Privacy Policy Donne indimenticabili: Marie Curie

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MARIE CURIE

Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie nacque a Varsavia il 7 novembre 1867.
Crebbe nella Polonia russa, ultima di cinque figli e iniziò gli studi con il padre.
Poichè le donne non potevano essere ammesse agli studi superiori,
si trasferì a Parigi e nel 1891 iniziò a frequentare la Sorbona,
dove si laureò in fisica e matematica.

Maria possedeva tre qualità che presto la resero la beniamina degli insegnanti:
memoria, capacità di concentrazione e sete di sapere.
Nella tradizione familiare sono rimasti impressi tre episodi legati alla sua infanzia.
Nel primo, Maria a quattro anni mentre si trovava in campagna con i suoi fratelli
sentendo leggere sua sorella Bronia di sette anni,stentatamente un testo,
spazientita se ne impossessò e lesse con solo con un po' d'incertezza, la prima frase.
Soddisfatta per lo stupore che la circondava proseguì la lettura, poi,
colta dalla sensazione d'essere stata sfacciata, farfugliò:
"Non l'ho fatto apposta, è così facile...".
Nel secondo, a scuola dove l'insegnante, trasgredendo il regolamento,
insegnava la storia della Polonia in polacco Maria che aveva dieci anni,
fu interrogata dall'ispettore russo di Varsavia
sulla storia della Russia zarista.
Maria rispose senza commettere errori, ma quando l'ispettore lasciò la stanza,
scoppiò in singhiozzi, umiliata per il servilismo mostrato davanti all'ispettore russo.
Non se ne dimenticò mai più.
Il terzo episodio ebbe luogo nello stesso periodo, nella sala da pranzo della scuola.
Maria, i gomiti sul tavolo, i pollici sulle orecchie per proteggersi dal rumore,
era immersa nella lettura di un libro.
Questa sua maniera di astrarsi e d'isolarsi sollevava sempre l'ilarità degli altri bambini
che quel giorno decisero di farle uno scherzo circondandola con una piramide di sedie
e aspettando che la catasta crollasse.
I minuti passavano ma Maria immobile non si era accorta di niente;
improvvisamente fece un gesto e le sedie caddero con un gran fracasso.
Maria si massaggiò la spalla urtata da una sedia, si alzò,
prese il suo libro e borbottò:"che idiozia!", uscendo dignitosamente dalla stanza.
Tale approccio serio e severo sarà una costante e un elemento di forza nella sua vita,
anche durante gli anni a venire.
Nel 1891 Maria si trasferì a Parigi ospite di sua sorella Bronia
e del marito Casimiro Dluski per proseguire i suoi studi.
e il 3 novembre 1891, Marie "attraversò il cortile della Sorbona
" dove si è iscritta, francesizzando il suo nome, per preparare una laurea in scienze.
Esattamente quindici anni più tardi, il 5 novembre 1906, Marie Curie
sarà la prima donna ammessa a insegnare alla Sorbona.

Nel dicembre del 1897 iniziò a compiere degli studi sulle sostanze radioattive,
che da allora rimasero al centro dei suoi interessi.
Pierre Curie entrò nella vita di Maria nel 1894.
Fisico e matematico nato a Parigi nel 1859, aveva; 35 anni,
lavorava come istruttore di laboratorio alla Scuola di fisica e chimica industriale.

Con lui condurrà con mezzi rudimentali e senza aiutanti, le ricerche sulla radioattività
che culmineranno con la scoperta di nuove particelle subatomiche:
il radio e il polonio, che prende il nome dalla sua patria natia.
Marie comprese che la radioattività è un fenomeno atomico,
demolendo con questa geniale intuizione la convinzione della fisica di allora
che l'atomo fosse la particella più piccola della materia.
Fra i due scienziati nacque una solida amicizia basata sullo studio, sulla ricerca
e sull'aiuto reciproco, basi su cui poi fonderanno il loro matrimonio nel 1895.
Maria era molto restia a rinunciare alla sua indipendenza anche per l'uomo che amava;
d'altronde, sarà sempre una donna emancipata per i suoi tempi.
Nel 1897 nacque la prima figlia Irène e nel dicembre del 1904 la seconda, Eve.

Dopo la prematura scomparsa del marito avvenuta nel 1906
a Parigi, travolto da una carrozza e investito dai cavalli e dalle ruote del carro
mentre stava percorrendo a piedi rue Dauphine per raggiungere l'Accademia,
le fu concesso di insegnare nella prestigiosa università della Sorbona.

Marie continuò da sola le sue ricerche e per questo ricevette nel 1911 il secondo premio Nobel.

Aveva ricevuto quello per la fisica nel 1903.
Durante la prima guerra mondiale, Marie Curie insieme alla figlia Irène
si recò sul fronte di battaglia della Marna per insegnare personalmente
ai medici e agli infermieri, come usare i nuovi strumenti di radiologia
per il trattamento dei soldati feriti:
dotando un'automobile dei primi apparecchi per le radiografie,
rese possibili le indagini radiologiche in prossimità del fronte
e partecipò alla formazione di tecnici e infermieri.
A questa prima ambulanza se ne aggiunsero altre che furono chiamate“Petites Curie”(piccole Curie).

Dopo la guerra divenne attiva nella Commissione Internazionale per la Cooperazione Intellettuale
della Lega delle Nazioni per migliorare le condizioni di lavoro degli scienziati.
Nel 1933, a causa della prolungata esposizione a materiali radioattivi senza protezione,
Marie si ammalò di una grave forma di anemia e morì l'anno successivo a 66 anni.
Da allora e fino al 1978 la sua casa divenne sede dell’Istituto di Fisica Nucleare
della Facoltà di Scienze di Parigi e della Fondazione Curie.
Forse si sottovalutarono i pericoli che nascondeva.
Negli anni, infatti, molti abitanti del quartiere iniziarono ad ammalarsi di cancro,
secondo quanto riportato da Le Parisien e dopo accese polemiche
nell’occhio del ciclone finì proprio l’edificio di Marie Curie.
Così dopo attenti studi, nel 1991, il laboratorio e la casa vennero decontaminati.

Ancora oggi, tutti i suoi appunti di laboratorio successivi al 1890,
persino i suoi ricettari di cucina, sono considerati pericolosi
a causa del loro contatto con sostanze radioattive.
Sono conservati in scatole piombate e per consultarli si devono indossare abiti di protezione.
I coniugi Curie vivevano l'intera giornata immersi in materiale radioattivo.
Marie aveva l'abitudine di girare con bottiglie di radio e polonio in tasca
e di riporle nei cassetti della scrivania.
Gli abiti che i due indossavano in laboratorio erano gli stessi che vestivano in casa.
Nella sua autobiografia, la Curie stessa racconta che, di notte,
aveva l'abitudine di recarsi col marito in laboratorio per contemplare
i bagliori che provenivano dalle provette: "uno spettacolo incantevole e sempre nuovo".
I tubi luminosi brillavano di luci di fate, di fantasmi".
I coniugi Curie avrebbero potuto guadagnare molto dalle scoperte che fecero,
invece preferirono donare all’umanità i risultati della loro ricerca,
senza pretendere nulla in cambio.
I resti di Marie, assieme a quelli del marito, sono custoditi al Panteon di Parigi,
in compagnia di tutti gli uomini e le donne che con il loro esempio
hanno contribuito a cambiare la Storia.

Per lo stesso timore di contaminazioni radioattive, la sua bara è stata avvolta in un involucro di piombo.

Sulla tomba, come ultimo saluto, i fratelli deposero una manciata di terra della sua amata Polonia.

Rielaborazione di notizie prese su Web,
il copyright appartiene ai rispettivi autori








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