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DESTINAZIONE.........PARIGI

Io, Antonella e Marisa, .......le tre.....Grazie,
siamo partite da Palermo, il giorno 17 giugno alle 7,05 del mattino.
Dopo lo scalo a Roma, abbiamo preso l'aereo per Parigi,
dove siamo arrivate, in perfetto orario, alle 11,50, all'aeroporto Charles De Gaulle.

Da qui, ovviamente, dovevamo arrivare all'appartamento che avevamo affittato
per una settimana e che si trovava al centro di Parigi,
a 5 minuti a piedi dal Louvre.
Le mie amiche hanno avuto la "bella pensata" di prendere la navetta.
"Tanto una volta arrivate a Parigi, prendiamo la metropolitana
e in un batter d'occhio siamo all'albergo..."
Riflessione mia: ....."Sapendo dove andare.."....
Sebbene a Parigi tutto funzioni come un orologio svizzero,
la nostra navetta ci ha fatto aspettare più di mezz'ora
e, per di più, ha fatto il giro...''infinito......di tutti i terminal.
In poche parole siamo arrivate a Parigi,
circa alle 15 e...non finisce qui!
Bisognava prendere il metro per andare a Chatelet
(questa era la fermata che ci avevano indicato,
in realtà la fermata Louvre e ancor meglio Les Halles
sono molto più vicine, a due, tre minuti dall'albergo).
Ovviamente non avevamo biglietti, quindi Marisa è andata alla cassa
per prenderli e siccome si era deciso di prendere dei biglietti
che ci permettessero di cambiare tutti gli autobus
e metro che volevamo nelle 24 ore, ha preso due biglietti
per ciascuna per la "modica" cifra di 9 euro (il biglietto normale costava 1,50).
Non sapeva, la tapina, che il biglietto NON valeva dal momento della obliterazione,
ma dal giorno solare e quindi, non potendo andare in molti posti,
ed essendo già le 15,30 (senza essere arrivati ancora in albergo
e  per giunta a digiuno), il metrò ci è costato 9 euro al posto di 1,50.
Ma...non finisce qui.
Scesi a Chatelet come ci era stato detto,
ci siamo trovati nella rue Saint Lazare che è...infinita.

Noi dovevamo andare alla rue Saint Honorè, anche essa...infinita.

Marisa ed Antonella si sono messe quindi a guardare la cartina,
ma non riuscivano a raccapezzarsi su dove eravamo.
Io, nella mia qualità di "bagaglio appresso", non partecipavo alle discussioni,
cercavo di tenermi in piedi e trasportare il trolley
E qui è accaduto qualcosa di inaspettato....
i parigini che ricordavo molto scontrosi e che se non sapevi parlare
il francese correttamente ti guardavano dall'alto in basso, ...
si sono mostrati gentilissimi ed hanno cercato di aiutarci in ogni modo,
anche cercando di darci qualche dritta nel metro (ovvero nel labirinto),
per farci trovare l'uscita giusta.
Abbiamo saputo poi, che l'italiano si studia nelle scuole e quindi
molti erano felicissimi, probabilmente, di...esercitarsi, anche se,
ad onor del vero, alcuni di quelli che hanno cercato di aiutarci,
non conoscevano affatto l'italiano.
(Pare che l'Italia e la sua cucina sono fra i sogni dei giovani parigini di oggi).
Comunque, per farla breve, alla fine siamo riuscite a trovare la via giusta
e siamo arrivate in albergo intorno alle 16, ovviamente a digiuno.
Riflessione mia...."Benedetti i taxi.....".
(al ritorno lo abbiamo preso, facendocelo chiamare dall'albergo ed abbiamo
speso 55 euro, la sola navetta per tre era costata 34 euro.
Dall'aeroporto ci sarebbe sicuramente costato di più
ma ci saremmo stancate molto meno).
Arrivate in albergo, stanchissime, dopo esserci trascinate la valigia
per "mari e per monti", abbiamo preso possesso dell'appartamento.
Due stanze con tutto l'occorrente.
Ovviamente niente bidet e niente persiane per cui Marisa
ha cominciato a lamentarsi perché sicuramente la luce l'avrebbe svegliata presto,
senza considerare che in questo periodo a Parigi, alle 23 c'è ancora luce.
Poi non c'era l'aria condizionata, per cui si è preso il ventilatore.
(Noi, nella nostra stanza stavamo benissimo senza).
Comunque, ci siamo ripulite un pochino e siamo scese nella hall.
In questo complesso di appartamenti-hotel, tutti gli impiegati parlano
l'italiano e quindi ci hanno spiegato cosa fare e ci hanno consigliato
dei pacchetti per la visita di Parigi.
Il primo pacchetto che abbiamo preso è stato quello che comprendeva
il bateau mouche, il Louvre e l' Open tour.
La sera stessa, alle 20, abbiamo fatto il giro in battello
(a due passi dall'albergo) che è stato magnifico.
Lo abbiamo preso al Pont Neuf

che, tradotto, significa “ponte nuovo”; nonostante il nome,
è il ponte più antico di Parigi, infatti, la sua costruzione fu terminata nel 1607
sotto il regno di Enrico IV di Francia.
Il ponte deriva il suo nome dal fatto che è stato il primo ponte di Parigi
ad essere realizzato in pietra, rispetto ai precedenti ponti tutti in legno.
Il Pont Neuf, dichiarato nel 1991 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco,
è anche uno dei ponti più lunghi della capitale francese con i suoi 232
metri di lunghezza, insieme al Pont Aval e al Pont Amont.
Situato nel cuore della città, il ponte collega la riva sinistra
e la riva destra della Senna con l’Île de la Cité,
Questo ponte, ma anche un altro, sono pieni dei famosi lucchetti dagli innamorati.
Non avevamo ancora mangiato e quindi dopo il battello
abbiamo fatto pranzo e cena.. in contemporanea ma più che affamate
eravamo stanchissime e alle 22 eravamo già a letto

18/06/2015

Il giorno dopo, giovedì 18/06, visto che avevamo pagato 9 euro per il biglietto giornaliero,
con l'autobus siamo andate alla Tour Eiffel ma non ci siamo azzardate a salire
perché la fila era infinita, anche se a Parigi le code chilometriche
si esauriscono in brevissimo tempo.

Poi abbiamo visitato l'Arc de Triomphe e gli Champs Elisèes.
L'Arco di Trionfo si trova all'inizio del famoso viale dei Champs-Élysées,
al centro della piazza denominata una volta Place de l'Étoile
(oggi Place Charles de Gaulle).
Commissionato da Napoleone Bonaparte nel 1806, l'arco venne progettato
da Jean Chalgrin e costruito dagli architetti Louis-Robert Goust e Jean-Nicolas Huyot,
come versione neoclassica degli antichi archi di trionfo dell'Impero Romano.
Il monumento fu costruito per celebrare le vittorie di Napoleone Bonaparte
 durante le sue numerose battaglie.
Ogni sera alle 18.30 i membri dell'Associazione dei Combattenti o delle
Vittime di Guerra ravvivano la fiamma.
Questo accade fin dal 1923, anno dell'accensione.

L'Avenue des Champs-Élysées (letteralmente Viale dei Campi Elisi)
è uno dei più larghi e maestosi viali di Parigi.
Con i suoi cinema, cabaret (Lido), cafés e negozi di lusso,
gli Champs-Élysées sono una delle strade più famose del mondo.
Il nome fa riferimento ai Campi Elisi, regno dei morti della mitologia greca.
In origine erano dei semplici campi, fino al 1616,
quando Maria de' Medici decise di farvi costruire un lungo percorso alberato.
Tale percorso si estendeva dal Louvre fino alla Tuileries.
Nel 1724 il viale venne esteso fino a Place de l'Étoile
e alla fine del XVIII secolo, era diventato una via alla moda,
dove la regina Maria Antonietta passeggiava con le sue amiche
e prendeva lezioni di musica al Grand Hôtel de Crillon.

Quando, nel 1828, il viale divenne di proprietà della città,
vennero aggiunti percorsi pedonali, fontane e lampade a gas.
Nel corso degli anni il viale ha subito molti mutamenti, il più recente
nel 1993, quando i marciapiedi sono stati allargati .
Qui ogni anno il 14 luglio, alla presenza del Presidente della Repubblica,
si svolge la più grande parata militare di Francia.
Abbiamo girato a piedi per un bel po', abbiamo mangiato in un bistrot
e poi, dopo essere tornate agli Champes Elisées,
pensavamo di tornare in albergo.
La nostra "fortuna" ha voluto che proprio quel giorno
ci fosse uno sciopero dei controllori (di cui non avevamo conoscenza),
per cui, proprio il "nostro" autobus non passava mai.
Dopo aver atteso circa 1 ora, abbiamo preso il primo che capitava
che si è ingolfato nel traffico parigino e poi il metro.
Conclusione...arrivo in albergo alle 19.
Abbiamo comprato qualcosa al supermercato sotto l'albergo e siamo rientrate.

19/06/2015

Siccome la sfacchinata del giorno precedente non ci era bastata,
l'indomani, venerdì, siamo andate al Louvre.
Il museo ha preso il nome dal palazzo che lo ospita.
Originariamente una fortezza, costruita alla fine del XII secolo
durante il regno di Filippo II, fu la sede della monarchia francese
fino al 1682, quando Luigi XIV si trasferì nella Reggia di Versailles,
Creato dalla Rivoluzione, portato da Napoleone al rango di più grande
museo del mondo, il "Louvre" è ancora oggi il museo per eccellenza.
Ovviamente nessuna di noi aveva intenzione di visitarlo tutto,
io volevo rivedere la sezione egizia, Marisa quella greca.
Ci siamo andate a piedi visto che è vicinissimo all'albergo,
ma sebbene fosse ancora presto, la folla era enorme come al solito.

Abbiamo visitato un pezzo della parte dedicata agli Egizi

Abbiamo rivisto la Nike di Samotracia

e la famosissima Gioconda di Leonardo...sempre emozionante,

dove...abbiamo perso Antonella.
. Benedetti telefonini! Marisa le ha telefonato e ci siamo ritrovate.
La cosa bella è, che mentre fino a qualche anno fa, guai a chi faceva foto
nei musei e nelle chiese, ora nessuno dice niente.
Dappertutto c'era gente che scattava foto anche con il flash,
usando soprattutto i telefonini e dappertutto c'erano extracomunitari
che ti vendevano un aggeggio per fare i selfie,
per cui ho visto molti che si facevano la foto
con lo sfondo della Gioconda ad esempio.
Intanto si era fatto tardi ....
le soluzioni erano due: uscire a mangiare e poi tornare o mangiare al Louvre.
Uscire con la stanchezza che avevamo era...rischioso per cui
abbiamo avuto l'infelicissima idea di mangiare al Louvre.
Premetto che a Parigi abbiamo mangiato sempre bene nelle brasserie,
a prezzi contenuti (circa 15 euro).
Al Louvre abbiamo speso di più per un'insalata neppure condita.
Ma la stanchezza era tanta che nessuna aveva voglia di andare
 al banco per chiedere i condimenti.
Dopo abbiamo fatto un altro giro,

siamo tornate in albergo, ci siamo riposate e poi, dopo aver cenato
con dei parenti di Marisa, ce ne siamo tornate a...dormire.
Che volete...la vecchiaia si fa sentire.

20/06/2015

Esauriti i biglietti che avevamo comprato, sabato 20,
avevamo deciso di andare a Giverny a vedere la casa di Monet.
Marisa non ci voleva andare ma poi si era convinta.
Siamo quindi andati alla stazione per prendere il treno delle 11.05,
ma non sapevamo dove prendere i biglietti perchè
ci mandavano da un posto all'altro.
Poi abbiamo capito che bisognava usare le infernali macchinette.
Dopo aver percorso per lungo e per largo la stazione, senza riuscire
a fare il biglietto una guida ci aveva aiutati a farlo con la carta di credito
di Antonella che, però, al momento di mettere il pin non se lo ricordava.
Per cui abbiamo perso il treno. Ce n'era un altro alle 12.05 ma Marisa
era fuori di sé dalla rabbia e non ci voleva più andare, per cui
dopo un alterco fra Antonella e Marisa che non faceva altro
che lamentarsi per questo "disservizio", non siamo più andate
a Giverny malgrado sia io che Antonella ci tenessimo.
Come alternativa abbiamo deciso di fare il giro con l'Open tour
che ci ha permesso di visitare tutti i monumenti principali
lasciandoci a pochi metri dal posto.

Ci siamo piazzate nel piano scoperto, tanto la temperatura
né troppo calda né troppo fredda lo permetteva, e ci siamo godute la città.
Il bello è che con lo stesso biglietto si può scendere e risalire
dagli autobus di tutti i 4 circuiti proposti, a proprio piacimento.
E' stato, inoltre, gradevolissimo ascoltare con l'auricolare,
le spiegazioni,  in italiano, (una volta l'italiano non esisteva proprio a Parigi).
A parlare erano in due: un uomo ed una donna che si esprimevano
con semplicità e naturalezza come se raccontassero fatti quotidiani,
inframmezzando la storia, con aneddoti e battute spiritose.
Quando non avevano nulla da dire, c'era una piacevole musichetta.
Ci hanno raccontato, passando dagli Champes Elisées che
le ceneri di Napoleone sono state portate per tutta l'Avenue,
che lì era avvenuta la sfilata dei Nazisti e che,
dopo la liberazione, Charles De Gaulle si era inginocchiato
nell'Artc de Triomphe, (inaugurato il giorno del compleanno di Napoleone)
sulla tomba del milite ignoto.

Ci hanno indicato un albergo che era quello in cui risiedeva Mata Hari,
la celebre spia. (Margaretha Geertruida Zelle),
danzatrice e agente segreto olandese, condannata alla pena capitale
per la sua attività di spionaggio durante la prima guerra mondiale.
Quando siamo passati vicinissimi alla Tour Eiffel,
ci hanno detto che per dipingerla ci vogliono 60 tonnellate di vernice
(e mi è sembrato che una ridipinta non le avrebbe fatto male),
ed operai che non soffrano di ........vertigini,
che i gradini per raggiungere il primo piano sono 200
e che per illuminarla ci sono 20.000 lampadine.
La Torre, che ormai è il simbolo di Parigi, fu costruita in poco più di due anni,
dal 1887 al 1889 ( 2 anni, 2 mesi e 5 giorni) per l'esposizione universale del 1889,
che si tenne a Parigi per celebrare il centenario della Rivoluzione francese.
Prende il nome dal suo progettista, l'ingegnere Gustave Alexandre Eiffel,
che costruì anche la struttura interna della Statua della libertà.
Quando fu costruita, si registrò una certa resistenza da parte del pubblico,
in quanto si pensava che fosse una struttura poco estetica
(ancor oggi alcuni parigini la chiamano "l'asparago di ferro") e
nel 1909  rischiò di essere demolita perché contestata
dall'élite artistica e letteraria della città. Fu risparmiata solamente
perché si rivelò una piattaforma ideale per le antenne di trasmissione
necessarie alla nuova scienza della radiotelegrafia.
Tuttavia è generalmente considerata uno degli esempi di arte
più straordinari e costituisce indiscutibilmente uno dei simboli di Parigi
tanto da essere stata proposta fra le sette meraviglie del mondo moderno.
Passando per il Ponte della Concordia ci hanno ricordato
che è stato costruito con le pietre ricavate dalla distruzione della Bastiglia.
E' un ponte a cinque archi che mette in comunicazione la Place de la Concorde,
sulla riva destra della Senna con il Quai d'Orsay, sulla riva sinistra.
Fu commissionato nel 1787 e completato nel 1791,
in passato era noto anche come Pont Louis XVI e come Pont de la Révolution.
Il suo nome attuale è legato a quello della Place de la Concorde,
la piazza che divenne il palcoscenico sanguinario della Rivoluzione,
con l'installazione della ghigliottina.
La macchina per la decapitazione venne collocata nella piazza
in via provvisoria nell'ottobre del 1792,
per l'esecuzione dei ladri dei gioielli della Corona.
Vi ritornò il 21 gennaio 1793 per l'esecuzione di Luigi XVI.

21/06/2015

Il giorno successivo, domenica, abbiamo preso l'autobus per fare
un giro a Montmatre.
Abbiamo visitato la Chiesa del Sacro Cuore dove si svolgeva la Messa, seguita
da moltissima gente di colore e abbiamo fatto il giro del quartiere con il trenino.
Anche qui guida in italiano.
Questa Basilica, costruita tra il 1875 e il 1914,
sul Monte dei Martiri (Montmatre) che fu il luogo dove Saint Denis,
primo vescovo di Parigi fu decapitato per la sua fede.
fu consacrata nel 1919 al Sacro Cuore di Gesù
e insieme al Vittoriano di Roma è il monumento più bianco d'Europa
La sua pietra calcarea, infatti, ha la caratteristica di non trattenere
polvere e smog, così dopo ogni pioggia il "Sacré-Cœur" risulta ancora più splendente.

oltre ad avere il campanile più grande del mondo.
Abbiamo mangiato a Montmatre, in un locale storico. Le Bon Bock

e poi siamo tornate in albergo a riposare.
Peccato che a Montmartre non ci siano pittori che dipingono e vendono le loro tele.
Nel pomeriggio abbiamo visitato il Museo d'Orsey,
che si trova in Rue de la Légion d'Honneur, 1.
di fronte al Musée du Louvre, in una ex-stazione ferroviaria (la Gare d'Orsay),
costruita in stile eclettico alla fine dell'Ottocento.

Espone opere d'arte create tra il 1848 e il 1914 e le sue collezioni comprendono pitture,
sculture, oggetti d'arti decorative, fotografie, medaglie, disegni e stampe.
L'edificio fu costruito dall'architetto Victor Laloux a partire dal 1898
dove in precedenza sorgevano una caserma di cavalleria e il vecchio Palazzo d'Orsay.
Vennero impiegate circa 12.000 tonnellate di ferro (il doppio che nella Tour Eiffel
e 35.000 m² di lastre di vetro.
I lavori furono terminati dopo soli due anni, perché la stazione fosse pronta
per l'Esposizione Universale del 1900.
All'interno prevalse il Modernismo, con ascensori, scale in ferro, montacarichi per i bagagli,
tutto sormontato da sei volte.
All'esterno c'era un hotel di 370 camere che circondava la stazione in tutta la sua lunghezza.
Nel 1939 le grandi linee ferroviarie furono spostate alla Gare d'Austerlitz
e la stazione continuò a servire solo il traffico locale.
Negli anni successivi lo stabile ebbe vari usi: nel 1945 fu destinato a sede di transito
dei prigionieri di guerra e negli anni 1950 cessò completamente il servizio.
Nel 1961 ne fu decisa la demolizione.
 Pompidou nell'ambito del progetto di rinnovamento della capitale,
prevedeva che al suo posto nascesse un grande parallelepipedo di cristallo;
ma l'opposizione di molti cittadini illustri che si batterono per la sua salvaguardia
fece sì che la stazione venisse risparmiata dalla demolizione
e che venisse classificata monumento nazionale.
Fu nel 1978 con Giscard d'Estaing che fu trasformata in museo
Anche qui coda infinita, tanto che ci eravamo convinte a non entrare, ma...
mentre parlavamo fra di noi, un addetto all'entrata, di colore,
in italiano, ci ha fatto segno di entrare aprendoci il cordone.
Noi abbiamo detto che non avevamo il biglietti e lui,
ci ha detto di farlo una volta dentro (7.50 euro) e così abbiamo fatto.
Il Museo d'Orsey, a prescindere dalle sue collezioni, come palazzo è bellissimo
e merita una visita anche solo per la sua architettura.

Dalla sua terrazza si gode una vista bellissima.

E in una sontuosissima sala vi è il ristorante.

22/6/2015

Il giorno 22, lunedì, avevamo prenotato una escursione guidata
a Mont Saint Michel, la famosa Abbazia che si trasforma
in isolotto quando ci sono le maree.
Mont Saint Michel è lontanissima da Parigi, circa 360 Km
per cui abbiamo impiegato 4 ore di pullman ad andare e ovviamente 4 a tornare.
L'appuntamento era alle 6,45 del mattino e siccome l'agenzia
si trovava vicino l'albergo, ci siamo andate a piedi.
Quando siamo arrivate, alle 6,30, c'era una coda che non finiva mai.
Ci siamo chieste come avremmo fatto a partire per le 7,15
visto che, fra l'altro, non tutti andavamo nella stessa direzione.
Non ci ricordavamo di essere in Francia...
Alle 6,45, puntualissima, l'agenzia si è aperta, 5 sportelli operativi
con impiegati velocissimi che in un batter d'occhio ci hanno smistato tutti.
Il pullman era, non solo nuovissimo e pulitissimo, ma anche molto grande
e comodo; c'era molto spazio fra i sedili e il viaggio
attraverso la Normandia non mi ha stancato per niente.
La guida parlava italiano e francese e ci ha spiegato
molte cose della regione che stavamo attraversando,
come ad esempio che in Normandia piove circa
200 giorni all'anno (e ce ne siamo accorte).
La Normandia conta più di 3,2 milioni di abitanti ed è insieme alla Bretagna,
la terra del sidro, bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione di mele,
mele cotogne e pere; è inoltre la seconda regione produttrice di ostriche
in Francia, ed è ricca di allevamenti e di conseguenza di formaggi.
Alle 9, 30 c'è stata una sosta in un'area di servizio attrezzatissima,
visto che non avevamo fatto colazione, e anche qui una marea di gente.
Siccome il tempo di sosta era di 30 minuti, pensavano non saremmo riuscite
a prendere neppure il caffè (abbastanza buono dappertutto)
ed invece, non solo abbiamo preso cappuccino e crossante,
ma abbiamo mangiato senza premura.
Indovinate come? "EFFICIENZA", una parola in Italia, purtroppo sconosciuta.
Arrivati a Mont Saint Michel, intorno a mezzogiorno, ci hanno portato in un
ristorante da cui si vedeva l'isolotto, dove abbiamo mangiato.

Poi, con la navetta siamo andate all'Abbazia.
Gli auricolari che ci hanno dato, ci hanno permesso
di sentire le spiegazioni della guida anche se ci trovavamo molto lontano
e malgrado le centinaia di persone che salivano e scendevano
per i numerosissimi gradini.
La guida ci aveva detto che c'erano circa 200 gradini
ma io ne ho contati quasi 400....

Tuttavia sono gradini piccoli e quindi abbastanza agevoli, inframmezzati
da ballatoi che ti fanno riprendere fiato.

C'erano tantissimi gabbiani che non avevano
nessuna paura dei tantissimi turisti.

C'erano numerosissime feritoie e pozzi che venivano utilizzati
per buttare olio bollente addosso ai nemici.

C'è stato detto che il Gotico nasce proprio a Saint Michel e che
l'abbazia è dedicata a Saint Denis.

Secondo la leggenda l'arcangelo Michele apparve nel 709 al vescovo di Avranches,
sant'Oberto, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia.
Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché san Michele
non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito,
lasciandolo tuttavia in vita.
(Il cranio di Sant'Oberto con il foro è conservato nella cattedrale di Avranches).
Tutte le cappelle sono rivolte verso est, cioè verso la Palestina
e si dice che fu dall'isolotto di fronte l'Abbazia, Mont Tomb,
che Victor Hugo, scappò per non essere catturato da Napoleone III,
per andare a Londra e finire il suo romanzo "I Miserabili".
Quando abbiamo iniziato a scendere dall'Abbazia,
(scendere per modo di dire perché dopo una discesa c'era sempre
una piccola salitina), ha cominciato a piovere
(abbiamo beccato uno dei 200 giorni di pioggia).
Dapprima pioveva piano, poi sempre più forte.

Per farla breve, visto che bisognava riprendere la navetta
per tornare al parcheggio e naturalmente tutti i
turisti sono letteralmente "scappati" nello stesso momento,
ci siamo ritrovati numerosissimi alla fermata e sebbene le navette
fossero una dietro l'altra, visto che eravamo incolonnati,
ci siamo ritrovati fradici di pioggia.
L'acqua accompagnata da un vento fortissimo è stata
talmente tanta che ha attraversato l'antipioggia bagnando anche la maglietta.
Non avevamo alternative.....ci siamo tolte l'antipioggia
ed io ho cercato di ripararmi la schiena alzando la maglietta
ed appoggiandomi sul vellutino del sedile.
Ma non vi nego che a un certo punto ho cominciato a tremare dal freddo;
meno male che Marisa aveva una giacca in più e me l'ha prestata.
Sotto l'Abbazia ci sono numerosissimi Hotel, ristoranti e negozietti
che purtroppo non abbiamo potuto visitare.
Inutile dire che, malgrado la pioggia forte,  siamo arrivate a Parigi alle 21,05,
in perfetto orario, nonostante avessimo fatto una sosta e bevuto una cioccolata calda.

23/06/2015

Il giorno dopo, martedì, ci siamo alzate con comodo e abbiamo preso il metrò
e poi il treno per andare a Versailles.
Non avevamo intenzione di entrare dentro, ma di fare un giro nel parco.
Anche qui coda a serpentone......

Abbiamo preso un trenino che ci ha fatto fare il giro del parco
e siamo scese al Petit Trianon che abbiamo visitato.
Devo dire pensavamo fosse più interessante anche perché
il prezzo del biglietto era abbastanza esoso.
Tuttavia è stato interessante vedere dove Maria Antonietta
"giocava" a fare la pastorella mentre la gente moriva di fame.

Poi siamo andate a mangiare in un brasserie davanti la stazione e
siamo andate a prendere il treno e qui...SORPRESA!!!!!
Il biglietto che avevamo comprato per il ritorno, uguale
a quello dell'andata, non veniva accettato dall'obliteratore
perché...ce ne voleva un altro.
Come fare? Il treno stava per partire e c'era un sacco di gente
davanti alle biglietterie automatiche, a parte il fatto
che non avevamo tante monetine e non conoscevamo il costo del biglietto.
Mi è sembrato di essere a Parigi il giorno che volevamo andare a Giverny,
ma qui il caso era diverso perché dovevamo tornare a Parigi.
Ad un certo punto mi sono accorta che una donna, per passare,
aveva spinto la signora davanti a lei (quasi facendola cadere)
e ci era riuscita prima che le porticine si richiudessero,
praticamente con il biglietto dell'altra.
Mentre io notavo la cosa, stupita, mi sono accorta che Marisa aveva preso...
la palla al balzo ed era passata nello stesso modo (più garbatamente però).
Io non volevo farlo ma non avevo alternative per cui mi sono...buttata
e sono passata anche io vergognandomi come ...una ladra.

24/06/2015

Il 24, giorno della partenza, abbiamo fatto una passeggiata a piedi
sulla Rive gauche fino a Notre Dame
dove c'è un sacrario dedicato a coloro che sono stati uccisi dai nazisti
durante la seconda guerra mondiale nei vari campi.

Questa Cattedrale è il principale luogo di culto cattolico di Parigi
ed è il centro della Francia perché dal sagrato antistante l’ingresso
parte il Punto Zero, il punto da cui vengono calcolate
tutte le distanze stradali delle Francia.
Nel 1163 iniziano i lavori per la sua costruzione, per volontà del vescovo Maurice de Sully.
Sul sito sorgeva già una precedente basilica cristiana,
a sua volta sorta su un tempio gallo-romano dedicato a Giove.
Durante la rivoluzione francese numerosi furono i danni arrecati alla chiesa,
come la decapitazione o distruzione di quasi tutte le statue
(in particolare quelle dei re della galleria dei re, sulla facciata principale).
Nell’800, il successo del romanzo di Victor Hugo “Notre Dame de Paris”
riaccese l’interesse per la cattedrale
spingendo il governo a decretarne una completa ristrutturazione.
L’opera venne affidata alla cura di Eugène Viollet-le-Duc e di Jean-Baptiste Lassus
che ridiedero nuovo splendore alla cattedrale.
Quando Napoleone Bonaparte si fece incoronare nella Cattedrale nel 1804,
le pareti della chiesa furono tappezzate di tende ed arazzi;
non in gloria dell’imperatore ma per nascondere i buchi nelle pareti.
Poi abbiamo mangiato al Ristorante Molière, dove eravamo già state,
sempre vicino l'albergo; io ho mangiato una entrecote enorme con patatine
al forno ed insalata che erano la fine..del mondo.
Ristorante carinissimo con un'ampia scelta di piatti e menu... anche in italiano.
Raggiunto l'albergo abbiamo preso i bagagli e con il taxi siamo andate all'aeroporto
per prendere l'aereo per Roma dove io ed Antonella ci siamo
fermate 5 giorni per poter partecipare al raduno del mio gruppo graficainlibertà.
In questi giorni abbiamo rivisitato Roma per lungo e per largo
e poi con immenso piacere ho rivisto e conosciuto alcune amiche del gruppo.



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