pozione con gli ingredienti che aveva trovato.



Giada tornò al castello e preparò la pozione,
la mise in una ciotola e la portò al folletto che le disse:
«Se il tuo è amore vero, la lucciola tornerà principe,
altrimenti rimarrà lucciola per sempre»,
poi si avvicinò alla lucciola che piangeva disperatamente
e le versò sul capo la pozione.

Subito la lucciola ebbe come un guizzo e dal suo involucro uscì Franz
che apparve a Giada più bello e affascinante di prima.



Giada e Franz si abbracciarono e tornarono al loro castello
insieme a Tobia e vissero felici e contenti per tanti e tanti anni,
mentre Irma rimase per sempre pietrificata
a dimostrare al mondo che la cattiveria prima o poi viene punita e
il bene trionfa sempre.

Classe 1 D
Laboratorio in compresenza
Lingua Italiana-Lingua Inglese

Istituto Comprensivo di Cinisi
Scuola Media
Anno scolastico 2003 - 2004

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