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EGIZI

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ABBIGLIAMENTO

Nell'antico regno gli Egizi usavano una lunga tunica dritta
che nel nuovo regno era piu' corta e pieghettata.
Si truccavano gli occhi con il colore nero, il kohl,
che conservavano in vasetti applicandolo con una palettina
e applicavano sulle labbra il rossetto.
Amavano indossare gioielli in oro e pietre preziose.



I capelli dei bambini erano raccolti in un ciuffo che ricadeva sulla spalla destra coprendo l'orecchio.
Il ciuffo poteva essere intrecciato, tutto o solo in parte,
oppure poteva consistere in una semplice coda di cavallo.
Il resto dei capelli era tagliato molto corto o completamente rasato.
All'eta' di dieci anni, con la circoncisione, il ciuffo veniva tagliato,
segnando in questo modo il passaggio all'eta' adulta.
Le bambine portavano di solito i capelli corti, sebbene nel Nuovo Regno
appaiano usanze differenti.
Come regola generale, gli uomini di tutte le classi sociali
preferivano portare i capelli corti,
anche se esistevano diversi stili a seconda della posizione sociale.
Una caratteristica comune degli alti dignitari
era la pettinatura con piccoli ricci che coprivano le orecchie
formando una curva dalle tempie alla nuca.
Le donne seguivano la moda e, sebbene nell'Antico Regno si osservi una predilezione per i capelli corti
o di lunghezza media, col passar del tempo aumentarono
le chiome lunghe raccolte in treccine sottili.
come ancora usano molte donne africane.
Nella buona societa' vi fu sempre un'abbondanza di parrucche
che erano destinate tanto agli uomini quanto alle donne.

Probabilmente per motivi igienici, uomini e donne spesso si rasavano
e portavano parrucche pettinate a treccioline o riccioli minuti
che ricoprivano la fronte e scendevano fino al collo (per gli uomini)
o sopra le spalle (per le donne).
Il faraone si ornava, inoltre, con una specie di barba posticcia,
lunga e sottile trattenuta al mento da un laccio poggiante sulle orecchie.


Anche le regine appaiono, a volte, adorne di barba finta, simbolo della potenza.



Le vesti dei poveri erano molto semplici: tuniche corte per gli uomini,
tuniche dritte per le donne e semplici perizomi per i lavoratori dei campi.
che consistevano in una semplice fascia triangolare con un'apertura sul davanti
e il vertice pendente dietro.
Barcaioli, pescatori, lavandai, addetti alla pressatura del vino
e raccoglitori di papiri e canne non indossavano indumenti, ma una semplice fascia;
danzatrici e servitrici indossavano un abbigliamento molto succinto.
La maggior parte dei tessuti ritrovati in Egitto era realizzata
con la fibra di lino, ma non era l'unica fibra tessile utilizzata;
oltre il lino utilizzavano la lana di pecora, i peli di capra, fibre di palma.
Durante il Nuovo Regno il clima si rinfresco'
e le temperature cominciarono ad abbassarsi cosi'iniziarono ad apparire vesti più complesse.
Gli indumenti erano sempre e comunque prevalentemente di lino anche se di diverse qualita'
e la lana veniva utilizzata raramente.



L'uomo si cingeva una cordicella di tessuto intorno ai lombi
e poi si infilava sul davanti il tessuto triangolare
centrale che veniva poi avvolto intorno ai fianchi.
In questo periodo ci furono varie trasformazioni: basti pensare che del semplice perizoma maschile
si conoscono almeno una quarantina di varianti.



Per le classi piu' agiate generalmente al perizoma si aggiungeva anche un'ampia camicia ed un mantello.
Con il passare del tempo, l'indumento si complico' fino ad allungarsi,
ampliarsi e coprirsi di sempre un maggior numero di pieghe,sbuffi e spacchetti.
Il colore era sempre il bianco: colore naturale della fibra
anche se gli egiziani conoscevano la procedura per la sua colorazione.
Per tinteggiare i tessuti venivano utilizzate sostanze di origine vegetale,
fra queste l'Isatis tinctoria (detta anche Guado o Gualdo)
una pianta dalla quale si ricava un rosso porpora e successivamente,
attraverso la fermentazione delle foglie,si ottenevano il colore verde ed il blu.



Dalla lavorazione della pianta Indigofera tinctoria si otteneva un colore blu intenso,
dalla radice della pianta Rubia tinctorum (Robbia) si otteneva il colore rosso,
mentre il giallo era estratto dalla Carthamus tinctorius (cartamo o zafferanone).
Si ricavavano i colori anche dagli insetti,
come il rosso estratto da un parassita delle querce (Coccus ilicis).



Tutti, anche gli dei erano vestiti con questo semplice indumento
e quindi anche il faraone



Le donne, durante l'Antico Regno,indossavano degli abiti attillati,leggeri e trasparenti, lunghi fino alle caviglie
che erano trattenuti da bretelle che lasciavano spesso, scoperti i seni.
Sopra di questi veniva utilizzato un manto.
Durante il Nuovo Regno questo semplice indumento si arricchi' e si complico'
fino a diventare piu' lungo, a gonfiarsi e riempirsi sempre di piu' di pieghettature, sbuffi e rigonfi.
cosi' come era avvenuto per gli uomini



Gli abiti vennero inoltre arricchiti da mantelli o scialli di fine lino, quasi trasparenti,
che venivano annodati in vita, trattenuti da cinture.
In questo periodo compaiono la tunica 'a sacco' e i perizomi in pelle.
Siamo nel momento in cui l'Egitto e' il centro di un grande impero;
dal Vicino Oriente e dalla Nubia provengono oro e materie pregiate
e i tessuti si arricchiscono di decorazioni di tipo siriano e orientale.
Anche le dee vestivano alla stessa maniera, con vesti finissime che lasciavano intravedere le forme.



Oltre alle normali vesti utilizzate per la vita di tutti i giorni
c'erano degli abiti legati al ruolo sociale delle persone:
Il visir, per esempio, indossava un lungo abito che saliva fino a sotto le ascelle,
mentre alcuni sacerdoti portavano una stola durante le cerimonie
e altri si vestivano di una pelle di leopardo.



Il faraone vestiva abiti trapunti d'oro.
Pochi vestiti reali ben conservati sono giunti fino a noi,
ma nella tomba del faraone Tutankhamon sono stati ritrovati diversi capi del suo guardaroba
che comprendeva anche 27 guanti di stoffa finemente decorata con un laccio al polso,
perizomi triangolari di lino, sandali d'oro e una tunica
decorata con scene di caccia, grifoni e sfingi e
a Menfi un corsetto appartenuto a Ramesse III
decorato con una fascia policroma lunga alcuni metri
Importantissimo poi, per la ricostruzione del vestiario egizio,
il ricco corredo di stoffe rinvenuto nella tomba dell'architetto Kha
oggi conservato al Museo Egizio di Torino



I bambini in genere erano raffigurati nudi, ma e' improbabile che cio' avvenisse davvero
perche' in inverno in Egitto la temperatura si abbassa
e perche' sono stati ritrovati abiti da bambino.
La nudità dei bambini sembra cosi'essere legata ad una rappresentazione artistica
che denotava il loro status e l'eta'..



Tra i vari oggetti di uso quotidiano tipici degli antichi egizi,
vanno menzionati anche i parasole.
Generalmente gli ombrelli avevano la forma del loto o della palma.
Questi ultimi, assomigliavano ad altri oggetti piuttosto diffusi in Egitto: i ventagli.
Vista la necessita' di proteggersi dal sole durante i viaggi,
furono inventati gli ombrellini portatili.
Uno di essi, il seba, somigliava a una tenda:
era di tela, di forma rettangolare, e veniva fissato su un'intelaiatura
composta da due pali messi a croce, con un pezzo di tela che pendeva da un lato.
A reggerlo, era un lungo palo fissato all'intelaiatura.
L'ombrello di tela, invece, era simile a quelli che si vedono ancora oggi nei mercati egiziani.
Gli ombrelli compaiono gia' nelle tombe dell'Antico Regno (2686-2173 a.C.),
specialmente a partire dalla V dinastia (2494-2345 a.C.),
dove rappresentavano l'ombra del defunto.
Nel Medio Regno (2040-1786 a.C.), invece, essi venivano portati da donne
e facevano parte del cerimoniale.
La loro forma non muto' nel Nuovo Regno (1552-1069 a.C.).
Il nome seba era lo stesso del geroglifico che identificava la stella.
Gli ombrelli a forma di loto o simili alle foglie di palma erano comuni.
Essi venivano chiamati shut, che era lo stesso geroglifico
con cui si indicava il ventaglio con manico lungo.
Ombrelli e ventagli avevano forma simili, e spesso e' difficile distinguerli.
Essi avevano pero' funzioni diverse: l'ombrello serviva a proteggersi dal sole,
il ventaglio ad allontanare gli insetti e rinfrescare l'aria.
Se l'ombrello stava alle spalle del re, svolgeva entrambe le funzioni.
I ventagli, creati imitando le forme della natura, erano simboli di vita e di fecondita'.
I piu' diffusi avevano forma di loto e di palma: il primo veniva creato imitando le foglie del loto azzurro
ed era realizzato con giunchi o canne, mentre il secondo imitava le foglie della palma da dattero,
e veniva costruito con foglie o anche con piume di struzzo.
I ventagli a forma di ali di uccello erano frequenti nei rilievi della XI dinastia (2133-1991 a.C.),
come quello che compare tra le mani di una schiava sul sarcofago della regina Ashait.
L'importanza dei ventagli era simbolica e la decorazione era di carattere rituale.
Il ventaglio cerimoniale era solitamente sorretto da un "portatore di ventagli alla destra del re".
Questo oggetto, tra l'altro, era un simbolo di vita: esso rappresentava "l'ombra", componente essenziale di ciascuna persona.
Era credenza diffusa che i ventagli fossero i responsabili dell'invio
delle acque vivificanti del Nilo, che rendevano fertile la terra.
Il ventaglio e' rappresentato di frequente nell'iconografia reale:
esso appare, in genere, nelle mani di un portatore o di un occhio udjat,
che assiste il re o Osiride. Il ventaglio cerimoniale era destinato a offrire protezione al monarca
e, in modo simbolico, gli offriva "il soffio della vita".



Ai vestiti si aggiungevano gli ornamenti: reticelle di perle colorate,
lunghe cinture pieghettate, gioielli (collane, braccialetti, armille, anelli, orecchini, ecc.).
Tra gli accessori: sandali di papiro, parrucca e, eccezionalmente, guanti;
infine, trattandosi di re, di regine o di divinita', la corona.
Gli uomini e le donne, anche portando le vesti piu' sontuose, andavano a piedi nudi.
Al tempio ci si recava calzando sandali bianchi.
I sandali erano le calzature piu' diffuse: ne esistono di moltissimi modelli a seconda della moda.
Erano fatti in fibra di papiro, lino o cuoio.
Non è ancora ben chiaro, salvo rare eccezioni, in quali occasioni venivano usati:
vi sono raffigurazioni di faraoni che indossano sandali durante un'apparizione pubblica
ed altre in cui, nella stessa occasione, figurano scalzi.
Nell'Antico Regno le donne non sono mai raffigurate con i sandali.
Talvolta i dignitari calzavano dei sandali, che invece,
vennero portati piu' comunemente durante il Nuovo Regno.
Semplici sandali con la suola di scorza di palma o di papiro intrecciato
sono stati ritrovati,spesso molto ben conservati,
in tombe sia ricche che povere.
In alcune rappresentazioni si possono osservare scene
in cui accompagnatori, lavatori di piedi,  portano in mano i sandali dei loro signori.
Le calzature avevano per gli Egizi un significato speciale
e il materiale di cui erano fatte  indicava la ricchezza del proprietario.
I sandali usati dal sacerdote funerario dovevano essere bianchi, poiche' erano simbolo di purezza.
I sandali dei faraoni erano d'oro e rituali, ma probabilmente non erano usati spesso,
poiche' non erano comodi e potevano provocare ferite.
Sulle suole dei sandali reali erano disegnati prigionieri,
cosi', appoggiando i piedi, il faraone "calpestava" i propri nemici.
I sandali erano conosciuti gia'dall'Antico Regno (2686-2173 a.C.),
ma vennero usati soprattutto a partire dal Nuovo Regno (1552-1069 a.C.).
Il disegno era semplice, con la pianta piana piu' una lista che usciva tra le dita
e altre due collocate attorno alla caviglia.



Soltanto i sandali del faraone avevano la punta della suola alzata e girata indietro.
In genere la popolazione camminava scalza e portava i sandali in mano;
i furti delle calzature erano talmente frequenti che al tempo del faraone Unas,
della V dinastia (2494-2345 a.C.), la polizia tentava di prevenirli.



Complemento indispensabile della persona ben vestita erano
i braccialetti di perle di vetro colorate ai polsi per gli uomini,
ai polsi e alle caviglie per le donne



Gli orafi egizi raggiunsero una notevole perizia.
e si specializzarono nelle varie tecniche della lavorazione dell'oro
(filigrana,laminatura,sbalzo), ma i gioielli egiziani
sono famosi soprattutto per la loro policromia,ottenuta attraverso l'inserzione
di pietre dure, quali la corniola e il lapislazzuli.



Si praticava inoltre la tecnica del niello che consistente nel riempire
apposite incassature con smalto o pasta vitrea colorata.
Sia gli uomini che le donne di rango indossavano il collier detto usekh,
composto da piu' giri di perle, o le catenine d'oro
a cui erano sospesi numerosi pendenti.
Un segno di distinzione era l'anello a sigillo, il cui ampio castone
recava inciso il nome del proprietario oppure formule beneauguranti;
si trattava di sigilli personali che dovevano perennemente essere portati appresso
per timbrare documenti e garantirne l’autenticita'..
Questi sigilli erano sempre composti da una pietra incisa, e di solito raffiguravano,
assieme alla “firma” del proprietario, anche uno scarabeo;
all’inizio, nel timore di perderla, la pietra veniva bucata, fatta attraversare da un cordone e appesa o al braccio o al collo.
Ma il cordone spesso si spezzava, e fu quindi sostituito da un filo metallico;
poi, dato che per imprimere il sigillo bisognava premerlo con le dita,
si pensò che sarebbe stato più comodo indossarlo .
Come le pitture tombali, anche i gioielli rispondevano ad un gusto naturalistico:
decorazioni floreali, figure di animali reali e fantastici
decoravano ornamenti personali e amuleti.
Dalla XIX alla XXI dinastia, il gusto divenne meno raffinato
e i gioielli apparvero più "pesanti"
con applicazioni di vetro e faience ovunque, incastonature e placcature.
Comparvero, inoltre, gli orecchini, seguiti dagli anelli.
Esistevano numerose tecniche di decorazione,di filigrana, d'incastonatura, di colorazione e trattamento dei metalli;
lo studio di queste tecniche ha influenzato molto l'oreficeria moderna.









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