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RINASCIMENTO RICETTE..... da sperimentare ?

La cucina moderna affonda le sue radici nel Quattrocento e nel Cinquecento
per le novità che arrivarono dal Nuovo Mondo e che cambiarono
e arricchirono le tradizioni popolari.
Nacque in questo periodo il gusto per la presentazione dei piatti.
Comparvero le minestre preparate con brodo o latte, riso e cereali,
le paste "all'italiana": maccheroni e vermicelli conditi con uvette
oppure con burro e sale e le prime paste ripiene, antenate dei tortellini.
mentre le carni più pregiate erano la selvaggina e pollame.
É di questo secolo l'abitudine di avvolgere le carni in croste di pane.

Prepariamo un menù con alcuni piatti del Rinascimento
ricordando che in questo periodo le portate non erano divise in:
antipasti, primi, secondi, dolce come ai nostri giorni.

PROBABILI ANTIPASTI

Herbolata de maio

Ingredienti:
Formaggio fresco, albumi, latte, bietola, maggiorana,
salvia, menta, prezzemolo, strutto, (burro), zenzero,
zucchero, pasta sfoglia o frolla, acqua rosata.

Preparazione
Prendi tanto formaggio fresco [una libbra e mezza per la "Torta bianca"]
e sminuzzalo molto bene e prepara
quindici o sedici albumi e all'incirca un quarto di latte;
prendi delle bietole,  abbastanza salvia e prezzemolo
e poca menta e maggiorana.
Pesta tutte queste erbe facendone fuoriuscire il succo e passalo al setaccio.
Aggiungi il succo agli ingredienti precedenti assieme a mezza libbra di strutto,
oppure di burro; prendi ancora qualche foglia di prezzemolo e pochissima maggiorana,
tritali con il coltello e fai un battuto finissimo pestato nel mortaio da incorporare
poi agli altri ingredienti, aggiungendo mezza oncia di zenzero e otto di zucchero.
Mescola bene il composto in un recipiente che metterai al fuoco lontano dalla fiamma,
mescolando continuamente con un cucchiaio o un altro utensile adeguato,
fino a quando incomincia a rapprendersi divenendo denso come un brodetto.
Concluse queste operazioni fodera una padella con della pasta sottile
e riempila con il composto, scaldandola lentamente sia sotto che sopra.
Quando ti sembra che si sia rappresa sufficientemente, toglila dal fuoco
e aggiungi di sopra zucchero e acqua rosata.
Questa torta che si chiama erbolata, è tanto più buona e si presenta
in modo migliore quanto è più di colore verde.
Curiosità: l'erbolata era una ricetta molto comune, legata ai mesi primaverili
e qui collegata specificatamente al mese di maggio.
Poteva essere preparata con diversi tipi di erbe e compare in molti ricettari.
Nel Libro de la cocina del XIV secolo è così descritta:
"Di tutti i fiori e altre più erbe, quali che tu vuoli, puoi fare erbolato
con cascio [formaggio] e ova e spezie, e desi [ devi] cocere nel forno
o tra testi [dischi di terracotta o altro materiale]:
la crosta si chiama erbata".

Salviata

Ingredienti:
8 uova, 4 cucchiai di pecorino grattugiato,
40 gr. di farina bianca,
1 bicchiere e 1/2 di latte vaccino, 6 rametti di salvia
q.b olio d’oliva per friggere.

Preparazione:
Lava e trita finemente le foglie di salvia.
In una terrina mescola il formaggio grattugiato, la salvia tritata,
la farina ed il latte; insaporisci con sale e pepe e amalgama il tutto con cura.
Ungi un tegame (preferibilmente di coccio) con poco olio
e friggi il composto a fuoco basso, in modo che l’impasto si rapprenda,
ma non colorisca troppo.
La salviata deve assomigliare ad una crêpe quindi deve VERE uno spessore di massimo 3 mm).
Ricetta tipica dei territori toscani, si diffuse in tutta la penisola
grazie alla facilità nel reperire gli ingredienti previsti e nell’eseguire la ricetta.
Ancora oggi molto usata, la salviata è ottima servita sia calda che fredda

Uova ripiene

Ingredienti:
9 uova, 60 g di parmigiano fresco o di gruyère svizzero
7,5 cl di aceto di mele  diluito in 7,5 cl di acqua,
200 g di strutto.1 mazzetto di maggiorana fresca,
o qualche pizzico di foglie secche, 6-7 stigmi di zafferano
2 pizzichi di chiodi di garofano in polvere, sale

Preparazione:
Rassoda otto uova e, una volta cotte, sgusciale, dividile a metà e togli i rossi.
In un terrina schiaccia i rossi d’uovo insieme ad un uovo crudo,
incorpora il formaggio grattugiato, la maggiorana fresca tritata,
lo zafferano e i chiodi di garofano.
Aggiungi un po’ di sale e pesta bene il tutto in un mortaio
fino ad ottenere un composto omogeneo.
Forma delle palline delle dimensioni di un rosso d’uovo
metti negli incavi delle chiare delle uova sode.
Riscalda lo strutto in una padella e cuocici le uova ripiene.
Prima di servire, bagna il tutto con l’aceto di mele diluito in acqua.
Curiosità: le uova erano molto presenti nella cucina rinascimentale
tanto che in un antico ricettario di cucina in lingua toscana, l’autore dice:
“De l’ova fritte, arrostite e sbattute è sì noto che non bisogna dire d’esse”
a dimostrazione del fatto che cucinare e mangiare le uova, era tanto diffuso
che era superfluo spender altre parole sull’argomento.

Frittelle con fiore di sambuco

Ingredienti:
Farina, ricotta, (formaggio fresco), formaggio da grattugiare,
formaggio salato, lievito, uova, latte, acqua rosa, uva passa,
fiori di sambuco, unto (burro, strutto), zucchero.

Preparazione:
Prendi quattro once di farina, tre ricotte di giornata
oppure una libbra di formaggio fresco, una libbra e mezza di formaggio grattugiato,
tre once di formaggio salato, la quantità corrispondente a mezzo uovo
di lievito e pesta ogni cosa nel mortaio.
Aggiungi al composto sei uova sbattute, un bicchiere di latte,
tre once d'acqua rosa e fai amalgamare bene.
Se il composto dovesse risultare troppo denso, allungalo
con una quantità adeguata di latte e tre once d'uva passa.
Nel periodo estivo pesterai assieme agli altri ingredienti
anche un'oncia di fiori di sambuco.
Poi con un cucchiaio farai le frittelle grandi o piccole, a tuo piacimento.
Le friggerai nell'unto, o nel burro, o in tre libbre di strutto.
Quando saranno pronte da servire le spolverizzerai
con tre once di zucchero in polvere.

MINESTRE

Ministrum de canapo

Ingredienti:
Semi di canapa, pane grattugiato, cipolle, olio d'oliva
zafferano, spezie, uva passa.

Preparazione
Fai in questo modo la minestra di semi di canapa.
Prendili, privali delle bucce in acqua calda mettendoli a bollire lentamente
in modo che queste vengano alla superficie; toglile e metti i semi nel setaccio,
affinché coli il liquido e poi mettili a cuocere sul fuoco con pane grattugiato
e cipolle arrostite in olio d'oliva; poi stemperali col loro liquido,
aggiungendo zafferano e altre spezie cospargendo i piatti di uva passa.

Minestra di ceci

Ingredienti:
300 gr. di ceci, lardo, 2 o 3 cucchiai d'olio, 2 spicchi d'aglio,
un rametto di rosmarino, 150 gr. di pomodori ben maturi

Preparazione:
Metti a bagno i ceci la sera prima.
Fai soffriggere in una pentola piuttosto grande
un battuto di lardo,  l'olio, l'aglio e il rosmarino.
Aggiungi i ceci, i pomodori ben maturi, spellati
e privati dei semi, sale e pepe, e copri d'acqua.
Lascia cuocere aggiungendo mano a mano altra acqua se dovesse essere necessario.
Al momento di aggiungere la pasta, verificate che nella pentola
vi sia acqua a sufficienza, quindi unite 300 gr. di cannolicchi o pasta fatta in casa.
Servite la minestra appena pronta, aggiungendo un filo d'olio.

Minestra di Pelle di capponi:

Ingredienti:
Due capponi grassi, 90 gr di pistacchi, sei rossi d’uova, succo di limone

Preparazione:
Metti a bollire i capponi e quando saranno cotti non interamente,
toglili dal brodo, togli la pelle, tagliala a pezzi
e mettila in una pentolino con un poco di brodo di cappone e i pistacchi,
stemperati con latte e passati al setaccio;
aggiungi i sei rossi d’uova, il succo di limone e butta il tutto nel pentolino,
dandogli fuoco lento e mescolando con un cucchiaio di legno,
finché si restringa in brodetto.
Quando è pronto, metti nei piatti delle fette di pane abbrustolito e sopra la minestra.
Curiosità: questa minestra veniva servita con zucchero e cannella.

Zuppa di Preboggion

Ingredienti

Cavolo nero, cavolo cappuccio, bietola, prezzemolo,
preboggion (erbe selvatiche: borragine, bardana, dente di leone, pimpinella),
aglio, basilico, burro

Preparazione:
Taglia a pezzi piuttosto piccoli del cavolo nero e un mazzo di preboggion
composto di bietole, cavolo cappuccio, borragine, bardana, dente di leone, pimpinella e prezzemolo.
Metti il tutto a cuocere in acqua bollente non salata,
finché il cavolo nero non sarà tenero.
L'acqua non deve essere troppa perchè deve essere una zuppa piuttosto densa.
Nel caso, aggiungere acqua in cottura.
A fine cottura assaggiare e regolare di sale.
A parte preparare un pesto con aglio, basilico,
burro, sale, pepe e un po' di acqua di cottura.
Aggiungere il pesto alla zuppa mescolando molto bene.
Servire la zuppa di preboggion molto calda.

Minestra alle mele

Ingredienti:
 1,5 kg. di mele renette, un rametto di finocchio selvatico,
un gambo di sedano e una cipolla piccola, olio, sale, pepe.

Preparazione:
Sbuccia le mele, dividile in quattro parti, privale dei semi
e subito affinchè non perdano il colore e il sapore,
mettile in una pentola, ricoprendole con tanta acqua.
Metti il recipiente sul fuoco.
Appena inizia a bollire, unisci ili finocchio, il sedano, la cipolla, sale.
Fai cuocere per circa tre ore, perché devono cuocere a fuoco lento.
Quando sono cotte, condisci con olio e sale e servi ben caldo

PRIMI PIATTI

Tagliatelle al sugo di germano

Ingredienti:
Per la pasta:500 gr di farina, 3 uova di anatra (femmina del germano)
Per il ragù: 1 germano tagliato a pezzi, alloro, salvia, rosmarino e aglio,
concentrato di pomodoro circa 4 cucchiai, 1 bottiglia di vino rosso
sale e pepe

Preparazione:
Prepara la pasta nella maniera tradizionale e falla riposare per un'oretta
prima di tirarla (meglio se con il mattarello) per ricavare le tagliatelle.
Intanto metti in una casseruola l'olio, il germano a pezzi e tutti gli odori,
facendo rosolare molto bene la carne.
Appena questa si sarà ben bene arrostita, aggiungi il concentrato di pomodoro
e mezzo litro di buon vino rosso.
Lascia cuocere un paio d'ore fino a che la carne risulterà tnato tenera
da poterla disossare facilmente con le mani.
Cuoci le tagliatelle in abbondante acqua salata e condiscile con la carne e il sugo.
Curiosità: Secondo l’umorista Augusto Majani, le tagliatelle
sarebbero state ispirate dalla bellezza di Lucrezia Borgia.
Questi narra che nel 1487, Giovanni II di Bentivoglio, signore di Bologna,
chiese al suo cuoco personale, Mastro Zefirano, di organizzare una cena maestosa
in onore di Lucrezia Borgia, che si sarebbe fermata in città
durante il suo viaggio a Ferrara per andare  sposa del Duca Alfonso D’Este,
Vista la richiesta, il cuoco si sbizzarrì e diede vita ad un banchetto memorabile,
dove, tra piccioni, pernici e cibi di ogni tipo, spiccò un nuovo tipo di pasta.
Questa venne ricavata tagliando le tradizionali lasagne a forma di lunghe strisce dorate,
in onore dei biondi capelli di Lucrezia e dando così vita alle celebri tagliatelle.

Strangozzi di Spoleto

Ingredienti:
600 gr. di farina. aglio, 1/2 bicchiere d'olio, 1 kg di pomodori maturi.
basilico, sale e pepe.

Preparazione:
Impasta la farina con tanta acqua, quanta ne occorre per ottenere un impasto consistente.
Ricavane una sfoglia sottile e tagliala a strisce quadrate larghe 1 cm.
Lascia asciugare le fettuccine per qualche ora.
Intanto fa soffriggere 2 spicchi d'aglio in 1/2 bicchieri d'olio.
Quando l'aglio comincerà a dorarsi toglilo e aggiungi 1 Kg. circa di pomodori maturi,
spellati e tagliati a pezzi, abbondante basilico, sale e pepe.
Lascia restringere la salsa per circa mezz'ora.
Lessa gli "strangozzi" in abbondante acqua salata e scolali al dente.
Condiscili subito e servili con parmigiano grattugiato.
Curiosità:Il nome di questa pasta ha origini tragiche.
Si dice che in Umbria, durante il dominio dello Stato Pontificio,
gli anticlericali si appostavano nelle strade aspettando che passasse un prete.
Quando ne passava uno. lo assalivano e lo strangolavano
usando le stringhe delle proprie scarpe, cioè gli stringozzi (stringhe),
strangozzi (da strangolare) e strozzapreti
Un altro legame degli strangozzi con i problemi derivanti dal dominio Pontificio
é dato dal fatto che questa pasta non contiene sale.
Quando il Papa mise una pesante tassa sul sale, la rabbia degli Umbri
fu tanta da sfociare persino nella tristemente nota
"Guerra del Sale" a Perugia nel 1540.
Per cui, un po’ per mancanza di sale e tanto per protesta,
gli Umbri decisero di non usarlo più.
Si dice poi, che il metodo migliore per fare questa pasta,
sia di non usare, nell'impastarla, solo le mani,
ma muovere in sintonia anche i fianchi, impastarle cioè,
come si dice da quelle parti: “a culu mossu”.
Gli Strangozzi sono chiamati anche con il nome di "fettuccine" fatte in casa,
la cui particolarità è quella di essere impastate senza uova.

SECONDI DI CARNE

Civiero de salvasino

Ingredienti:
Una lepre, vino, lardo, cipolle, pepe, (origano),
mollica di pane abbrustolito, aceto

Preparazione:
Per fare civiero di selvaggina prendi una lepre, levagli la pelle,
taglia in pezzi la carne, lavala con del buon vino e soffriggila in lardo e cipolle;
pesta bene nel mortaio a crudo i polmoni e il fegato della lepre.
Filtra il vino utilizzato per lavare la carne e stemperaci i polmoni e il fegato.
Filtra di nuovo e metti a cucinare con la carne aggiungendo del pepe.
Se non riuscissi a procurarti il fegato, cerca l'erba che si chiama origano,
prendila e tritala con mollica di pane abbrustolita e inzuppata in aceto,
e stempera e filtra come è già detto e aggiungi alla cottura della carne.
Curiosità: il "civiero" di selvaggina, o "civero", "civè" o "civet" per i francesi,
era una carne in umido, simile al salmì ancora oggi in uso.
Poteva essere un piatto a se stante oppure una salsa da aggiungere ad altre carni,
come la lingua di vitello allo spiedo che, cotta, "coprasi di civiero o d'altro sapore",
come consiglia Scappi o meglio ancora alla selvaggina, come riferisce Martino Rossi.
Ricetta di sicuro successo è presente in quasi tutti i ricettari anche nella versione:
"Civiero de lebore" la cui differenza consiste nella tripla cottura della seconda,
dove la lepre viene prima lessata, poi arrostita e quindi smembrata e cotta in umido.

Polpette di carne

Ingredienti:
250 gr. di polpa di manzo, 250 gr. di carne magra di maiale e 100 gr. di prosciutto.
50 gr. di pecorino (o metà pecorino e metà parmigiano),
2 uova, 1/2 spicchio d'aglio tritato, mollica di pane, sale, pepe.

Preparazione:
Mescola il pecorino con le uova, lo spicchio d'aglio tritato,
la mollica di pane grossa quanto un pugno,
bagnata nell'acqua e poi strizzata, sale, pepe
e, se ti piace l'aroma, qualche fogliolina di maggiorana.
Le polpette andrebbero prima fritte in abbondante olio bollente
e in seguito ripassare in un tegame con salsa di pomodoro.
Volendo puoi comunque cuocere le polpette direttamente nel pomodoro.
Curiosità: questo piatto era presente in tutte le feste contadine.

Limonia

Ingredienti:

Petti di pollo, lardo, cipolle, mandorle,
(eventualmente rossi d'uovo, sodi), spezie, succo di limone.

Preparazione:
Per fare limonia soffriggi il pollo in lardo e cipolle,
trita le mandorle, che siano già pelate, e poi stempera con lardo di maiale,
e poi mettile a cucinare assieme al pollo con spezie;
e se non hai mandorle ispessisci il detto brodo con rossi d'uovo,
e quando sarà ora di servire mettici succo di limoni o di limoni amari.
Curiosità: tutti i trattati italiani medievali e rinascimentali
presentano diverse ricette chiamate limonia, lumonia, lomonia o limonea,
più o meno semplici oppure con l'aggiunta di molti altri ingredienti.
Composizioni chiamate laymuwiya compaiono in testi arabi almeno dal XIII secolo
e anch'esse possono essere molto semplici o complesse
(con bietola, riso, yogurt, prezzemolo,
melanzane, porro, carote, coriandolo, zenzero, menta),
ma tutte in generale prevedono la carne di pollo, le mandorle
e, naturalmente, il succo di limone.
Curiosità: la salsa, dal gusto acido o agrodolce se dolcificata con miele o zucchero,
veniva servita per accompagnare sia carne che pesce, come è attestato,
tra tanti esempi possibili, dal pranzo tenutosi a Milano nel 1368
in occasione del matrimonio di Violante Visconti e Lionetto d'Anversa,
duca di Clarence: al settimo servizio furono portati
"caponi e carne in limonia, con pesce in limonia".

Pastello de capretto

Ingredienti:
Carne di capretto, lardo, erbe odorose, zafferano,
formaggio fresco, uova.

Preparazione:
Prendi un capetto e riduci la carne in pezzi minuti,
soffriggi a fuoco forte il lardo e poi metti la carne a soffriggere.
Trita e pesta bene una buona quantità di erbe odorose,
zafferano e formaggio fresco e stempera con delle uova
a formare un composto morbido; stempera le carni con questo
e metti il tutto in un tegame al fuoco per addensarlo un poco.
Fai una pasta sottile nel testo unto di lardo, fodera inferiormente
il testo con la pasta e riempi col composto di carne e uova
al quale aggiungi pepe, copri poi il tutto con altra pasta
e metti al fuoco che cucini sopra e sotto,
ma controlla spesso, poi mettici del lardo e mangia.
Curiosità: le torte ripiene sono state uno dei piatti di maggior successo
fin dal medioevo, sempre presenti nei ricettari e sicuramente preparate
e consumate in tutti gli strati sociali della popolazione.

SECONDI DI PESCE

Trote in Carpione

Ingredienti:
6 trote di media grandezza
olio d’oliva di buona qualità
Per la marinata
100 g di sale marino integrale
30 cl di acqua
30 cl di aceto di buona qualità

Preparazione:
Svuota e lava le trote e pratica dei piccoli tagli
> sull’intera superficie del pesce con la punta di un coltello ben affilato.
A questo punto prepara la salamoia con il sale, l’acqua e l’aceto
e lasciaci a marinare le trote per circa 3 ore.
Passato questo lasso di tempo, tirale fuori e mettile
sotto un peso leggero (circa 1 kg) per almeno due ore.
Versa un po’ di olio d’oliva in una padella piuttosto grande
e fallo scaldare bene.
Dora le trote nell’olio caldo, poi abbassa la fiamma
e lascia cuocere bene per 7-8 minuti.
Rigira e procedi allo stesso modo facendo attenzione
che si cuociano bene all’interno senza che si brucino all’esterno.
Servir ben calde.
Curiosità: questa preparazione era destinata, in origine, al carpione,
un pesce d’acqua dolce simile al salmone che oggi possiamo trovare
ad esempio nel Lago di Garda.
Dal tempo di Maestro Martino (autore del Libro de arte coquinaria)
questa preparazione era così adatta al carpione che era nato il verbo “carpionare”,
per indicare questo modo di cucinare il pesce.
In questa ricetta prima si lascia marinare il pesce e poi lo si frigge,
a differenza di altre preparazioni come la “scapece”
in cui prima si frigge e poi si marina.

Storione

In che modo è meglio cocer lo storione (ricetta di Martino Rossi)

Ingredienti:
uno storione intero, vino bianco, (aceto)

Preparazione:
Conserva lo storione finché sia un po' passato, tenero, frollo e non sodo.
Se vuoi che sia cucinato a puntino prendi del buon vino bianco, o aceto,
mescolato con una uguale quantità d'acqua e con sufficiente sale e lo farai lessare bene
tenendolo a bollire lo stesso tempo che utilizzi per la carne di vitello o di manzo,
a seconda del suo peso e tagliandolo in pezzi grandi e grossi, a tuo giudizio;
ma chi, per maggiore magnificenza, lo vuole cucinare intero,
si procuri pentole tanto grandi da poterlo contenere tutto,
come fa il mio Signore, perchè qualsiasi pesce è migliore
cucinato intero, piuttosto che a pezzi o in altri modi.

Curiosità
: tra i cuochi rinascimentali tuttavia le opinioni sulla lessatura dello storione erano diverse.
Contrariamente a Martino infatti, il cuoco di papa Pio V, Bartolomeo Scappi,
sosteneva nella sua Opera pubblicata nel 1570 "esser migliore lo storione
alessato con acqua semplice e sale, che con vino e perciò si ha da pigliare tagliato in pezzi".
Ad ogni modo lo storione era apprezzatissimo e ancora ben presente
nei fiumi italiani, specialmente nel Po.
Veniva servito in svariati modi e anche conservato; con la sua carne salata ed essiccata.
si preparava lo schienale, con la carne della pancia
la morona e con le uova, naturalmente, il caviale.

DOLCI

Per fare bono zambaglione

Ingredienti:
Per fare una porzione di buon zabaglione: quattro uova, solo i tuorli,
zucchero, cannella in abbondanza, del vino dolce.

Preparazione:
Cucina, come per il brodo, mescolando sempre con il cucchiaio
e quando aderisce alla posata servilo in una tazza.
Se dovesse prendere odore di fumo aggiungi un po' d'acqua o brodo magro.
Curiosità: Lo zabaione, detto anche zabaglione, è un dolce di origine incerta.
Le sue origini sono antiche e il suo nome ha dato vita a svariate leggende.
Una lo fa risalire al 1500, quando un capitano di ventura emiliano
Giovanni Baglioni arrivò alle porte della città di Reggio Emilia e vi si accampò.
A corto di viveri, inviò alcuni soldati a derubare i contadini della zona,
che trovarono solamente uova, zucchero, qualche fiasca di vino e delle erbe aromatiche
In mancanza d’altro fece mescolare il tutto e diede
questo antenato dello zabaione ai soldati, che ne furono entusiasti.
L’uso popolare chiamava Giovanni Baglione ‘Zvàn Bajòun’
e la crema ne prese il nome diventando prima ‘zambajoun’, poi zabajone e infine zabaione.
Per i piemontesi  invece, lo zabaione è nato a Torino, nel Cinquecento;
dal frate francescano Fra’ Pasquale de Baylon che
consigliava alle sue penitenti una sorta di bevanda a base di tuorli d’uovo,
zucchero e vino, capace di rinvigorire…i mariti poco vivaci in amore!
Quando il frate fu canonizzato San Pasquale Baylon (Sanbajon in dialetto torinese),
le donne torinesi cominciarono a scambiarsi la ricetta del Santo
per beneficiare delle sue grazie; fu così che la crema di Sanbajon
divenne famosa in tanti altri territori italiani e non solo
e santo Giovanni di Baylon, fu eletto a protettore dei pasticceri torinesi
Un'altra leggenda dice che lo zabaione fu inventato da Bartolomeo Scappi (1500-1570),
cuoco segreto di papa Paolo III,
Un'altra ancora lo fa risalire a una densa bevanda proveniente
dalle coste veneziane della ex Jugoslavia, chiamata “zabaja”.

Torta di riso

Ingredienti:
220 gr di riso,1/2 L di latte,1/2 L di acqua,
3 uova intere + 1 tuorlo, 150 gr di zucchero o miele,
1 bacca di vaniglia, polvere di cannella, 1 pizzico di sale

Preparazione:
Metti il latte e l'acqua in una pentola, aggiungi a freddo il riso
e la polpa interna della bacca di vaniglia e porta a ebollizione.
Continua la cottura a fuoco basso.
Spengi il fuoco e lascia raffreddare.
A parte sbatti insieme uova, tuorlo, zucchero (o miele) e il pizzico di sale.
Unisci quindi il riso e cospargi con cannella.
Mescola bene il tutto.
Imburra una teglia, versarci dello zucchero e fallo scorrere
lungo tutta la superficie e i bordi, in modo che lo zucchero resti attaccato al burro.
In alternativa, si può spennellare con miele sia fondo che pareti della teglia.
Versa l’impasto col riso nella teglia e fa cuocere in forno una mezz’ora.
Questa torta è buona soprattutto fredda.

Pancristiano

Ingredienti:
pane raffermo, latte vaccino, uovo,
strutto o burro (per friggere), cannella in polvere

Preparazione:
Inzuppa il pane raffermo nel latte (in origine si usava il latte telato,
cioè il latte appena munto, filtrato attraverso un telo)
lasciandolo in ammollo per una 5/10 minuti.
Una volta che il pane avrà assorbito bene il latte, passalo nell’uovo sbattuto
e friggilo nel burro o nello strutto.
Giralo spesso per evitare che si bruci, scolalo, asciugalo con carta assorbente
e cospargilo con la cannella in polvere.
Si consuma caldo.
Curiosità: questa ricetta, di origine poverissime, era destinata ai pellegrini.
Durante il Rinascimento, infatti, c’era l’usanza di fare pellegrinaggi a Roma.
Questi pellegrinaggi, lunghi centinaia di chilometri, erano fatti a piedi.
Spesso erano fatti da persone povere che per sopravvivere
potevano contare solo sulla carità di qualche contadino di buon cuore.
Ottenevano da loro ben poco, ma quanto bastava per non morire di fame.
Nei casi particolarmente pietosi la padrona di casa preparava e dava
il cosiddetto “Pancristiano”, cristiano inteso come di carità cristiana.
Il Pancristiano, inzuppato nel latte e nell’uovo e fritto nello strutto
(a quei tempi si usava solo lo strutto, avanzo della macellazione del maiale)
è un cibo robusto e grasso che “saziava” i pellegrini per un paio di giorni.
Dicono che i signori lo consumassero caldo, spruzzato di cannella.





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