A MIO FRATELLO
Sentivo calda la fronte
sotto le mie labbra.
Pensa,
dicevano che eri morto.
Luglio pieno di cicale e tortore
impazziva nel pomeriggio di
fiori:
voci
lacrime confuse.
Vicino eseguivano stridente
autopsia.
(Non si riesce a piangere
quando il dolore fa parte
dell'anima)
Rasente la ghiaia
il silenzio strideva le
caviglie.
Gli amici ti hanno accompagnato
a spalle fino al cancello,
mentre il sudore copriva i loro
volti
la tua fronte calda
mi baciava ancora l'anima.
Pensa
dicevano che eri morto.
Cesy Bianchi Petitti