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STORIE DI ANIMALI

Queste sono le storie dei cani che hanno accompagnato
e ancora accompagnano la mia vita.



Lulù è stato il mio primo cane; me lo ha regalato mio marito,
allora fidanzato, quando ho compiuto i 18 anni.
Io desideravo un cane di piccole dimensioni ma,
quando ho visto lui (fra l’altro malato),
non ho potuto non prenderlo.
Eravamo andati a Palermo per comprare un cocker
(non si trovavano tanti cani di piccole dimensioni negli anni '60)
e siamo entrati in un negozio di via Roma.
Inutile dire che appena ho visto quel batuffolone di circa 90 giorni
me ne sono innamorata subito.
Non sembrava molto vivace ma era dolcissimo e lo abbiamo subito comprato.
L’abbiamo chiamato Lulù in ricordo del primo cane
che mio marito aveva posseduto da piccolo.
Tornando a Trapani ha cominciato subito a vomitare e a star male.
A quell’epoca, eravamo nel 1965, non c’erano molti veterinari
e quelli che c’erano avrebbero potuto fare tutt’altro mestiere.
Dopo varie ricerche ci hanno indicato un veterinario di Marsala e lui ce l’ha salvato.
I primi giorni sono stati molto duri perché piangeva tutta la notte
e mia madre voleva che lo riportassimo indietro.
Mio padre, da parte sua era, in apparenza, egualmente contrario a tenerlo.
Ma lui è riuscito a conquistare tutti
tanto che è diventato l’ombra di mio padre e li definivamo,
secondo uno skech televisivo di allora, “Ulisse e l’ombra”.
Lo portavamo dovunque andassimo, anche in viaggio
tanto da aver comprato una station vagon.
Quando è nato Roberto non lo lasciava un secondo
e ringhiava se qualcuno gli si avvicinava.
Gli piaceva giocare a palla ed una volta lo abbiamo fotografato
con pantaloncini e maglietta da rugby.
Amava molto fare i bagni al mare e, quando eravamo ad Erice
faceva lunghe passeggiate con mio padre in pineta
o stava ore ed ore accucciato sul davanzale della finestra
a guardare le persone che passavano.
Purtroppo a causa della sua malattia è morto all’età di 11 anni.
E’ stato il primo dolore immenso per la perdita di un cane
che ci ha dato tanto in affetto e compagnia.



LILLINA

Dopo la morte di Lulù è venuta Lilli,  un altro pastore tedesco,
questa volta femmina.
Mia madre avrebbe voluto la fotocopia di Lulù ma,
quando siamo entrati in un negozio di animali
e ci hanno fatto vedere i cuccioli che stavano in un box, uno di questi,
subito si è avvicinato e io l’ho preso in braccio.
La proprietaria, a cui avevamo detto che volevamo un maschio
ci ha detto che era una femmina e l'ha rimessa nel box.
La cagnolina, a quel punto, ha cominciato a fare la pazza
andando da mia madre a me
tanto che, alla fine, mia madre si è convinta e l’abbiamo presa.
Era l’opposto di Lulù: Lulù era grosso e Lilli era mingherlina,
Lulù aveva il pelo lungo focato e Lilli il pelo corto e nero.
Le orecchie erano, poi, sproporzionate.
Subito è diventata capricciosa (cosa comune ai nostri cani)
e faceva quello che voleva lei.
In un primo momento era molto affettuosa:
ci stava sempre intorno, dormiva con noi;
ma poi è cambiata completamente dopo che,
a circa un anno è scappata ed ha poi fatto sei cuccioli.
Eravamo ad Erice e, come ogni mattina,
mio padre l’aveva portata in un giardino abbandonato
per fare i bisogni e correre un po’.
Gli avevamo detto di non toglierle il guinzaglio ma lui non ci aveva ascoltato
e dopo un po’ era giunto trafelato dicendo che Lilli era scappata.
Siamo subito corsi tutti in giro per cercare di trovarla
ma non c’è stato nulla da fare.
Nel pomeriggio, poi, quando non speravamo più di ritrovarla, era tornata.
Non abbiamo pensato minimamente che si fosse accoppiata per cui,
quando ha cominciato a dare i primi segni di un’eventuale gravidanza,
abbiamo pensato ad una “gravidanza immaginaria”.
Inutile dire che al tempo debito Lilli ha partorito sei cuccioli.
Comunque, da allora Lilli non è più stata la stessa.
Non ha neppure voluto allattare i piccoli
Per cui ci abbiamo dovuto pensare noi.
E’ morta a dodici anni molto probabilmente per un tumore allo stomaco
ma era già cieca da un occhio
E’ sepolta nel giardino della nostra casa di Marsala.



BILLI
Lilli abitava con i miei a Trapani per cui, a un certo punto,
mio marito,desiderando un cane,
mi convinse a prenderne uno per il suo compleanno.
Io non ero d’accordo perché i miei spesso venivano a Palermo
e temevo non andasse d’accordo con Lilli, ma poi mi convinsi.
Questa volta però, volevo un cane di piccole o medie dimensioni.
Ci recammo al Rifugio della Favorita e ci presentarono un cane,
l’unico piccolo, di circa un anno, che era stato abbandonato
e trovato con le zampine escoriate,
forse perché aveva camminato troppo.
Era un cane molto impaurito e la volontaria che ce lo portò
ci disse che sarebbe morto se fosse rimasto lì.
Ci raccomandò di non farlo vaccinare per il cimurro
(l’unico vaccino che allora si faceva ai cani)
perché in quel periodo c’era un’epidemia di cimurro e il vaccino gliel’avrebbe scatenato.
Decidemmo di prenderlo e di chiamarlo Billi.
Billi era un cane che aveva sofferto molto ed era già molto malato;
passammo tutto il mese di agosto andando e venendo da un veterinario
che sembrava ne capisse qualcosa.
A un certo punto, però sembrandogli guarito, insistette per la vaccinazione
e questo gli scatenò il cimurro in maniera così violenta che gli prese il cervello
e lo faceva guaire tutto il giorno di dolore.
Billi è stato con noi appena 45 giorni
durante i quali si era affezionato molto a me tanto da ringhiare
appena si avvicinava mio marito.
Odiava soprattutto i maschi perché forse gli ricordavano il suo vecchio padrone.







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