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IN GIRO PER LE EOLIE

Le Isole Eolie dette anche isole Lipari, sono fra le isole più belle della Sicilia.
Sono un arcipelago situato nel mar Tirreno meridionale a nord della costa siciliana,
costituito da sette isole vere e proprie, le sette sorelle, disposte a forma di y:
Lipari, Vulcano, Salina, Panarea, Stromboli, Alicudi e Filicudi,
alle quali si aggiungono numerosi isolotti e scogli affioranti dal mare.
Di origine vulcanica, l'arcipelago comprende i due vulcani attivi di Stromboli e Vulcano
e vari fenomeni di vulcanismo secondario.

Qualche curiosità

Prendono il nome da Eolo che, secondo Omero,
riuscì ad ottenere da Zeus il ruolo di domatore dei venti che, custoditi
nelle caverne, venivano liberati secondo la volontà degli dei e in base alle suppliche dei mortali.
A volte però i venti sfuggivano e causavano gravissimi danni.
La leggenda vuole che sia stata questa la causa del distaccamento della Sicilia dal resto del continente.
Le Isole Eolie sono le terre che hanno ospitato Ulisse reduce dalla guerra di Troia;
il mito narra che Eolo lo ospitò e gli fece dono di un otre in cui vi erano custoditi
i venti contrari alla navigazione.

Durante il viaggio, Ulisse fece soffiare solo il dolce Zefiro
ma mentre egli dormiva, i suoi compagni .credendo che l’otre fosse piena di tesori,
lo aprirono. liberando i venti fortissimi che scatenarono una terribile tempesta
dalla quale si salvò solo la nave di Ulisse.
“E giungemmo all’isola Eolia. Qui dimorava
Eolo, caro agli dei,Poi quando licenza gli chiesi di andarmene
non rifiutò, ma prese a cuore il mio viaggio;
spogliò delle cuoia un bove novenne
un otre ne fece, e dentro vi chiuse
dei venti ululanti le vie: custode l’aveva
dei venti fatto il cronide, e poteva
quieti tenerli o incitarli a sua voglia.”
(Odissea libro X, vv 1-25)

Nella tradizione altomedievale si credeva che nell’isola di Vulcano
le anime venissero sottoposte a giudizio per essere poi condotte al Purgatorio.
Il fuoco, la lava, i gas sulfurei ricordano infatti, il purgatorio e le fucine di Efesto.
Gli egiziani invece, credevano che l’isola di Vulcano fosse una terra magica.
Credevano che le anime dei defunti entrando e uscendo dalle bocche vulcaniche
potessero essere evocate e commemorate nelle tombe.

Queste isole mi hanno sempre attratto per cui, quando la mia amica Antonella
mi ha proposto questo tour di 5 giorni con la nostra agenzia Eleantour,
ho subito detto di si e, anche quest'anno,
malgrado il Covid continui ad imperversare, rinfrancata dall'aver fatto il vaccino,
ho deciso di andare.
Con noi c'erano anche Gabriella, sorella di Antonella e altre due amiche: Marisa e Rosanna.
Purtroppo il periodo non era dei migliori considerato il caldo estremo di quest'estate 2021,
ma alla fine ci siamo godute questo bel giro.
Siamo partite il giorno 6 agosto alle ore sette
dal solito posto, Piazzale Giotto, dove ci aspettava l'autobus dell'agenzia.
Siamo quindi partiti per Milazzo con Emanuela e Mario (i titolari dell'agenzia)
e da lì abbiamo preso la motonave che ci ha portato a Lipari dove avevamo l'hotel.
La traversata è durata un bel po', quasi due ore perchè il mare era abbastanza mosso
e siamo arrivati verso le 12.30.
Siamo subito andati all' Hotel La Filadelfia, situato nel cuore del centro storico di Lipari.

Quest'Hotel, oltre a permetterci di uscire a qualunque ora, è abbastanza confortevole.
Io, Antonella e Gabriella, avevamo una bella camera al pianterreno, proprio vicina alla piscina.

Abbiamo pranzato in Hotel molto bene: pasta all'eoliana, pesce spada panato (buonissimo) e sorbetto
e poi nel pomeriggio abbiamo fatto il giro in autobus per Lipari.
Lipari è la più grande delle Isole Eolie e rappresenta anche il centro principale dell’arcipelago.

Ha una superficie di 37,3 km²e una popolazione di circa 13.000 abitanti.
Secondo alcuni il suo nome deriva dal greco antico Lipàra (ossia grassa, fruttifera)
o Meligunìs ( nome che sembra far riferimento al miele);
secondo altri dal  francese libe, col significato di "blocco di pietra".
Una delle zone più belle di Lipari è Marina corta con i suoi vicoletti fioriti

La stradina che da Marina Corta porta al centro storico è un tripudio di colori:
fiori rigogliosi (malgrado la mancanza di acqua assoluta di tutte le isole
che vengono rifornite con navi cisterna ) e negozietti di vestiti e souvenir.

Il porto poi, è strapieno di motonavi che portano in giro i turisti e barche di ogni genere.

Dopo il giro in bus siamo tornati in albergo per la cena:
risotto con le cozze, calamaro ripieno e macedonia con gelato.
Tutto molto buono, peccato che il servizio fosse lentissimo.

Il giorno 7

siamo andati a Alicudi costeggiando i Faraglioni di Lipari

e poi a Filicudi con la motonave Merenda.
Siamo partiti alle 9.30 da Marina Corta e il viaggio è durato circa due ore con una sosta
per il bagno dalla barca ,che io non ho fatto per paura
 (come mi sono pentita della mia vigliaccheria).

Alicudi amministrativamente appartiene a Lipari e gli abitanti dell'isola sono chiamati  arcudari.
Anticamente era nota come Ericussa, dal greco antico («ricca di erica»)
mentre l'attuale nome deriva dall'arabo "Alì-kur", fortezza di Alì.
La pianta dell'isola è quasi circolare, con superficie di circa 5 km², con coste ripide ed aspre.
Vi vivono circa 60 persone.

I principali prodotti dell'isola sono l'ulivo, la vite, i capperi e la pesca.
Alicudi è chiamata "l'isola dei gradini e dei muli".
Gli unici mezzi di trasporto utilizzati infatti ,sono i muli, che hanno sostituito gli asinelli.

Non vi sono veicoli in circolazione, mancando le strade, ad eccezione di una striscia di pietre e cemento,
che si stende per alcune centinaia di metri e serve per collegare al molo,
 la centrale elettrica e il piazzale dell'eliporto per le emergenze.
Per il resto solo sentieri di gradini.
Tutto il materiale viene portato a dorso di mulo anche se recentemente, per ristrutturare alcune case,
 si servono di elicotteri che in breve tempo portano il materiale per la ristrutturazione
anche se, ovviamente, sono molto costosi.
Questo isolotto è molto brullo e pietroso e la spiaggia non è certo agevole senza scarpe adatte.
Io però mi ero incaponita a fare il bagno e mi sono inoltrata, con i ciottoli che mi giravano sotto i piedi.
Conclusione.... sono caduta anche se non mi sono fatta nulla.
Due baldi giovani mi hanno alzata e mi sono fatta portare a pelo d'acqua ma.....
manco a parlare di entrare in acqua...praticamente impossibile senza scarpe.
Allora mi sono seduta sulle pietre e mi sono fatta il bagno...seduta.
Rialzarmi è stato un problema.
Non ci riuscivo neppure a 4 zampe.
Per fortuna che vicino c'era la mia amica Rosanna che mi ha dato una mano e mi ha portata...in salvo.
Mai più bagno dove ci sono pietre.

Comunque quest'isola è adatta solo a chi ama questo tipo di posti ma non a me.
Arrivando dal mare, si vedono solo case sparse qua e là, abbarbicate sulla montagna.
Le case tradizionali delle Eolie hanno il tetto piano per la raccolta dell'acqua piovana,
che viene convogliata in grandi cisterne poste a fianco e al disotto delle case
 e  hanno camere intercomunicanti affiancate,
che si aprono su terrazzi con sedute in muratura (bissuoli) e tipiche colonne a tronco di cono (pulere).

In molte case sono ancora sfruttati, per conservare gli alimenti, i rifriggiraturi,
piccoli vani con una porticina, posti allo sbocco di cunicoli di comunicazione ipogea,
da cui fuoriescono soffi d'aria alla temperatura costante di una decina di gradi.
che vengono utilizzati anche come "aria condizionata".
Dopo Alicudi siamo stati a Filicudi che è un po' più grande, circa 9.49 km².
La popolazione è di circa 200 abitanti ed è distribuita tra i centri di:
Filicudi Porto, Valdichiesa, Pecorini, Pecorini a mare, Canale e Rocca di Ciavoli,
collegati dall'unica strada asfaltata dell'isola e da una fitta trama di strade pedonali.

Anticamente l'isola era nota come Phoinicussa dal sostantivo phoinix
che in greco antico indica la palma nana, tipica della macchia mediterranea.

Anche qui pietre.
Forse sarebbe stato più agevole fare il bagno ma era ora di pranzo
e siamo andati ad un ristorante proprio davanti al mare.

Abbiamo quindi fatto il giro di Filicudi con la barca e quindi
c'è stato un altro bagno alla Grotta del Bue Marino, che io...non ho fatto.

Ma la voglia di immergermi in quello splendido mare era tanta
per cui ho chiesto alle mie amiche Marisa e Rosanna di darmi una mano
in caso di bisogno e quindi mi sono prenotata per il bagno successivo.
In realtà, tanti anni fa, quando mio suocero aveva la barca, andavamo sempre fuori
a fare il bagno perchè a Spagnola (Marsala) il mare è molto basso ed io amo fare il bagno dove non tocco.
Per cui sapevo come fare a scendere e risalire dalla barca ma, essendo passati tanti anni,
non sapevo se ne ero ancora capace.

Il giorno 8

è stata una giornata molto impegnativa perchè il tour prevedeva la visita di Lipari a piedi,
Panarea, Stromboli e la Sciara del fuoco.
Lipari è un'sola bellissima che mi è molto piaciuta nonostante il caldo atroce.

Siamo saliti al Castello che sorge su un promontorio a strapiombo sul mare  fino a 50 metri di altezza.

La cinta muraria che risale al 1500,  è  opera di Carlo V
e fu costruita a protezione della città .

Le pareti sono ricoperte da piante di cappero.
Immagino lo spettacolo quando sono in fiore.

La sua storia  inizia nel 4000 a.c. con un susseguirsi di dominazioni, testimoniate
da numerosi ritrovamenti archeologici perfettamente conservatesi nel tempo.
Stupenda la vista dal belvedere del castello.

Mentre eravamo in visita al Castello, abbiamo ricevuto la telefonata di Marisa
che, insieme a Gabriella, si era persa.
Pensando che io fossi rimasta indietro mi cercava e quindi aveva perso il contatto con il gruppo.
Io invece ero con tutti gli altri.
Manuela è scesa per andarla a prendere.
Benedetti telefonini e benedetto chi li ha inventati.
La spiaggia più famosa di Lipari è quella del Canneto.

Dopo aver pranzato in albergo, buonissimo il tortino di spigola,

alle 15 siamo partiti per Panarea.

Abbiamo costeggiato il Monte Rosa e fatto il bagno a Cala junco.
Finalmente, con l'aiuto di Marisa, sono riuscita a sboccarmi e a farmi il bagno in questo splendido mare.

Panarea è grande poco più di 3 km² quindi si può girare tutta a piedi.
Gli abitanti sono circa 280 e quindi si conoscono tutti.
E' la più piccola delle Eolie ma per fascino e bellezza davvero unica.
Non ci sono auto se non qualche motoape adibita al trasporto dei bagagli.
Con gli isolotti di Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Dattilo, Bottaro, Lisca Nera
e gli scogli dei Panarelli e delle Formiche, costituisce un microarcipelago
fra Lipari e l'isola di Stromboli.
Non ce la siamo sentite di fare il giro a piedi e ci siamo prese
una delle tante granite in un bar vicino al porto.
Di fare il bagno niente, ciottoli dappertutto.
Ci siamo fermati circa 1 ora e siamo partiti per Stromboli.

Molto suggestivo  l'isolotto di Strombolicchio che,
con i suoi 3000 metri quadri rappresenta il punto più settentrionale della Sicilia.

L’intera isola è caratterizzata da scogliere molto ripide che scendono a picco verso il mare.
Oltre alla sua peculiare conformazione, l’assenza d’acqua potabile e di un terreno coltivabile la rendono totalmente inadatta ad essere abitata
Dal 1926 è ufficialmente sede di un faro alimentato ad energia solare e attivato nel 1938.
Se nei primi anni la sua attività veniva interamente comandata da un farista,
oggi è interamente automatizzato e gestito dalla Marina Militare Italiana.
Oltre alla versione ufficiale, la formazione dello Strombolicchio è intrisa di leggende popolari,
tra cui quella che lo vorrebbe nato dal tappo del vulcano, scagliato in mezzo al mare
 nel corso di una violentissima eruzione.

Stromboli è una delle isole che mi è piaciuta di più.
Ha una superficie di quasi 13 km² e circa 500 abitanti.
Sull'isola è presente l'omonimo vulcano la cui attività,
si svolge incessantemente da 2000 anni.

Gli antichi lo chiamavano “ il faro del Mediterraneo”
in quanto è l “unico vulcano d’Europa in costante attività”.
Il fenomeno vulcanico tipico dello Stromboli, è caratterizzato da un’attività continua,
moderatamente esplosiva e saltuarie emissioni laviche,
che ha dato il nome alla definizione di “ attività stromboliana” divenuta famosa e utilizzata
per definire analoghi fenomeni vulcanici di tutta la terra.
Lo Stromboli è alto più di 3000 metri considerando anche la parte sommersa,
mentre la sommità a forma conica emerge dal Tirreno fino all’altezza di 926 metri.
Le saltuarie colate laviche non sono pericolose per gli abitanti dell'isola perché
scivolano giù per la Sciara del Fuoco, chiusa ai lati da due alte barriere rocciose.

L'isola ha una superficie di 12,6 km² e circa 510 abitanti
che non temono il vulcano, anzi lo considerano una specie di presenza divina
lo chiamano confidenzialmente “IDDU”.
IDDU è il protagonista assoluto: domina i ritmi e l’attività dell’isola.
Gli “Strombolani” sono abituati a convivere con le sue effusioni, fumate, esplosioni spettacolari
e ogni giorno riescono persino a prevedere le variazioni del tempo,
osservando la nube di vapori che emana  e che è condizionata dalla pressione atmosferica.

Dopo la visita guidata dell'isola, siamo risaliti sulla motonave,
dove abbiamo "cenato" con un piatto di pasta all'eoliana e un bicchiere di malvasia,
il vino liquoroso tipico di queste isole.
Subito dopo cena siamo andati a vedere lo spettacolo che lo Stromboli aveva allestito per noi.

Siamo tornati a Lipari intorno alle 22.30 e con il taxi siamo tornati in albergo.

Il giorno 9

siamo partiti per Vulcano costeggiando la parte est di Lipari.

L'Isola ha una superficie di 20,87 km² e circa 500 abitanti.
Nell'antichità venne chiamata Therasia, poi Hiera, perché sacra al dio Vulcano,
da dove deriva poi il suo nome attuale.
Secondo la mitologia greca,su questa isola si trovavano le fucine di Efesto,
dio del fuoco e fabbro che aveva per aiutanti i Ciclopi.


Virgilio nell'Eneide  scrive:
«Giace tra la Sicania da l’un canto
 e Lipari da l’altro un’isoletta  ch’alpestra ed alta esce de l’onde, e fuma.
 Ha sotto una spelonca, e grotte intorno,  che di feri Ciclopi antri e fucine
son, da’ lor fochi affumicati e rosi.
 Il picchiar de l’incudi e de’ martelli
 ch’entro si sente, lo stridor de’ ferri,
 il fremere e ’l bollir de le sue fiamme
 e de le sue fornaci, d’Etna in guisa
 intonar s’ode ed anelar si vede.
 Questa è la casa, ove qua giù s’adopra
Volcano, onde da lui Volcania è detta e qui per l’armi fabbricar discese
del grand’Enea.»
(Virgilio, Eneide, libro VIII)

Abbiamo fatto il bagno dalla barca nella zona del Gelso

Poi abbiamo costeggiato Punta Bandiera, le Grotticelle e la Sirenetta di Vulcano.

La guida ci ha detto che questa Sirenetta ha una storia.
Ci ha raccontato che un ricco inglese si era innamorato di una bellissima ragazza
e la voleva sposare; ma questa, dopo 15 giorni d'amore, rifiutò e abbandonò l'isola.
Il ricco signore allora, in memoria di questo amore, fece scolpire questa sirenetta
e la fece collocare su uno scoglio da dove guarda i turisti che le transitano accanto.
Siamo quindi sbarcati sull'isola, famosa per le sue sabbie nere e,
dopo aver fatto finalmente un bagno senza pietre, siamo andati a pranzo.

Nel pomeriggio alcuni di noi, hanno fatto un giro dell'isola in bus.
Siamo saliti quasi fino al cratere attraverso una strada ricca di alberi.

Ci siamo affacciati dal Belvedere da dove si gode una vista favolosa.

Il giorno10

ultimo giorno è stata, per me, una giornata pesantissima perchè
c'era ancora molto da vedere e si tornava direttamente a Palermo.
Abbiamo lasciato Lipari per andare a Salina, ultima tappa del viaggio.
Quest'ultimo giorno erano previsti 3 bellissimi bagni dalla barca,
ma io non ne ho fatto nessuno perché non mi andava
di restare tutto il giorno in costume magari neppure completamente asciutto.
Quindi mi sono limitata a guardare quello splendido mare.

Salina ha una superficie di 26 km² e circa 2300 abitanti;
è l'isola più fertile delle Eolie e ricca d'acqua;
vi si coltivano uve pregiate dalle quali si ricava il Malvasia delle Lipari,
un vino di sapore dolce e capperi che sono esportati in tutto il mondo.

Sulla spiaggia di Pollara (frazione di Malfa) sono state girate
alcune scene del film Il postino (1994), l'ultima pellicola interpretata da Massimo Troisi.

A Salina sono state girate anche alcune scene del film Caro diario di Nanni Moretti.

Bellissima l'arco di punta Perciato

Il caldo era allucinante e io, Antonella e Gabriella non ce la siamo sentita di fare il giro dell'isola.
Quindi ci siamo sedute in un bar ed abbiamo preso la nostra solita granita.
Dopo aver pranzato, la motonave ci ha riportati a Lipari da dove abbiamo preso la motonave
per raggiungere Milazzo dove ci aspettava il pullman per Palermo
e dove siamo arrivati alle 22.30 circa.
E' stato un bellissimo tour ma molto faticoso soprattutto per il caldo.
Grazie Manuela e Mario per averci  permesso questa bellissima esperienza

Non tutte le foto sono mie, alcune sono prese dal web. Il copyright appartiene ai rispettivi autori