TESTIMONIANZA PRIMA

Mi chiamo Salvo, sono siciliano e vi voglio raccontare
una cosa che mi è accaduta.
Era il 16 Aprile quando gli Arabi arrivarono in Sicilia.
Tutti eravamo molto spaventati perché sapevano che gli Arabi
erano nomadi spietati, di carnagione scura.
Poi però incontrai un anziano di nome Alì che mi fece scoprire
molte cose della civiltà araba che mi fecero ricredere.
Alì aveva una sacca piena di cose che non conoscevo
e che mi incuriosirono molto, perciò
quando ebbi con lui un po’ di confidenza,
gli chiesi che cosa fossero.
Lui cominciò facendomi vedere un ortaggio
di colore violaceo che chiamava “melanzana”,
poi mi fece vedere uno strumento che chiamava “compasso”
e permetteva di fare cerchi perfetti
e un disegno a forma di uovo che, mi spiegò, era un numero
che noi siciliani non conoscevamo, anzi, mi disse:
" un non-numero" chiamato zero.
Poi mi raccontò che ogni volta che conquistavano una città
costruivano un palazzo per il califfo, una moschea e un minareto.
Nella città c’erano vari mercati chiamati suk o bazar,
c’erano anche molti bagni pubblici.
Mi raccontò anche che gli Arabi avevano in comune
una pietra nera che, si diceva, aveva portato dal cielo l’ Arcangelo Gabriele
ed era diventata nera perché aveva assorbito i peccati del mondo.
Mi raccontò anche che il loro profeta Maometto si era sposato
con una donna molto saggia di nome Cadigia
che lo aveva molto aiutato con i suoi consigli.
Il loro vestito tipico era costituito da una tunica,
un turbante in testa e viaggiavano con un animale straordinario <
chiamato cammello che poteva resistere molti giorni
senza né mangiare né bere.



Mi disse anche che gli Arabi avrebbero messo una tassa per la religione;
infatti, io, che ero cattolico, pagai questa tassa.
Mi insegnò a fare le figure geometriche e mi spiegò
una scienza che loro chiamavano astronomia che studiava le stelle.
Mi disse che avevano scoperto l’ammoniaca e che cercavano una pietra
che poteva trasformare i metalli in oro e poteva donare la vita eterna,
la famosa “pietra filosofale”.
Mi spiegò che loro non potevano disegnare figure umane
e abbellivano gli edifici e le case con figure geometriche,
e mi disse anche che il loro libro sacro era il Corano
che l’ Arcangelo Gabriele aveva donato a Maometto
e che si doveva leggere ad alta voce.
Per questo motivo i musulmani erano ben istruiti e sapevano:
leggere, scrivere e fare calcoli.
Mi raccontò che gli Arabi erano bravissimi in medicina e lui, infatti,
era un grande medico e infine che gli Arabi avevano scoperto l’ algebra.
Alì mi fece scoprire molte cose nuove e mi regalò un compasso,
un vecchio turbante, una melanzana e un po’ di ammoniaca.
Da allora cambiai le mie idee sugli Arabi,
capii, cioè, che loro non erano dei rozzi guerrieri nomadi
ma che erano molto istruiti ed avevano una civiltà magnifica e gloriosa.
Quello fu un giorno meraviglioso perché conobbi Alì
e perché mi divertii moltissimo e lo ricordo sempre
come uno dei giorni migliori della mia vita.
Salvo Cordaro





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