Privacy Policy VENEZIA


VENEZIA



 
 


Ultima tappa......
Ed eccoci giunte all'ultima tappa..
una settimana indimenticabile a Venezia
Avevamo prenotato un appartamentino tramite web,
quindi al ...buio.
Siamo partite da Bologna, lunedì 15/09, alle ore 9,30 circa.
Non abbiamo avuto problemi a raggiungere la stazione,
visto che era vicinissima all'albergo;
i biglietti li avevamo fatti a Cerveteri.
Siamo partite in orario e dopo circa 1 ora e mezza,
siamo arrivate a Venezia.
Anche questa volta un "Treno Italia" pulito ed in orario.
Uscite dal treno ci ha colte il caos di Venezia,
un numero "infinito" di turisti.
C'erano due possibilità: prendere il vaporetto visto
che Stefania, il nostro contatto ci aveva detto
che l'appartamentino era vicino ad una fermata della linea 1 o andare a piedi.
Guardando il vaporetto strapieno e la valigia (di Antonella),
ci ha terrorizzato il pensiero di dover "scavalcare la calca" per entrare nel vaporetto.
Quindi abbiamo optato per "i piedi".
Salire e scendere dal ponte della stazione,
"il ponte degli Scalzi"
edificato da Eugenio Miozzi nel 1932 e inaugurato nel 1934,
è stata una vera impresa.



Oltre alla confusione, numerosi ambulanti che vendevano sui gradini la loro mercanzia.
Uno si è "prestato " a portare la valigia di Antonella,
poi voleva addirittura 5 euro.
Si è contentato di tre.
Io ero frastornata e seguivo Antonella temendo di...perderla.
Lei aveva le idee chiare, carta alla mano
ma ugualmente non riusciva a trovare la strada.
Ha chiesto ad una signora a spasso col cane
se ci sapeva indicare la calle C. Colombo,
ma lei non sapeva dove fosse e ci ha suggerito di chiedere
al fruttivendolo che si trovava lì vicino.
Ci trovavamo in Calle Lunga, una bellissima piazzetta alberata,
con tanti ristorantini che avremmo in seguito...... provato.
Alla fine Antonella ha telefonato a Stefania,
il nostro contato e...indovinate?
Eravamo a due passi da calle C. Colombo che si trovava
proprio di fronte al fruttivendolo.
L'appartamentino era a due passi, in questa calle
abbastanza stretta che a stento ci possono passare due persone in contemporanea.
Ci aspettavamo qualcosa di più grande,
visto che avevamo prenotato tre posti,
dovendo raggiungerci da Traviso, il venerdì pomeriggio, un'amica;
invece era minuscolo ma ben arredato e fornito di tutto,
persino del microonde.
Ci siamo subito sistemate e dapprincipio ci sentivamo...
un po' strette ma poi questa sensazione è passata.
Tempo di ripulirci, sistemare le valigie e siamo andate a pranzo,
in un ristorantino lì vicino.
Si dice tanto dei prezzi di Venezia, ma non è vero.
certo bisogna non chiedere troppo.
Se vai in piazza San Marco e magari in un bar con l'orchestra che suona,
non ti puoi lamentare se ti pelano.
Noi l'unica volta che abbiamo pagato di più (e mangiato male)
è stato il venerdì quando è arrivata Marisa che ha voluto mangiare
in un ristorante sul Canal Grande.
Anche qui, un secondo con contorno, acqua minerale e un bicchiere di vino
ma invece dei 15 euro a testa, ne abbiamo pagati più di 25.

***********
Dopo pranzo ci siamo riposate un po'
Siamo andate a comprare qualcosa alla Coop, che si trova proprio sulla piazzetta,
e ce ne siamo andate,calle, per calle a Piazza San Marco.



Piazza San Marco, come tutti sanno, ha forma trapezoidale ed è lunga 170 metri.
E' così chiamata perché vi si trova la famosissima Basilica di San Marco.
Questa Basilica fu realizzata nell'arco di molti secoli,
trasformata varie volte e arricchita di tesori e manufatti preziosi,
spesso provenienti dal lontano Oriente.
Nella sua architettura, che è insieme bizantina, romana e veneziana
si riconosce l'opera di artisti e artigiani di origini diverse.
Si può considerare un vero e proprio laboratorio, un organismo vivente
che si è sviluppato e trasformato nei secoli.
La basilica di San Marco venne edificata sui resti delle prime due chiese,
nel luogo dove la leggenda riferisce che un angelo indicò a San Marco
in navigazione verso Roma, il luogo della sua sepoltura
I mercanti veneziani, sulle rotte d'Oriente, si fermavano spesso ad Alessandria,
per pregare sul sepolcro del Santo e nell'828,
furono proprio due mercanti veneziani,Buono da Malamocco e Rustico da Torcello,
a trafugarne le spoglie e a trasportarle in nave fino a Venezia,
dopo averle nascoste in una cesta di ortaggi e maiale
per sfuggire ai controlli dei musulmani
Quando il corpo del Santo giunse a Venezia,
fu accolto trionfalmente e il doge ordinò la costruzione
di una nuova chiesa come suo sepolcro
La decisione del doge si rivelò una scelta determinante
per la prosperità di Venezia.
Nel medioevo possedere delle reliquie di un santo, vere o false,
era fonte di immenso guadagno per una città.
in quanto, reliquie, significava pellegrinaggi e quindi commercio e scambi culturali.
La facciata della basilica è un capolavoro della scultura gotica,
una composizione ricchissima di colonne, archetti, cuspidi e rilievi
che, come in tutte le chiese medioevali, rappresentano spesso
personaggi, mestieri o scene della vita quotidiana.
Vi compare persino un vecchio che si morde la mano:
pare che si tratti dell'architetto della basilica,
che fu sollevato dal suo incarico quando si lasciò sfuggire
che sarebbe stato in grado di costruirne una ancora più bella.

**************

Non tutti sanno che i bellissimi palazzi di Venezia,sono costruiti....su pali di legno
che malgrado l'inquinamento, l'acqua alta e quant'altro ancora resistono al tempo.
Venezia fu costruita su oltre 100 singole isole.
Il terreno sul quale è sorta  è del tutto particolare: sotto la terra emersa
troviamo un primo strato di fango  ed un successivo strato
compatto di argilla e sabbia, chiamato "caranto".
Per costruire edifici è, quindi, sempre stato necessario dapprima solidificare la zona
piantando dei pali di legno appuntiti,
in genere di larice e di rovere, corti e nodosi, fino a raggiungere il "caranto".
Su questi è stato posto uno zatterone di tavole
e su queste si elevano le fondazioni di blocchi di pietra d’Istria.
Circondato da fango salino, il legno si pietrificò,
formando le perfette fondamenta per la costruzione della città.
I numerosi canali servirono sia come vie di trasporto sia come canali di scarico.
Le quotidiane maree ripulirono i canali dalle acque di scarico.
Ecco perché Venezia "affonda".
Gli abitanti cercarono di evitare questo problema, mettendo più strati di pavimento
uno sopra l´altro. Alcune case hanno addirittura fino a sei strati di pavimento.
Sfortunatamente la situazione è peggiorata considerevolmente sin dagli anni ´30 del XX secolo.
Negli ultimi 30 anni Venezia si è abbassata più di quanto non abbia fatto nei due secoli precedenti.
I motivi sono complessi, però hanno tutti un fattori in comune: l´uomo.

************
Qui ci siamo informate sui vaporetti.
I prezzi sono carissimi, 7 euro a corsa ma c'è la possibilità
di fare un abbonamento, giornaliero, per tre giorni o per sette.
ovviamente abbiamo preso quello da sette giorni e con la cifra di 50 euro a testa
abbiamo potuto predere tutti i vaporetti possibili ed immaginabili.



Abbiamo deciso di prendere subito un vaporetto per farci un giro.
Siamo state fortunate perché era uno di quelli con le sedie davanti,
all'aperto e siccome il tempo era ottimo e lo è stato per tutti i giorni,
ci siamo godute la traversata ed io ho fatto un "mare" di foto.
Quando siamo sbarcati, però, visto che non era la linea 1,
sempre sovraffollata in quanto fa tutte le fermate, si era fatto buio,



e abbiamo avuto difficoltà a trovare la via di casa.
Giravamo, giravamo, ma ci tornavamo sempre nello stesso punto,
finché, carta alla mano non abbiamo trovato la via del ritorno.
Eravamo stanchissime, ci siamo fatte un panino e....a nanna.
Per il giorno dopo avevamo programmato di andare a Burano,
temevamo il tempo si guastasse ma non è stato così.



Siamo partite intorno alle 9.00, abbiamo preso la linea 1 che ci ha portato a Piazza San Marco,
e da lì il vaporetto per Burano.



Vi ero stata tantissimi anni fa e la ricordavo come un'isoletta con quattro case dove le donne ricamavano.
Non è più così.
Oggi è un'isola molto particolare,piena di case colorate, negozietti e ristorantini.
Prima ancora di sbarcare, siamo rimaste affascinate dal panorama
I mille colori delle sue case, si riflettono sulle verdi acque dei canali
i balconi e le finestre sono piene di piante fiorite di diversi colori.
Appena si scende dal vaporetto actv ci si trova in un verde prato
dove è posta una scultura dell'artista buranello Remigio Barbaro,
poi proseguendo ci si immerge nelle rive che portano alla via principale.
Prima di proseguire abbiamo pensato di mangiare proprio di fronte all'imbarco.
C'era un profumo di calamari fritti che inebriava.
Non sapendo la quantità delle porzioni, abbiamo preso un piatto di calamari
e due di bigoli in salsa.
NON SAPEVAMO DI COSA SI TRATTASSE!!!
Sono una specie di spaghetti con salsa di acciughe!!!!
Buonissima ma salatissima.
Il piatto di calamari era enorme e c'erano anche le patatine fritte.
con l'acqua ed un bicchiere di vino bianco abbiamo pagato meno di 20 euro totale.
Ci siamo immerse quindi nelle stradine dell'isola.
Le abitazioni sono per lo più di forma quadrata e si dividono in due, tre piani.
Alcune hanno una specie di terrazza di legno sul tetto
Al piano terra si trova la cucina, il tinello e i servizi, ai piani successivi le camere.
I colori diversi delle case, che oggi sono diventati la caratteristica principale dell'isola,
una volta servivano a delimitare le proprietà.
Esiste tuttavia una "leggenda" legata al colore delle case,
secondo la quale erano i pescatori a dipingere la propria casa,
al fine di riconoscerla da lontano durante i la pesca.



Ma come è nata Burano?
Furono gli abitanti di Altino che, per sfuggire alle invasioni barbariche,
si rifugiarono nelle varie isole della laguna,
dando a queste i nomi delle sei porte della loro città:
Murano, Mazzorbo, Burano, Torcello, Ammiana e Costanziaco,
Il nome Burano deriva dalla "Porta Boreana"
chiamata così perché posta nella direzione da cui soffia la bora.
Le prime abitazioni delle isole erano fatte di palafitte,
con le pareti perimetrali costituite di canne intrecciate
e successivamente intonacate con fango.
Erano costruzioni molto leggere composte da un solo vano, perché il terreno era molle.
Il pavimento era in terra battuta e i letti erano fatti di foglie secche.
Successivamente questi "casoni" vennero sostituiti
da costruzioni in mattoni mentre alcuni dei casoni,
furono utilizzati per le attività di pesca e caccia.
Fin dai tempi della Repubblica di Venezia,
Burano con la sua modesta popolazione era un'isola di povera gente
che viveva soprattutto di pesca e di agricoltura.
Grazie all'abilità delle merlettaie cominciò a crescere, ad arricchirsi e ad espandersi
Il centro abitato di Burano si divide tutt'oggi in cinque frazioni collegate da ponti:
San Martino Destro, San Martino Sinistro, San Mauro, Giucecca e Terranova
che sono separate tra loro dai rispettivi canali: Rio Ponticello, Rio Zuecca e Rio Terranova.
Ci siamo soffermate a lungo ed abbiamo girato Burano per lungo e per largo.



Poi abbiamo ripreso il vaporetto e siamo andate a Murano.
Se Burano è l'isola dei colori e dei merletti,
Murano è l'isola del vetro.



E' formata a sua volta da cinque isole e conta circa 7000 abitanti.
L'attività principale di Murano consiste nella produzione del vetro artistico,
conosciuto in tutto il mondo
Il nome antico dell'isola era Amuranium,
Anticamente contava numerose ville con orti e giardini, palazzi,
chiese e monasteri oggi purtroppo andati distrutti.
L'industria del vetro vi fu trasferita nel 1291
per decreto del Maggior Consiglio per due motivi:
evitare i continui incendi che succedevano in città provocati dalle vetrerie
visto che le case all'epoca erano quasi tutte in legno,
e poterne controllare la produzione
(i segreti della lavorazione venivano gelosamente tramandati di padre in figlio,
e la Serenissima vietava l'espatrio ai maestri vetrai di Murano per garantirsene il monopolio).

***********
Poco prima di arrivare a Murano si vede sulla destra San Michele in Isola,
che è il cimitero monumentale di Venezia dal 1806.



Nel 1212 vi si installarono i Camaldolesi che vi costituirono una biblioteca
ricca di 180.000 volumi e 36.000 codici manoscritti.
Verso la metà del '400 il convento di S. Michele divenne un importante centro di studi
dove venivano riversate le conoscenze geografiche dell'epoca, una National Geographic ante litteram.
Per opera del monaco camaldolese Fra' Mauro, tra il 1450 e il 1459 venne realizzato un famoso mappamondo.
Tale planisfero, (oggi conservato nella Biblioteca Nazionale Marciana),
indicò con 40 anni di anticipo che l'Africa era circumnavigabile.
Re Alfonso V di Portogallo si convinse ad appoggiare la spedizione di Vasco da Gama nel 1498
solo dopo aver consultato alcune carte di Fra' Mauro
Con le soppressioni napoleoniche, il monastero divenne un carcere politico
(vi passarono, tra gli altri, Silvio Pellico e Pietro Maroncelli),
quindi, dopo il breve insediamento, a partire dal 1829, dei Francescani,
divenne parte integrante del cimitero di San Cristoforo
dove sono sepolti artisti famosi

**********
A Murano è possibile assistere a delle dimostrazioni ad orari determinati.
La cittadina si è molto espansa e abbonda di negozi
dove si possono perdere.......gli occhi...e il portafogli.
Fortuna che essendo oggetti fragili,...non era il caso di comprare.
Io poi ho un'infinità di vetri di Murano e merletti
perché mio padre era innamorato di Venezia,
ci andava spesso e mi portava sempre qualcosa.



Poi abbiamo ripreso il vaporetto e siamo tornate a Venezia,
abbiamo riguardato il Ponte dei Sospiri,



che non è come qualcuno pensa il ponte degli innamorati,
ma il ponte che i condannati passavano per andare nel Carcere dei Piombi,
all'interno del Palazzo Ducale.
Gli si è dato questo nome perché, la leggenda vuole che, ai tempi della Serenissima,
i prigionieri, attraversandolo, sospirassero perché una volta condannati
nella Repubblica dei Dogi difficilmente sarebbero tornati indietro.
Vi furono imprigionati personaggi famosi, fra i quali Giordano Bruno, Silvio Pellico,
Daniele Manin, Nicolò Tommaseo e Giacomo Casanova-
Quest'ultimo diede ai Piombi vasta notorietà poiché li descrisse
nelle sue "Memorie" e soprattutto in
"Storia della mia fuga dai Piombi", lasciandoci
dettagli della struttura e delle modalità detentive e ci racconta
come riuscì ad evaderne nel 1756.
Ma forse l'aspetto più interessante della descrizione casanoviana
è quello relativo all'organizzazione carceraria del tempo.
I detenuti infatti, godevano di assistenza medica,
potevano farsi portare un cibo speciale dall'esterno
o ordinarlo al carceriere e godevano anche di un'assegnazione in denaro per le piccole necessità.
Con quest'ultima potevano dare commissioni al carceriere
il quale doveva renderne il conto.
Potevano anche farsi portare mobili e suppellettili come letti, piatti e così via.
Le pulizie della cella erano eseguite regolarmente
così come era consentita una passeggiata quotidiana
fuori dalla cella, ma sempre nel sottotetto.
Casanova descrive di sfuggita anche la situazione nei cosiddetti pozzi,
situazione assai peggiore per chi vi era recluso.
I pozzi erano destinati ai detenuti comuni,
mentre i piombi ai detenuti di origine nobiliare o ai Clerici.
I "pozzi", collocati al piano terreno, erano diciotto celle rivestite in legno,
buie e comunicanti solo con tetri corridoi.
Qui le condizioni di vita erano davvero terribili:
sotto le tavole di legno si annidavano insetti di ogni tipo,
il cibo era scarso e immangiabile, l’aria irrespirabile, gli ambienti sovraffollati.
Nel 1797 i Piombi furono dismessi come prigioni.

************
Poi subito...a casa.
Nei giorni successivi abbiamo girato calle per calle,
campiello per campiello e ponte per ponte.
Abbiamo fatto corse in vaporetto, ho fatto fotografie,
salito e sceso ponti e ponticelli.
Siamo passate varie volte sotto e sopra il ponte Rialto.



che è il più famoso dei ponti che attraversano il Canal Grande
In questa zona, che in origine ospitava il mercato del cibo,
vi è sempre stato un attraversamento del canale,
realizzato dapprima attraverso un semplice ponte di barche
e in seguito con un vero e proprio ponte in legno,
composto da due rampe inclinate con una sezione mobile al centro,
in modo da consentire il passaggio delle navi.
L'attuale ponte di Rialto, in pietra e ad un'unica arcata,
venne realizzato su progetto di Antonio da Ponte, tra il 1588 e il 1591.
La costruzione fu resa difficile dalle condizioni di instabilità e dall'altezza dei fondali.
La struttura, molto simile a quella del precedente in legno,
si compone di due rampe inclinate, con negozi su entrambi i lati, coperti da un porticato.
Ai tempi in cui Venezia era una potenza marinara,
che navigava e commerciava in buona parte del mondo conosciuto,
qui si fermavano le grandi navi mercantili provenienti da molti paesi
a scaricare e vendere le proprie merci all'ingrosso.
Si incontravano veneziani, con spezie e sete d'Oriente, lombardi e fiorentini,
che offrivano lavori in metallo e tessuti, insieme a tedeschi
e a molti altri provenienti dall'Italia e da oltralpe.

***********
Siamo passate tante volte sotto il Ponte dell'Accademia,
che si trovava sulla nostra rotta



Doveva essere un ponte provvisorio e durare solo alcuni anni,
invece, dopo quasi 80 anni, continua a collegare due delle maggiori istituzioni di Venezia:
le Gallerie dell'Accademia e l'Istituto Veneto di Scienze.
Abbiamo visto più volte la Ca' d'oro che si trovava sulla nostra rotta,



chiamata così per l'antica dorazione di alcuni parti della facciata.
Fu eretta per Marin Contarini, figlio di Antonio Contarini procuratore di San Marco.
Comparando questo palazzo con altri del primo Quattrocento,
la Ca'd'Oro è un palazzo assai piccolo, ma di un apparato decorativo unico.

***********
Abbiamo poi visitato con molto scetticismo il Museo di Storia Naturale
che era vicinissimo al nostro appartamento..
Dico con molto scetticismo perché questi musei a volte
sono piuttosto...pallosi.
NON QUESTO!!!!!
Magari lo avessi avuto vicino la mia scuola,
ci avrei passato giorni interi con gli alunni.
Affacciato sul Canal Grande, il Museo di Storia Naturale
ha sede nello splendido Fontego dei Turchi
L’edificio, eretto nel XIII secolo per volere di Giacomo Palmieri,
fu dal 1621 al 1838 la sede commerciale dei mercanti turchi a Venezia.
Nel 1860 venne completamente ricostruito, su ispirazione del palazzo originale,
e nel 1923 divenne sede del Museo di Storia Naturale.
Oggi il patrimonio scientifico del Museo consta di oltre due milioni di pezzi.
L’allestimento attuale degli spazi espositivi coinvolge il visitatore
in un’esperienza che lo rende protagonista attivo di un viaggio:
grandi e piccini hanno la possibilità di vivere
la scoperta della natura grazie ad una comunicazione originale, chiara e accattivante.
Visitarlo è come fare...un salto nel passato.
A seguito di complessi restauri dell'intero palazzo, conclusi nel 2011,
l'intero percorso Museale è stato rinnovato ed aperto al pubblico
con 16 nuove sale, un nuovo giardino ed una nuova area ingresso.



Attraverso cinque sale si segue il percorso della vita camminando tra e sopra fossili,



collocati ai bordi e sotto un ipotetico scavo che il visitatore percorre
dalle prime forme di vita apparse nel mare fino ai grandi animali
presenti al termine del periodo glaciale nel territorio italiano e veneto
con una piccola sezione finale dedicata all'uomo.
Una sezione è dedicata ai grandi esploratori e collezionisti
che hanno raccolto e costituito le imponenti collezioni scientifiche del Museo.
Partendo dall'esploratore Giovanni Miani, al cacciatore Conte Giuseppe De Reali,
fino al contemporaneo esploratore, antropologo e mecenate Giancarlo Ligabue.
C'è una sala multimediale circolare animata da un sistema computerizzato touchless,
che proietta le immagini di centinaia di organismi
vissuti sul pianeta in ogni ambiente come in un planetario.
Il visitatore può così leggere dal vero le infinite soluzioni
sviluppate dall'evoluzione nel corso di milioni di anni
di storia della vita sul nostro pianeta.
Allestito al piano terreno, l'acquario delle tegnue,
(affioramenti rocciosi naturali che si distribuiscono
in modo discontinuo nell’area occidentale del Golfo di Venezia)
capace di oltre 5000 litri d’acqua marina,
riproduce lo straordinario ambiente delle tegnùe e la loro biodiversità,
con oltre 50 specie animali fra invertebrati e pesci.
Sempre al piano terra è stata allestita la nuova galleria dei cetacei.



Qui un bel video sul Museo
Abbiamo anche visitato il ghetto di Venezia



Mi ha fatto particolarmente impressione e l'ho visitato nel massimo silenzio
ricordando che nel 1938, la promulgazione delle leggi razziali fasciste,
vide gli ebrei privati dei diritti civili e l'inizio delle persecuzioni nazi-fasciste
che a Venezia portò alla deportazione nei campi di sterminio
di 246 ebrei veneziani di cui SOLO 8 fecero ritorno
come si ricorda in "Se questo è un uomo" di Primo Levi.

***********
Quello che fu il primo ghetto del Mondo è ancora oggi
un vivo e frequentato rione della città
dove permangono tuttora le istituzioni religiose
e amministrative ebraiche e cinque sinagoghe.

************
L'ultimo giorno è stato dedicato alla visita dell'isola di Giudecca
da cui si vede Venezia, dall'altro lato del canale.



San Marco con lo splendido palazzo Ducale



Al ritorno abbiamo visto "i mostri" che arrivano fino a Piazza San Marco.
E' una cosa incredibile dopo quello che è successo con la Concordia!
ma siamo sempre là: l'interesse di pochi contro l'interesse di molti
ed infatti, dopo la protesta di chi non le vuole
c'è stata la protesta di chi con i mostri ci "mangia".



Siccome l'appartamentino era libero ci hanno permesso di stare quanto volevamo,
per cui, dopo aver pranzato nella "nostra piazzetta",
ci siamo riposate e poi Antonella mi ha accompagnata all'Aeroporto Marco Polo.
Ci siamo andate in autobus e guardate dove abbiamo visto passare un treno



Ecco, il viaggio è finito.
Spero vi siate divertiti a...... viaggiare con me




</body> </html>