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EGIZI



DONNE IMPORTANTI

Alcune donne in Egitto raggiunsero alti gradi nelle carriere,
e la storia ci ha riportato i nomi delle più importanti,
di donne faraone e di una donna medico
Grazie a queste importanti figure di donna,
l'Egitto si è dimostrato un paese altamente moderno,
in un periodo in cui le altre civiltà
consideravano la donna una macchia o addirittura una disgrazia.
Le donne infatti potevano anche governare il paese
e impugnare lo scettro reale come gli uomini
diventando così sovrani a tutti gli effetti.
Sia i faraoni-uomini sia i faraoni-donne
erano permeati dell'essenza divina che doveva
essere trasfusa anche ai principi ereditari.
Questa trasmissione avveniva attraverso l'incesto,
che garantiva il passaggio dell'essenza divina
dai genitori ai figli.
Le regine svolsero  un ruolo di primo piano
come madri o spose reali sin dall'epoca arcaica;
la loro importanza trapela dal fatto che
anche se durante le prime dinastie solo il faraone
poteva godere di una tomba monumentale,
esistono eccezioni "femminili" a questa regola.



NEITHOTEP

Neithotep è una figura di donna alquanto misteriosa,
ritenuta una delle prime regine d'Egitto,
forse moglie di Narmer e probabilmente madre del re Aha.
Neithotep ebbe una grande tomba a Naqada,
un edificio imponente e magnifico.



il suo nome significa: Neith è contenta - Offerta a Neith



Fu l’archeologo Jacques de Morgan, nel 1897 a scoprire
a 3 km dal moderno villaggio di Naqada,
una grande tomba, che fu riconosciuta come l’ultima dimora di Narmer.
La tomba consiste in una tipica mastaba,
la cui soprastruttura era circondata da un accumulo di sabbia.
La soprastruttura misurava approssimativamente circa 52 x 27 m,
e le camere erano protette da una cinta muraria.
La tomba fu soggetta ad un nuovo scavo nel 1904 dall’archeologo John Garstang,
e sebbene fosse stata saccheggiata nell'antichità,
tuttavia ci sono pervenuti una serie di reperti,
come cosmetici, vasi, avorio e sigilli in argilla
che recano il nome di Narmer, di suo figlio e successore Aha, e di Neithhotep.
Altri riferimenti a Neithhotep
furono ritrovati ad Abydos e a Helwan,
tuttavia non ci si riferisce mai a lei con il titolo di
‘’Moglie del Re’’ o ‘’Madre del Re’’,
poiché questi termini furono usati
solo a partire dalla II dinastia.
In un avorio ritrovato nella tomba di Djer ad Abydos
lei è descritta come ‘’Consorte delle due Signore’,
un epiteto che può essere considerato una forma antica di ‘’moglie’’.



In un sigillo ritrovato a Naqada il suo nome è
all’interno di un serekh, di solito sormontato dal falco Horus,
che in questa occasione è sostituito dal simbolo della dea Neith.
Sulla base di questo elemento, si suppone che
la regina Neithhotep sia sopravvissuta alla morte del marito
e fosse stata sepolta dal figlio Aha nella tomba del padre.
Altri studiosi hanno addirittura ipotizzato che il serekh
potrebbe indicare che Neithhotep avrebbe governato l’Egitto in vece del figlio.



MERNEITH

Era probabilmente, anche se non provato, figlia di re Djer,
il secondo re della prima dinastia
Sono stati trovati due monumenti, che le si riferiscono,
uno a Sakkara e l'altro ad Abydos, che non differiscono
né per dimensioni né per architettura da quelli dei sovrani
della I dinastia, anzi, sono addirittura fra i più belli dell'epoca.
Deve essere stata una donna molto importante
per avere il privilegio di una tomba
nelle necropoli reali di Abydos e Saqqara



Va notato che Merneith è normalmente un nome maschile
L'equivalente femminile sarebbe Merytneith
(e in alcuni libri in lingua inglese è così che appare il suo nome).
Sappiamo che era una donna perché porta
il titolo di "Madre del re" .
Dopo la morte di Djet, il cui regno sembra essere stato breve,
si ritiene che Merneith abbia regnato per un periodo,
perché suo figlio Den era troppo giovane
Infatti il suo nome è menzionato su un elenco dei primi re della dinastia
ed è l'unico nome di donna incluso nella lista.
Il nome di Merneith appare su un sigillo
rinvenuto nella tomba di suo figlio Den



Pochi altri elementi di prova esistono  su Merneith.



NITOCRIS

Fu la prima donna ufficialmente faraone e salì al trono verso il 2184 a.C. .
Secondo gli archivi dell’età ramesside,
regnò due anni, un mese e un giorno, anche se alcuni ricercatori
propendono per un periodo più lungo, dai sei ai dodici anni.



Purtroppo non ci è pervenuto nessun documento archeologico a suo nome
e ci troviamo, quindi, in una situazione paradossale:
per alcune regine precedenti, disponiamo di un monumento colossale,
faraonico, ma non abbiamo notizia di alcun titolo esplicito,
mentre per Nitocris siamo certi del titolo, ma non abbiamo nessun monumento!
Secondo il greco Eratostene, il nome di Nitocris significa «Atena è vittoriosa».
Egli non era lontano dalla verità, dato che Nitocris,
in lingua egizia Neit-iqeret, si può tradurre con «Neith eccellente».
Ancora una volta, la dea Neith è la protettrice di una donna di primo piano.
La storia delle dinastie compilata dal sacerdote egizio Manetone
è andata perduta, ma se ne sono conservati alcuni frammenti,
citati da diversi autori antichi.
Uno di questi, conservato in un testo di Eusebio,
parla così del faraone Nitocris:
«Una donna, Nitocris, regnò; aveva più coraggio degli uomini della sua epoca
ed era la più bella di tutte le donne, bionda, con le gote rosa.
Si dice che abbia fatto costruire la terza piramide».
Una tradizione tarda vuole che vi sia stata sepolta e che il suo corpo
abbia riposato in un sarcofago di basalto blu.
Questa «terza piramide» potrebbe essere quella di Micerino,
sull’altopiano di Giza, ma in essa non è stata rinvenuta alcuna traccia di Nitocris.
Alcuni archeologi, d’altro canto, ritengono che il monumento
sia stato restaurato durante il suo regno;
l’attenzione che ella prestò a questo grandioso monumento
spiega forse la nascita della leggenda.



La bellezza di Nitocris fa pensare ai titoli delle regine dell’Antico Regno:
grande nell’amore, dal bel viso, incantevole, dal fascino sovrano,
che soddisfa la divinità con la sua bellezza, dalla voce ammaliatrice
quando canta, che riempie il palazzo del suo profumo,
la sovrana di tutte le donne, la signora delle Due Terre e del mondo sino ai suoi confini».
Si tratta, quindi, di una bellezza rituale, di un fascino
che è parte integrante della funzione di regina d’Egitto e,
a maggior ragione, a quella di regina-faraone.
 Erodoto  racconta, ma non c’è traccia
nei documenti egizi, che Ella...
"Successe al trono del fratello, Re Merenre, che fu assassinato.
Per vendicarlo, insieme ai colpevoli,
fu pronta a uccidere numerose persone innocenti:
Fece costruire delle spaziose e ricche stanze sottoterra, e,
con la scusa di inaugurarle, annunciò un enorme banchetto.
Tra gli invitati c'erano tutti coloro che erano anche solo sospettati
di aver partecipato all'omicidio del fratello.
Al momento giusto, mentre tutti stavano festeggiando,
fece deviare il corso del Nilo e allagare completamente
i piani sotterranei annegando tutti i partecipanti..."

Poi Nitocris si suicidò chiudendosi in una camera piena di cenere ardente.
Un drammatico racconto orientale, privo però di qualsiasi fondamento storico.
Nitocris fu l’ultimo sovrano dell’età dell’oro dell’antico Egitto:
Comunque il suo nome non è ricordata nelle liste reali di Abydos
e di Saqqara e non sono stati ritrovati monumenti recanti il suo nome.
L'assenza di documentazione archeologica lascia comunque aperto
il dubbio sulla effettiva storicità del nome e sulla sua posizione
cronologica tenendo anche conto della frammentarietà del Canone Reale
La bella Nitocris ha continuato a far parlare di sé, al di là delle vicende storiche.
Venne, infatti, identificata con una certa Rodope, «la signora dalla carnagione rosea»;
ma esistettero parecchie Rodopi, che si confusero
nella memoria dei narratori orientali.
Nitocris-Rodope fu la protagonista di una leggenda.
Mentre la fanciulla faceva il bagno nel Nilo, un falcone
(l’uccello sacro a Horo, protettore della regalità)
afferrò uno dei suoi sandali, volò a Menfi, dove risiedeva il faraone,
e lo lasciò cadere sulle ginocchia del monarca.
Immaginando il piede delicato e meraviglioso che le dimensioni
e la deliziosa fattura dell’oggetto lasciavano indovinare,
egli ne fece cercare la proprietaria per tutto il paese.
L’impresa fu coronata dal successo e i messi del re
portarono a corte la bella fanciulla.
Il sovrano se ne innamorò immediatamente e la sposò.
Alla sua morte, l’antenata di Cenerentola
ebbe l’insigne privilegio di essere sepolta in una piramide.



AHHOTEP I

Ahhotep I passò alla storia come la regina guerriera.
Ebbe un ruolo fondamentale nella lunga lotta di liberazione
contro gli invasori Hyksos.
Figlia del sovrano Ta'a e della regina Tetisheri
fu la consorte del fratello Ta'o
e madre di sei figli tra cui Kamose, Ahmose primo sovrano della XVIII dinastia
Ahmes Nefertari e Ahmes
Ebbe il titolo di Grande Sposa Reale.
Fu reggente dell'Alto Egitto in nome del figlio Ahmose
durante la sua minore età, in seguito alla morte del figlio Kamose
durante le campagne contro gli Hyksos
Nella sua tomba, nella necropoli di Dra Abu el-Naga, scavata nel 1858,
sono stati rinvenuti alcuni pregevoli esemplari
 di gioielleria ora conservati presso il Museo egizio del Cairo
come il coperchio del suo sarcofago ricoperto con foglia d'oro .



La regina Ahhotep visse per circa 90 anni.
La selezione di corredi funerari recuperati dalla tomba Dra Abu el-Naga:
le mosche d'oro, un pugnale e un'ascia da battaglia
sembrano confermare il ruolo attivo di Ahhotep come difensore della sua terra.





HATSHEPSUT (1498-1483 a.c.)

Nacque forse a Tebe, alla fine del regno di Amenhotep I.
Regnò dal 1479 al 1457a.C.
Suo padre fu Thutmosi I° diventato faraone in assenza di discendenti
del faraone precedente e sua madre fu la regina Iahmes.
Salì al trono alla morte del marito/fratellastro Thutmosi II°
quale reggente del figliastro Thutmosi III°,
figlio di Thutmose II e di una concubina di nome Iside.
In seguito ne usurpò il diritto al trono prendendone direttamente le redini
pur non disconoscendo il diritto a regnare di Thutmosi III° .
Donna molto energica, riuscì ad eclissare prima Thutmose II,
che morì di malattia a soli trent'anni e poi il di lui figlio,
di ben altra tempra rispetto al padre, ma ancora un ragazzo.
Donna di ambizioni sfrenate, con l’appoggio dell’esercito
e inventando di essere nata dal congiungimento
del dio Amon con la regina Ahmose,
si impossessò a tutti gli effetti delle insegne regali
(si fece ritrarre con la barba,segno distintivo del faraone,
e come sfinge),defraudando del titolo il figliastro.



Sarebbe interessante sapere quale fu l'atteggiamento del clero del dio Amon
durante questo periodo, visto che era stato lui
a proclamare re Tuthmosi III,; ma è noto che, in seguito,
il gran sacerdote di Amon fu un fedele della regina,
e lei stessa si dichiarò "figlia del dio".
Sembra dunque che il clero abbia giocato un ruolo importante.
Il regno di Hatshepsut fu tranquillo dal punto di vista militare,
o perché la regina non aveva fiducia nell'esercito
o perché non avrebbe comunque potuto comandarlo,
e le spedizioni militari furono rimpiazzate da quelle commerciali
Questo periodo è anche molto importante sul piano artistico:
il tempio funerario della regina, a Deir-el-Bahri,
costruito dal suo architetto favorito, Senmut,
è un capolavoro d'audacia e di misura.
A quanto pare, Senmut doveva essere di umile nascita,
perché nella tomba dei suoi genitori, il padre non porta
che il vago epiteto di "il Degno",
mentre la madre è semplicemente detta "Signora di una Casa";
tuttavia, nel corso della sua breve carriera,
egli si accaparrò non meno di venti cariche diverse,
molte delle quali, senza dubbio, altamente remunerative.
Il suo titolo principale, "Cerimoniere di Amon",
gli dava, probabilmente, il controllo delle vaste ricchezze del tempio di Karnak.
Il grande favore goduto presso la regale padrona
è attestato dal fatto che gli fu affidata la tutela della principessa Ranofru,
seconda erede al trono per il matrimonio della madre con Tuthmosi II;
ma pur se Ranofru visse certo ancora a lungo dopo l'inizio
della costruzione del magnifico tempio di Hatshepsut a Deir el-Bahri,
non si sa più niente di lei a partire dall'anno 11.
Le ultime notizie di Senmut sono dell'anno 16,
ma Hatshepsut visse certo per altri cinque o sei anni.
Una volta proclamatasi "re" niente impediva
che anche lei avesse una tomba a Biban el-Muluk;
questa fu infatti ritrovata da Howard Carter negli scavi del 1903.
Evidentemente una galleria sotterranea avrebbe dovuto
correre sotto la collina in modo che la camera sepolcrale
risultasse proprio sotto al tempio,
ma la roccia friabile impedì di effettuare il progetto.



Di lei conserviamo ancora lo splendido tempio funerario a Deir-el-Bahari
" Il faraone Hatshepsut" trascorse la maggior parte del suo regno
ad abbellire il paese e ripristinare i templi, con l'approvazione dei sacerdoti.
L'Egitto aveva sofferto per due generazioni, l'ultima delle sue guerre,
quando il nonno della regina, re Ahmose espulse gli Hyksos,
un popolo semita che aveva dominato il paese per un centinaio di anni.
Hatshepsut si assunse l'incarico di cancellare tutti i danni causati dalla guerra .



Il centro principale di azione della regina fu la sua città, la fiorente Tebe.
Hatshepsut morì nel suo palazzo a Tebe
dopo un lungo regno di 22 anni, abbandonata da tutti.
Si stima sia morta fra i  quaranta e i cinquanta anni.
Fino a qualche anno fa, non si sapeva esattamente come fosse morta,
se fosse stata una morte naturale o fosse stata uccisa.
L'archeologo Zahi Hawass, dopo aver digitalizzato la mummia,
ha scoperto che la regina aveva sofferto di osteoporosi
aveva un tumore maligno all'addome e un ascesso  in bocca.
Secondo questa  ricerca, la morte è stata preceduta da lunghi mesi di intenso dolore e febbre.
Dopo la sua morte, il suo nome e quello del suo fedele collaboratore Senmut
sono stati sistematicamente cancellati dagli annali e dagli edifici egiziani.
Quando la regina morì, Thutmose III potrebbe aver cancellato
il nome della sua matrigna, al fine di legittimare la sua discesa al trono
come erede reale di Thutmose II e quindi frenare
le pretese della potente famiglia di Hatshepsut.



TUYA (Teie)
Fanciulla di origine non regale, figlia di Yuia e Tuia,
alto funzionario statale, con importanti incarichi militari
divenne regina sposando il grande sovrano Amenhotep III
della XVIII dinastia (circa 1390-1352 a.c.).



Fu la prima regina che ebbe un ruolo importante durante la vita del suo sposo.
Partecipò attivamente alla politica estera e si preoccupò
dei problemi del paese durante i primi anni di regno del figlio,
nel nome del quale esercitò la reggenza.
Nei pressi di Soleb, in un tempio a Sedeinga fu assimilata alla dea Hathor
e venerata come patrono locale mentre era ancora in vita.
Teie è stata la prima donna ad essere divinizzata durante la proprio esistenza.



NEFERTARI

Grande Sposa Reale di Ramses II, sovrano della XIX dinastia,
fu una delle regine più influenti dell'antico Egitto,
pur non avendo regnato in modo autonomo
La sua tomba è considerata tra le più belle della Valle delle Regine
Il suo nome, espresso in geroglifici vuol dire
"la bellissima amata da Mut



Le origini di Nefertari sono sconosciute,
benché sia molto probabile che appartenesse, per nascita,
alla nobiltà, presumibilmente discendente del faraone Ay
come ci indica un pomello con iscritto il nome del faraone
e ritrovato nella tomba della regina.
Probabilmente la regina nacque nella città di Akhmim,
come testimoniano diverse statue.
Un particolare curioso: nei dipinti la pelle di Nefertari
è di colore scuro, anziché chiara come sarebbe prassi
per le raffigurazioni delle donne.
Nefertari fu la più importante delle otto spose di Ramesse
e per più di venti anni fu una delle figure preminenti della politica egizia.
Appariva accanto al faraone durante le cerimonie religiose
e in ogni occasione ufficiale.
Dal matrimonio con Ramesse II nacquero due figlie e quattro maschi
ma nessuno di questi sopravvisse al padre tanto da ereditarne il trono.
Le due figlie, invece,Meritamon e Nebettani, furono entrambe
in seguito spose di Ramesse II.
Nefertari morì nel 25º anno di regno di Ramesse,
all'età di circa 40 anni.
Avrebbe dovuto essere a fianco del marito
per l'inaugurazione di Abu Simbel.
Ma probabilmente non vi partecipò.
Un'ipotesi a metà tra il romanzo e la storia
vuole che la regina sia spirata proprio sulla soglia del tempio



Nefertari fu, insieme alla regina Tiy,
la sola Grande Sposa Reale ad essere deificata in vita.
Ad Abu Simbel, a fianco del suo imponente tempio,
Ramesse II fece erigere anche un piccolo tempio
dedicato ad Hathor e Nefertari.



Il suo altissimo status è confermato dalle pitture
che la rappresentano della stessa grandezza del sovrano.
Negli scavi di Attuša, la capitale ittita,
sono state rinvenute copie delle lettere scritte in alfabeto cuneiforme,
riportanti la corrispondenza tra Nefertari e la regina Puduheba,
moglie del sovrano ittita Hattušili III.
Nelle lettere la regina egizia ha il ruolo
di elemento di pacificazione tra i due regni.
Scrive Nefertari:
"Da me tutto bene, nel mio paese tutto va bene,
che tutto possa andar bene da te, sorella mia;
possano il dio Sole d'Egitto e il dio della Tempesta di Hatti portarti gioia.
I1 dio Sole faccia sì che la pace sia buona fratellanza al Gran Re di Hatti."
E le speranze di pace di Nefertari inducono lei stessa
a proporre a Pudukhepa di inviare a Tebe una delle sue figlie,
perché questa entri a far parte dell'harem del Faraone,
cementando così l'unione e la fratellanza fra i due popoli.
E la proposta non deve stupire.
Nefertari, al ventunesimo anno di regno del marito Ramses,
era già una potente e tranquilla dama
più vicina ai quaranta che ai trent'anni di età,
a cui certo non doveva far ombra l'arrivo
di una nuova principessa da aggiungere alla lista già lunga
delle spose reali (Ramses ebbe otto consorti legittime) .
Ma nonostante questo, Nefertari, la bella fra le belle,
com'è indicata in uno scritto,
ebbe nel cuore del Faraone un posto di assoluta preminenza,
tanto da offuscare l'altra sposa reale, Istnofret,
che pure divise a lungo il letto di Ramses II e gli diede numerosi figli.
Un altro indice di rilevanza sociale è rappresentato dagli appellativi
con i quali venne denominata la regina: "signora di grazia",
"dolce d'amore", "colei per cui splende il sole"
Ancora più importante è il titolo di "sovrana di tutte le terre",
esatto analogo femminile dell'appellativo "sovrano di tutte le terre"
riservato al faraone, che non compare normalmente nella titolatura delle regine .



NEFERTITI

Secondo le ultime interpretazioni,
Nefertiti viene considerata figlia di Ay,
fratello di Teie, nipote quindi di Yuia e Tuia
e cioè cugina di Amenhotep IV.
Regnò a fianco del marito Akhenaton durante la VIII dinastia
Nefertiti e il suo sposo,formarono una coppia
molto legata dal punto di vista politico.
Nel V anno di regno, quando il sovrano cambiò il suo nome
in quello di Akhenaton, Nefertiti riceve un altro nome:
"Nefer-nefru-aten"
(Aten è perfetto nella sua bellezza).



Akhenaton regnò ribellandosi alle leggi dei suoi padri,
rivoluzionando i codici religiosi, sociali e politici
che ordinavano il dominio incontrastato dei re del Nilo.
Il faraone maledetto, uomo fisicamente fragile e dalla dubbia virilità,
riuscì, nei pochi anni del suo impero, a stravolgere le leggi di un popolo.
Estraneo al suo tempo e ai suoi avi,
fu accompagnato nella sua crociata da Nefertiti.
Insieme gettano le basi per una nuova fede:
la fede in un unico Dio, nella non violenza, nella pace e nella carità.
Infatti rinnegarono il culto del Dio Amon
trascinando nel caos più totale l’intera popolazione egizia.
Nefertari esercitò un ruolo del tutto singolare
in quanto non si limitò ad interpretare il ruolo di grande sposa reale e di madre.
Infatti numerosi indizi lasciano supporre che la regina
sia stata il principale "cervello" della riforma religiosa
e che abbia partecipato attivamente all’istituzione del culto di Aton.
Non abbiamo un’ampia documentazione ma sappiamo con certezza
che Nefertiti era di una bellezza straordinaria.
Infatti diverse sculture e rilievi la raffigurano in tutto il suo splendore
e fu senz’altro la regina più raffigurata sui monumenti dedicati al marito.
Nefertiti, donna splendida, carismatica, intelligente e potente
viene descritta come "dama piena di grazia" e "dotata di tutte le virtù"
tanto che in qualche occasione venne rappresentata come una dea.
Nefertiti non è stata una regina comune, ma si è comportata
come un autentico faraone, dotato di tutte
le prerogative tradizionali del sovrano regnante.
Nefertiti guida il carro, riceve direttamente i raggi del sole,
maneggia lo scettro dell’autorità suprema, consacra le offerte e punisce i nemici.
Grazie alla sua qualifica di “divina” appare da sola davanti all’altare del Dio Aton
ed è in rapporto teologico diretto con il Dio,
senza avere bisogno della presenza del suo sposo.
Sui “pilastri di Nefertiti”, la regina, che suona il sistro, è “colei che trovò Aton”,
cioè l’esatto equivalente di Akhenaton.
Ma si ricordi che Akhenaton e Nefertiti sono indissociabili,
sono l’unico legame possibile fra l’universo divino e il mondo umano.



Essi testimoniano il loro amore abbracciandosi, anche davanti al popolo.
Non si tratta di un semplice gesto d’affetto, ma di un vero e proprio rito.
Quando il re e la regina si abbracciano compiono un atto magico
e incarnano un simbolo dell’amore che unisce la luce alla sua creazione.
L’amore coniugale è quindi la manifestazione suprema della divinità.
Essi rappresentano il gran sacerdote e la gran sacerdotessa del culto del nuovo sole,
Il re e la regina non ebbero figli maschi.
Nefertiti diede alla luce sei bambine.
Insieme alle sei principessine condussero una vita felice
fino a quando non morì la secondogenita nell’anno 14.
Anche altre due figlie spariscono dagli annali.
Sono forse morte anche loro? A partire da questa data tutto si offusca.
La documentazione si fa scarsa e diventa impossibile stabilire gli eventi.
La morte della secondogenita costituì per Nefertiti una prova insormontabile.
Dopo l’anno 14 è difficile stabilire se la regina continuò a mostrarsi in pubblico.
Ma con certezza sappiamo che prese coscienza dei gravi pericoli
che la politica di Akhenaton stava facendo correre all’Egitto
ormai sordo persino davanti alle continue richieste dei suoi vassalli
preoccupati dalle minacce che attorniavano il paese.
È questo uno dei motivi per il quale Nefertiti con la morte nel cuore
si rifugiò nel palazzo nord della città della luce
con la figlia minore Ankhesenamon futura moglie di Tutankhamon.
Fu una regina rispettata e adorata, una donna serena e appagata,
una sposa amata e una madre felice.
Scomparve improvvisamente durante il XIV anno di regno di Akhenaton
e il paese venne raso al suolo.
Non sappiamo per quale ragione anche perché ne’ la tomba e ne’ il suo corpo,
sono stati finora ritrovati,
ma il ricordo e la passione di una regina diversa da tutte le altre,
hanno sfidato il tempo e sono giunte fino a noi sopravvivendo al disastro.
Sembra che dopo il XII anno di regno, abbia ricoperto a corte
un ruolo di minor importanza, probabilmente per la presenza di Kiya,
altra sposa di Akhenaton.
Nefertiti morì durante il XIV anno di regno di Akhenaton.



CLEOPATRA

Cleopatra, nata presumibilmente ad Alessandria d'Egitto,
fu l’ultima discendente della dinastia tolemaica e l’ultima regina d’Egitto.
Era figlia di Tolomeo XII Aulete e di una concubina,
che si dice sia morta 3 anni dopo la nascita di lei.
Il nome "Cleopatra" significa in lingua greca,
"gloria del padre".
Secondo la testimonianza di Strabone,
Tolomeo XII Aulete ebbe solamente una figlia legittima,
Berenice IV, dalla sorella-moglie Cleopatra V Trifena
Si narra che Cleopatra fosse una donna non molto bella,
ma simpatica, intelligente, astuta, determinata e spietata.
Tutte qualità ideali per governare un regno come quello d'Egitto.
Nominata co-reggente dal padre poiché le sue due sorellastre
Bernice IV e Cleopatra VI erano morte:
la prima giustiziata dal padre perché aveva tentato di spodestarlo,
la seconda avvelenata,
Cleopatra VII gli successe nella primavera del 51 a.C. a soli 16 anni
insieme al fratello di dieci anni Tolomeo XIII, sposato secondo le leggi egizie.
Nella primavera del 48 a.C. Tolomeo, insieme con il consigliere
nonché suo grandissimo amico Potino che era stato nominato reggente
del giovane faraone, tentò di deporre Cleopatra
e di costringerla a lasciare Alessandria.
La regina radunò un esercito ed ebbe inizio una guerra civile.
La situazione si complicò quando un'altra loro sorella, Arsinoe IV,
cominciò ad avanzare pretese sul trono.
In quel momento lo sconfitto generale romano Pompeo
arrivò in Egitto cercando rifugio dal rivale Giulio Cesare
Inizialmente Tolomeo e Potino finsero di accettare la sua richiesta,
ma il 29 settembre del 48 Potino fece uccidere Pompeo,
nella speranza di ingraziarsi il favore di Cesare.
Quando questi arrivò, Tolomeo gli offrì la testa del rivale,
provocando la reazione di Cesare, che si scatenò in un'ira tremenda,
perché, pur essendo suo nemico, Pompeo era pur sempre un  senatore romano
e ciò stava a significare uno del suo popolo:
nessun suo concittadino doveva essere ucciso senza il suo consenso.
Così fece giustiziare Potino e iniziò a sistemare la confusa situazione egiziana,
in qualità di rappresentante ufficiale di Roma.
 Cesare convocò alla reggia Tolomeo e Cleopatra.
Cleopatra temeva di cadere vittima di un agguato del fratello
tornando al palazzo, così ricorse a uno stratagemma:
si fece avvolgere da un suo fedele amico,
Apollodoro Siciliano, in un grande tappeto legato con una cinghia.
Apollodoro  si presentò a Palazzo con il lungo involto sulle spalle
e dicendo di dover consegnare un dono a Cesare
arrivò fino agli appartamenti del console.
Qui al suo cospetto srotolò il tappeto e fu così che comparve Cleopatra.
La regina indossava gli abiti più sontuosi e succinti,
i gioielli più pregiati e gli chiese protezione dal fratello.



Le fonti narrano che l'effetto fu irresistibile
e che i due divennero amanti quella notte stessa.
La relazione tra Cesare e Cleopatra, dalla quale nacque un figlio,
Tolomeo Cesare, aveva essenzialmente motivi politici:
il dittatore romano doveva assicurarsi il controllo dell'Egitto,
importante per le sue risorse finanziarie,
mentre Cleopatra sperava con essa di ottenere per il Paese
una posizione di privilegio all'interno dell'impero.
Nel 46 a. C  Cleopatra si trasferì  a Roma col figlio appena nato
fino alla morte di Cesare. nel 44 a.C.
Nell'estate dello stesso anno morì Tolomeo XIV per motivi di salute
e Cleopatra designò Cesarione suo co-reggente,
col nome di Tolomeo XV Cesare.



Ebbe una relazione anche con Marco Antonio
da cui ebbe due gemelli: Cleopatra Selene e Alessandro Helios.
e Tolomeo Adelfio
Antonio conobbe Cleopatra ad Antiochia, nel 37 a.C.
mentre era in viaggio per la guerra contro i Parti,
I due si sposarono anche se il triumviro
era legato ad Ottavia (che venne rispedita a Roma), sorella di Ottaviano
 Dopo la conquista dell'Armenia, nel 34 a.C.,
condotta da Antonio con il contributo finanziario egiziano,
entrambi celebrarono il trionfo ad Alessandria.
L'opinione pubblica romana fu profondamente scosso
dalla inconsueta procedura trionfale e dalle decisioni prese
nell'occasione della Donazione di Alessandria:
Cleopatra ebbe il titolo di regina dei re, fu associata
nel culto a Iside e nominata reggente dell'Egitto
e di Cipro< con Cesarione;
Alessandro Helios fu incoronato sovrano dell'Armenia, Media e Partia,
Cleopatra Selene fu nominata sovrana di Cirenaica e Libia,
mentre Tolomeo Filadelfo fu incoronato sovrano di Fenicia, Siria e Cilicia.
La politica di Cleopatra e Antonio, tesa a dominare tutto l'Oriente,
favorì la reazione di Ottaviano, che accusò la regina
di minare il predominio di Roma
e convinse i Romani a dichiarare guerra all'Egitto.
Nel 31 a.C. le forze navali romane si scontrarono
con quelle di Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio.
Visto che la battaglia era persa la regina
ordinò alla sua scorta personale, circa 60 navi,
di aprirsi un varco nella flotta romana
e si riparò ad Alessandria, seguita da Antonio.
Dopo la vittoria Ottaviano invase l'Egitto e,
dopo una breve resistenza, entrò ad Alessandria.
Nel 30 a.C.,Marco Antonio, rifugiatosi a palazzo con Cleopatra
si uccise con la sua spada e morì tra le sue braccia .
Temendo che anche Cleopatra tentasse il suicidio,
Ottaviano, ormai padrone di Alessandria,
fece in modo che ogni oggetto portato alla regina
fosse accuratamente controllato.
Il 12 agosto del 30 a.C., però, un contadino
riuscì a farle avere un cesto di fichi che nascondeva un serpente.
Cleopatra, accortasi della presenza dell'aspide si fece mordere
e morì prima dell'arrivo di Ottaviano
evitando così l'umiliazione di essere sconfitta
Plutarco nel suo Vita di Antonio,
racconta come Cleopatra decise di usare questo rettile:
«...Cleopatra raccoglieva ogni sorta di veleni mortali,
tra i più forti che ci fossero, e di ciascuno di essi
provava se erano efficaci e nello stesso tempo indolori,
propinandoli ai detenuti in attesa di morire.
Poiché vide che quelli istantanei procuravano
una morte subitanea, ma dolorosa, e i più dolci
non erano rapidi, provò gli animali, osservandoli di persona,
mentre venivano applicati uno dopo l'altro.
Fra tutti trovò quasi solo il morso dell'aspide,
che induceva nelle membra un torpore sonnolento
e un deliquio dei sensi, senza per questo
arrecare spasimo o provocare gemiti;
non appariva che un lieve sudore alla fronte,
mentre le facoltà percettive svanivano, si rilasciavano dolcemente,
e resistevano a ogni tentativo di risvegliarle
e richiamarle in vita, come chi dorme profondo...».



Nel 2010, lo storico tedesco Christoph Schaefer ha sfidato tutte le  teorie,
dichiarando che la regina in realtà fu avvelenata
bevendo una miscela di veleni.
Dopo aver analizzato i testi storici con la consulenza di tossicologi,
lo storico ha concluso che l'aspide non avrebbe potuto causare
una morte lenta e indolore, in quanto il veleno dell'aspide
(cobra egiziano) paralizza le parti del corpo,
a partire dagli occhi, prima di causare la morte.
Schaefer e il suo tossicologo Dietrich Mebs ritengono
che Cleopatra avesse usato una miscela di cicuta, aconito ed oppio
Plutarco ci ha riportato il breve discorso
tra Marco Vipsanio Agrippa e un'ancella di Cleopatra,
davanti al corpo della regina ormai morta:
«Ti sembra sia stata una degna fine?» chiese il romano.
L'ancella rispose: «Più che degna... degna
dell'ultima regina d'una grande stirpe!».
Cesarione fu fatto giustiziare da Ottaviano,
mentre i tre figli avuti da Cleopatra con Antonio
furono portati a Roma.
L'Egitto divenne una provincia romana retta dal prefetto d'Egitto
funzionario di rango equestre.
Ottaviano,ritornato a Roma per festeggiare il trionfo
della spedizione egiziana,
fece allestire su un carro un dipinto della bellissima regina,
portandolo in trionfo attraverso le vie della città.



MERITH PTAH

E' stata la prima donna medico di cui si conosce il nome;
visse 4700 anni fa.
Il suo nome nella lingua egizia significa amata, da Ptah,
cioè il dio creatore della città di Menphi (la capitale dell'antico Regno,
a circa 20 kilometri a sud dell'attuale Cairo),
divinità del sapere .
La sua immagine può esser vista in una tomba
nellanecropoli vicino alla piramide a gradoni di Saqqara.



Suo figlio, che fu un Sommo Sacerdote,
la descrive come "il Sommo Medico".
L'Unione Astronomica Internazionale ha chiamato un cratere
di impatto su Venere Merit Ptah in suo onore.





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