QUARTA TESTIMONIANZA

Tra il 1800 ed il 1900 l’Europa, tranne la Francia,
è stata colpita da un flusso migratorio.
La maggior parte della popolazione costretta ad emigrare,
era costituita da contadini poveri ed analfabeti
in cerca di una vita migliore.
Il luogo di arrivo era la Merica.
Anche la mia famiglia ha seguito questo flusso
perché i miei genitori volevano il meglio per me e per le mie due sorelline.
Mio padre era un povero contadino e mia madre,
prima che nascessero le mie sorelle,lo aiutava.
Ma dopo la loro nascita è stata costretta
a rimanere in casa per badare a loro.
Io, Laura, facevo quel che potevo.
A volte aiutavo papà a seminare,
altre volte aiutavo la mamma a cucinare o a badare alle mie sorelline.
Vivevamo in un paesino della Sicilia
in una piccola casa formata da una sola stanza
abbastanza grande per dormire e mangiare.
Da molti anni papà e mamma cercavano di risparmiare qualche soldo
per comprare i biglietti per la nave ed emigrare in America
e finalmente, un bel giorno, arrivammo a raccogliere
la somma necessaria per partire.
Eravamo stati molto fortunati
perché quel giorno c’era una nave che stava per partire
e c’erano ancora dei posti.
Raccogliemmo i nostri ricordi più importanti e andammo verso la nave.
Prima di imbarcarci ci fecero una visita medica
per vedere se eravamo affetti da qualche malattia.
La nave era vecchia, arrugginita ed affollata.
C’era caldo e un odore insopportabile.
Potevamo stare un po’ più larghi solo quando moriva
qualche persona soffocata,
perché, qualora succedeva,interveniva un marinaio
che la gettava in mare.
Il viaggio durò 40 giorni e tutti noi non vedevamo l’ora di sbarcare 
perché eravamo mal nutriti, le provviste scarseggiavano
e se volevamo mangiare qualcosa dovevamo comprarla
dal capitano della nave a prezzi molto alti.
Ma finalmente una mattina avvistammo la terra.
Che bello! Eravamo arrivati!
Scendemmo dalla nave e notai una cosa strana:
un uomo che era arrivato con noi vide a terra
una banconota da un dollaro e non si fermò a raccoglierla. <
Ma non c’era nulla di preoccupante perché al posto suo la presi io.
Girammo per la città di New York per quasi tre giorni consecutivi
in cerca di una locanda a buon mercato e finalmente la trovammo;
era un po’ malandata ma era sempre meglio che andare a dormire per strada.
La stanza che affittammo era grande:
ci entravano un letto matrimoniale e un letto singolo.
I miei genitori trovarono subito un lavoro in un ristorante
e con i soldi che risparmiarono comprammo una bellissima casa
in un quartiere di New York: Little Italy,
un quartiere dove c’erano solo italiani.
E così finalmente potemmo realizzare il nostro sogno:
vivere in una vera casa.

Anna Lentini III D (2005-06)







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