Privacy Policy Medioevo Schiavitù/title> <style type="text/css"> body{ /* informazioni sul sfondo */ background-color: #ffffff; background-attachment: scroll; background-repeat: repeat; background-position: left top; /*impostiamo i margini*/ margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;margine alto variare per scendere testo margin-bottom: 0px; /*impostiamo la cornice*/ margin: 50px auto auto auto; /*font*/ font-family: "Comic sans MS"; font-size: 14pt; font-weight: normal; color: #000000; /*barra di scorrimento*/ SCROLLBAR-FACE-COLOR: #800000; SCROLLBAR-ARROW-COLOR: #FFFFFF; SCROLLBAR-BASE-COLOR: #800000; scrollbar-track-color: #e8dabd; scrollbar-shadow-color: #FFFFFF; scrollbar-highlight-color: #FFFFFF; scrollbar-3dlight-color: #FFFFFF; scrollbar-darkshadow-Color:<STYLE> } /*link*/ a { text-decoration: none; font-size: 14pt; font-weight: normal; font-family: "Comic sans MS"; cursor: crosshair; } a:link { color: #ff0000; } <br> a:visited { color: 0000ff; } a:hover { color: #ffffff; } a:active { color: #00ff00; } h1 {margin-right:0cm; margin-left:0cm; text-align:center; page-break-after:avoid; font-size:13.5pt; font-family:"Times New Roman"; color:#333399; } li.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin-bottom:.0001pt; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; margin-left:0cm; margin-right:0cm; margin-top:0cm} h2 {margin-right:0cm; margin-left:0cm; text-align:center; page-break-after:avoid; font-size:14.0pt; font-family:"Times New Roman"; color:#333399; } h3 {margin-right:0cm; margin-left:0cm; text-align:center; page-break-after:avoid; font-size:13.5pt; font-family:"Times New Roman"; } h4 {margin-right:0cm; margin-left:0cm; text-align:center; page-break-after:avoid; font-size:14.0pt; font-family:"Times New Roman"; color:purple; } h5 {margin-right:0cm; margin-left:0cm; text-align:center; page-break-after:avoid; font-size:14.0pt; font-family:"Times New Roman"; color:#993366; } h6 {margin-bottom:.0001pt; text-align:justify; text-justify:inter-ideograph; page-break-after:avoid; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; color:#993366; margin-left:0cm; margin-right:0cm; margin-top:0cm} TD.corpo { font : normal 10pt Verdana, Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; table.MsoNormalTable {mso-style-parent:""; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; } </STYLE> <SCRIPT language=vbscript> dim a,b,c a=0:b=0:c=0 SetInterval "scroll",44 Sub scroll() a=a+1 b=b-1 c=c document.body.style.backgroundposition= b&" "&a End Sub </SCRIPT> <body> <CENTER> <TABLE border=2 cellSpacing=5 borderColor=#311301 cellPadding=4 width="73%" background="http://ilmondodiaura.altervista.org/giffine/Kat_check06.gif" bgColor=#00011a> <TBODY> <TR> <TD> <TABLE border=2 cellSpacing=5 borderColor=#311301 cellPadding=20 width="100%" bgColor=#00011a background="http://ilmondodiaura.altervista.org/sfondi/carta_antica2.jpg"> <TBODY> <TR> <TD align=middle> <body background="http://ilmondodiaura.altervista.org/TERRA/carta_grossa.jpg" id="table1" bordercolor="#8ffffff"> <FONT size=4 face="Comic Sans MS" color="#800000"> <br><br> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/Immagine10.png" width="590" height="197"><p> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/ballomedievale.jpg"STYLE="BORDER: 3PX SOLID #ffffff; width="414" height="360"><p>  <p> <center> <div id="google_translate_element"><div style="" dir="ltr" class="skiptranslate goog-te-gadget"><div id=":0.targetLanguage"> </div> </div></div><center><div id="MicrosoftTranslatorWidget" style="width: 200px; min-height: 83px; border-color: #3A5770; background-color: #311301;"><noscript><a href="http://www.microsofttranslator.com/bv.aspx?a=http%3a%2f%2fgraficapergioco.altervista.org%2f">Traduci questa pagina</a><br />Fornito da <a href="http://www.bing.com/translator">Microsoft® Translator</a></noscript></div> <script type="text/javascript"> /* <![CDATA[ */ setTimeout(function() { var s = document.createElement("script"); s.type = "text/javascript"; s.charset = "UTF-8"; s.src = ((location && location.href && location.href.indexOf('https') == 0) ? 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width="350" height="228"><p> Nel corso del X secolo, infatti, si ebbero le prime forme di liberazione dei servi,<br> dovute soprattutto all’iniziativa dei Comuni in continua lotta<br> con la classe feudale per la conquista del contado.<br> Lo schiavo diventò servo e si incominciò a trattarlo <br> come un essere umano e non più come una cosa.<br> Grazie a questo cambiamento il servo acquisì tutti i diritti di un uomo:<br> infatti ebbe la possibilità di sposarsi e di fare figli ai quali <br> poteva lasciare tutti i suoi possedimenti.<br> Nell'Europa medievale in realtà la schiavitù finì anche perché la Chiesa<br> estese a tutti gli schiavi i sacramenti e  proibì<br> la schiavitù per i cristiani e gli ebrei, tanto da ottenere <br> una abolizione totale della schiavitù nelle terre dei re cristiani.<p> .<img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/SCHIAVITU/schiavi.jpg" width="448" height="317"><p> Non mancarono però, anche provvedimenti dei comuni: si ricordi ad esempio <br> il Liber Paradisus con cui nel 1256 furono liberati a Bologna<br> i servi della gleba e anche gli schiavi al cui traffico i comuni partecipavano.<br> Il 25 agosto 1256, infatti, la campana dell'Arengo del palazzo del Podestà<br> chiamò a raccolta i cittadini bolognesi in piazza Maggiore:<br> il Podestà (Bonaccorso da Soresina) ed il Capitano del popolo annunciarono <br> la liberazione di circa 6.000 servi, appartenenti a circa 400 signori <br> (solo la famiglia Prendiparte, proprietari dell'omonima torre, ne possedevano più di 200).<br> Essi furono riscattati con il pagamento, da parte del tesoro comunale, <br> di 8 (per i bambini) o 10 (per i maggiori di quattordici anni) lire d'argento bolognesi; <br> questi erano grossomodo i prezzi di mercato dei servi. <br> Per la liberazione di 5.855 servi il comune pagò 54.014 lire bolognesi.<br> In quell'occasione parlò anche Rolandino de' Passaggeri:<br> « Adamo aveva peccato d'orgoglio e debolezza per questo fu cacciato dal Paradiso. <br> Adamo prima di morire volle che Seth chiedesse al Cherubino il perdono divino.<br> Il Cherubino colse il seme dal pomo dell'albero fatale e lo pose sotto la lingua del morente.<br> Da quel seme nacque un grandissimo albero che seccò dopo mille e mille anni e fu tagliato alla radice. <br> Un giorno giunsero degli uomini che ne segarono due tronchi e con quelle fecero una croce... la Croce di Cristo.<br> Quindi l'albero del Paradiso, principio della colpa e della schiavitù, <br> diventa l'albero della redenzione e della libertà »<br> (Rolandino de' Passeggeri)<br> Nel salone del Palazzo del Podestà è presente un affresco di Adolfo De Carolis che ricorda tale avvenimento.<br> Con questo atto (uno dei principali atti liberatori servili medievali), chiamato anche Paradisum voluptatis,<br> Bologna fu il primo comune italiano (e forse fra le prime città al mondo) <br> ad approvare un atto che aboliva la servitù.<br> Nel 1257 il Comune fece compilare da quattro notai - fra cui Rolandino de' Passaggeri - <br> un memoriale con cui si elencavano nel dettaglio i nomi dei servi liberati. <br> Il libro, ora conservato presso l'Archivio di Stato (in piazza dei Celestini a Bologna), <br> è detto Paradiso perché la prima parola scritta è appunto Paradiso,<br> a ricordare che Dio in Paradiso creò l'uomo in perfettissima e perpetua libertà.<p> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/SCHIAVITU/LiberParadisus.jpg" width="378" height="500"><p> In realtà la liberazione di tanti schiavi fu anche una mossa dettata da interessi economici: <br> oltre ad una probabile miglior resa lavorativa dei servi, dopo la loro liberazione <br> Bologna pianificava di sottoporre alle tasse migliaia di nuovi individui fino ad allora esenti.<br> Per questo il Comune vietò ai servi liberati di spostarsi fuori dall'ambito della diocesi di appartenenza.<br> In certi casi i servi vennero raccolti in determinate località franche<br> (da cui ad esempio i nomi di paesi come Castelfranco).<br> Il processo di liberazione degli schiavi, avvenne molto lentamente e si manifestò solo in alcune zone,<br> come dimostra il fatto che ancora in Età Moderna<br> il problema della servitù della gleba era pienamente attuale in Europa,<br> specie nei paesi tedeschi e slavi, ove i governi per poter avere l’appoggio dei nobili <br> abbandonarono i servi all’arbitrio dei padroni.<p> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/SCHIAVITU/fb27b091b16c2fdc6ce391ae3e97cacd_medium.jpg"STYLE="BORDER: 3PX SOLID #ffffff; width="472" height="245"><p> Nel Medioevo il feudatario non aveva potere di vita o di morte su un servo,<br>  poteva solo comandarlo durante il suo lavoro nei campi come servo della gleba.<br> Se la schiavitù era proibita, questo non valeva per il commercio degli schiavi.<br> Va tenuto presente infatti, che dopo la prima metà del Duecento <br> il commercio degli schiavi tornò a rifiorire a causa dell’aumento della ricchezza<br> e del lusso nell’Europa occidentale, ma in aperto contrasto con lo spirito<br> e la lettera dei Vangeli, così bene interpretati dalle parole di San Paolo:<br> «non c’è più né ebreo, né greco, non c’è più né schiavo, né libero».<br> Durante tutto il Medioevo questo commercio fu fiorente ed il principale mercato <br> si trovava nella città di Verdun, in cui giungevano soprattutto<br> schiavi dalla Polonia che venivano inviati, via Spagna, nei paesi arabi.<br> Al risorgere dello schiavismo contribuirono essenzialmente due avvenimenti:<br> l’intensificarsi della pirateria e l’aprirsi di nuovi porti <br> sulle coste atlantiche dell’Africa e dell’Asia Minore bagnate dal Mar Nero.<br> Esso ebbe a svilupparsi ai danni non solo di quelli che affrontavano un viaggio<br> per mare, ma anche dei pacifici abitanti della costa, i quali<br> cadevano in servitù dei regni musulmani dell’Africa settentrionale,<br> ove città come Tunisi, Tripoli ed Algeri erano divenute fortificatissimi covi di pirati.<p> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/SCHIAVITU/2r2sy37.jpg"STYLE="BORDER: 3PX SOLID #000000; width="390" height="544"><p> Ben più importante corrente di traffico fu quella creata nell’Africa occidentale dai Portoghesi,<br> i quali, in un primo momento procedettero a limitati prelevamenti di donne e uomini negri<br> non già per desiderio di guadagno, bensì per soddisfare<br> la curiosità dei principi e dei mercanti che avevano finanziato l’impresa.<br> Solo in un secondo momento essi, attraverso l’esplorazione <br> di larghi tratti della costa senegalese, si dettero a rastrellare <br> intere regioni e a inviare a Lisbona, un gran numero di negri. <br> Tale forma di commercio divenne in breve tempo così intensa<br> che gli schiavi negri presenti nella stessa Lisbona finirono<br> per superare numericamente la popolazione bianca della città.<p> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/SCHIAVITU/in_the_slave-market_at_khartou_hi.jpg"STYLE="BORDER: 3PX SOLID #ffffff; width="500" height="280"><p> Né vanno dimenticati i mercanti pisani, veneziani e genovesi che prelevavano<br> schiavi dai territori orientali per rivenderli non solo in occidente, <br> dove venivano utilizzati come guardia del corpo<br> o come domestici nei castelli dei principi cristiani<br>  ma anche in Oriente, dove alla massa di schiavi che affluì <br> sui mercati europei dopo le Crociate, si aggiunsero ben presto <br> anche quelli acquistati nei porti del Mar Nero e di Siria <br> e venduti un po’ dovunque: Russi, Tartari, Slavi, Ungheri, Turchi e Polacchi <br> erano infatti ricercatissimi.<p> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/SCHIAVITU/10153.jpg" STYLE="BORDER: 3PX SOLID #000000;width="400" height="516"><p> Simbolo della nuova ricchezza dei signori delle città europee, <br> la schiavitù divenne un segno di prestigio delle famiglie:<br> giovani donne, forti e belle, sottopagate e senza alcun diritto, <br> venivano assunte al servizio dei signori come schiave o<br> serve per svolgere lavori domestici e soddisfare le voglie dei padroni.<br> Nelle ricche e popolose città dell’Occidente medievale, <br> la maggioranza degli abitanti apparteneva alle categorie del lavoro sottoposto e manuale.<br> Una parte cospicua di questi lavoratori era rappresentata da coloro <br> che vivevano quasi interamente le loro giornate confinati <br> tra le mura di abitazioni estranee, in cui erano chiamati a compiere le più diverse mansioni.<br> Erano prevalentemente donne, serve e schiave, drlle quali abbiamo un’ampia testimonianza<br> nelle memorie familiari, nei carteggi e nei libri di conto tenuti con cura dai padroni di casa.<br> Una componente notevole della manodopera domestica era costituita da schiave<br> che periodicamente affluivano ai mercati dei centri principali.<br> Esse dividevano, lavorando talvolta fianco a fianco nelle medesime case, <br> le gravose incombenze con le serve, donne libere che non avevano trovato<br> in città altre possibilità di impiego, anche se probabilmente alle schiave<br> venivano affidati i compiti più pesanti.<br> Tuttavia non si può nascondere che forse non doveva esserci una ripartizione rigida dei ruoli.<br> Cucinare, fare il bucato, rassettare la casa, procurare legna e acqua, <br> alimentare il fuoco, badare ai bambini, recarsi a fare la spesa al mercato cittadino,<br> fare commissioni, accompagnare fuori la padrona, erano compiti sia di serve come di schiave.<p> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/SCHIAVITU/donne-medievale-640x333.jpg"STYLE="BORDER: 3PX SOLID #ffffff; width="640" height="333"><p> <a href="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/MEDIOEVOINDEX.htm" style="color: #ff0000; text-decoration: none; font-size: 14pt; font-weight: normal; font-family: Comic sans MS; cursor: crosshair"> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/homemedioevo.png" width="309" height="66"></table></table><br><br> <p align="center"> <a href="http://ilmondodiaura.altervista.org/TERRAHOME.htm"> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/TERRA/hometerra.png"STYLE="BORDER: 3PX SOLID #ffffff; width="206" height="192"></font></a><font color="#800000"><br><br> Le immagini e le notizie sono prese dal web<br> il copyright è dei rispettivi autori<br><br> <a href="http://ilmondodiaura.altervista.org/home2.html"><font color="#800000"> <img border="0" src="http://ilmondodiaura.altervista.org/pasqua/home2012.gif" width="246" height="56"></font></a><br>  </font><p align="center"> <font color="#800000"> <!-- Inizio Codice Shinystat --> <script type="text/javascript" language="JavaScript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=ilmondodiaura"></script> <noscript> <a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"> <img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=ilmondodiaura" alt="Statistiche" border="0"></a> </noscript> <!-- Fine Codice Shinystat --> <p align="center"> <embed src=http://ilmondodiaura.altervista.org/MEDIOEVO/Bonumestconfidere.wav" width="185" height="25" autostart="True" loop="True"></embed> <noembed></noembed> </body> </html>