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PRIMA TESTIMONIANZA

Mi chiamo Mary ed ho 10 anni,
vivo nella città di Londra e la mia famiglia è composta da 7 persone:
i miei genitori, 2 fratelli e 2 sorelle.
Viviamo in una casa formata da 2 stanze
e in inverno per tenerci al caldo ci mettiamo vicini.
Dormiamo tutti su materassi e giacigli sistemati sul pavimento.
La nostra giornata inizia alle 6:00 di mattina.
Io e le mie sorelle andiamo a lavorare in una fabbrica di vestiti.
Mio padre non può mantenerci più tutti perché ha perso il lavoro
e con i soldi che danno a me e a mia madre
non riusciamo neanche a mangiare.
In famiglia siamo molti e il papà ha deciso
di affidare i miei fratelli ad uno spazzacamino,
lmeno ci saranno meno bocche da sfamare.
Dobbiamo arrivare in fabbrica in perfetto orario
perché se arriviamo in ritardo ci danno bastonate;
nella fabbrica ci sono molti macchinari e siccome le stoffe
sono di lana, si crea una nube di peli e non si può respirare.
Ci sono molti bambini perché vengono pagati di meno.
Veniamo sorvegliati da persone grandi e se ci trovano che parliamo
o non facciamo bene il lavoro, ci danno tante bastonate.
Durante la mattina abbiamo mezz’ora per fare colazione,
ma in questo periodo dobbiamo anche pulire i macchinari
e se non riusciamo a finire di mangiare
non ci danno altro tempo.
Dobbiamo lavorare a ritmo veloce e non dobbiamo sbagliare.
A pranzo abbiamo 1 ora di tempo per mangiare
nel mentre dobbiamo pulire i macchinari.
Nelle prime ore del pomeriggio dopo molte ore di lavoro,
siamo tutti stanchi.
Una volta mi sono addormentata
e se non mi svegliavano ci rimettevo la mano.
La nostra giornata lavorativa è di 14 ore e alla fine
non riusciamo a tenere gli occhi aperti.
Oggi sto poco bene; la mamma dice che se continuerò
a lavorare in fabbrica, respirando la lana, mi ammalerò.
Ormai per oggi ci rimangono poche ore di lavoro, siamo tutti stanchi.
Ieri una bambina si è addormentata e il braccio
le è andato a finire dentro la macchina;
all’uscita la madre appena l’ha vista si è messa a piangere
perché la bambina non potrà più lavorare
e lei senza marito non riuscirà a mantenere i figli.
Alle ore 8:00 di sera suona la campana che avverte la fine della giornata;
a me e alle mie sorelle ci viene a prendere la mamma.
Aprono i cancelli e finalmente possiamo uscire.
Molti bambini oltrepassato il cancello, si addormentano per strada;
io aiuto la mia sorellina che è piccola e non riesce a tenersi in piedi <
e ci dirigiamo verso casa.
C’è molto freddo e arrivati a casa troviamo il papà
che ha preparato una zuppa e facciamo una cena molto semplice.
E’ un sollievo sapere che per qualche ora non ci bastoneranno
e potremo riposarci!
Dopo ci corichiamo vicini.
I miei fratelli non abiteranno più in casa con noi
e se il papà troverà lavoro forse potremo affrontare l’inverno
in modo migliore dello scorso anno.
Spero che i miei fratelli da oggi possano vivere
in modo migliore e non capiti loro nulla di brutto.

Mariagrazia Passalacqua

III D (2005-06)



 







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