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EGIZI



MITOLOGIA

Le acque del caos

L'Enneade

Il nome segreto di Ra

Il mito di Osiride



Le acque del caos

La religione egizia era più ricca di simboli che di miti,
sebbene alcuni di questi fossero al centro di numerosi racconti,
che per lo più si tramandavano oralmente.
Certi miti, come quello dell'uccisione e resurrezione di Osiride,
venivano rappresentati durante cerimonie regali o riti religiosi.



Il compito della società egizia consisteva nel preservare l'ordine divino
instaurato dal Creatore, e l'idea di progresso non aveva posto nel pensiero egizio.
Il Creatore aveva molte forme e molti nomi, Ra, Ra-Atum, Amon-Ra,
Ra-Harakhte a seconda del periodo storico e del luogo;



ma tutte le fonti sono concordi nell'affermare che la Creazione era sorta
dall'abisso delle acque primordiali, chiamato Num
All'inizio, infatti, non c'erano che le acque del caos, sovrastate dal buio e dal silenzio
ma nelle loro profondità giaceva lo spirito informe del Creatore, padre e madre di tutte le cose.
Secondo una versione piuttosto comune, ad un certo momento dell'eternità
dalle acque si levò una collina, così come dopo l'inondazione, durante la calura estiva,
La collina fu la prima terraferma apparsa e costituì il luogo in cui lo spirito Creatore
poté rivestirsi di un corpo a forma di fenice, dal piumaggio fiammeggiante.



Con il suo grido il creatore spezzò il silenzio primordiale.



Secondo un altro mito, otto creature, con la testa di rana i maschi e di serpente le femmine,
nuotavano nelle acque del caos prima della Creazione; essi costituivano l'Ogdoade:
Nun e Naunet, divinità dell'abisso delle acque primordiali;
Heh e Hehet, divinità delle tenebre;
Amon e Amaunet, divinità dell'inconoscibile.
Essi si fusero formando il grande uovo da cui sarebbe uscito il Creatore.



Stando ad altre versioni ancora, l'uovo primordiale fu deposto sulla collina da un'oca,
i cui schiamazzi furono i primi suoni.
La Grande Starnazzante rimase sulla collina a covare l'uovo per innumerevoli ere
e alla fine il guscio si ruppe e ne usci una splendente fenice.
Le due metà del guscio separarono le acque del caos dando origine a uno spazio in cui il Creatore costruì il mondo.



Un'altra versione è quella della nascita del Loto primordiale dall'abisso;
il fiore lentamente si aprì e apparve un giovane dio seduto al centro.
Il fanciullo era Nefertem, il Creatore, il dio Sole, fonte di ogni vita.



Ogni sera il loto sprofonda sott'acqua per risalire in superficie all'alba,
come il Loto primordiale che divideva la notte dal giorno.



Quale sia la forma attribuita al Creatore, tutti i miti sono concordi nell'affermare che,
mentre giaceva nell'abisso delle acque primordiali,
era consapevole della solitudine e bramava di condividere il nuovo mondo con altri esseri.
quindi cominciò a creare gli esseri viventi pronunciando i loro nomi
A Eliopoli, i sacerdoti chiamavano il Creatore Ra-Atum;
egli aveva un solo occhio perché dopo ere di solitudine,
questi espettorò Shu, dio dell'aria, e Tefnut, dea dell'umidità,

        

ma per lungo tempo continuò a stare solo perché Shu e Tefnut si smarrirono nelle acque del caos.
Allora il Creatore mandò il suo occhio alla loro ricerca.
L'occhio diventò così la figlia di Ra-Atum, Hathor, che ben presto trovò nelle tenebre i fratelli e li portò al padre.



In segno di riconoscenza, il dio Sole pose l'Occhio sulla propria fronte in forma di grande cobra,
il serpente ureo, conferendo alla figlia potere sui suoi nemici;
da quel momento sia gli dei sia gli uomini l'avrebbero temuta.



Poi Ra-Atum abbracciò, piangendo di gioia, i suoi primi figli, Sha e Tfnut e mentre li teneva stretti a sé,
il suo spirito penetrò in loro ed essi e tutti gli dei nati successivamente condivisero la divinità del Creatore.



L'ENNEADE

Shu e Tefnut, i primi figli di Ra-Atum, si amarono e Tefnut partorì due gemelli,
dapprima Geb, dio della terra, poi Nut dea del cielo.



I due fratelli si amarono anch'essi e per molte ore giacquero abbracciati,
con la conseguenza che tra loro non c'era abbastanza spazio perché qualcosa potesse vivere e crescere.



Atun si ingelosì del grande amore di Nut per Geb e ordinò al loro padre Shu di separarli.
Il potente dio dell'aria calpestò Geb sotto i propri piedi, quindi sollevò Nut sulle palme delle mani,
tenendola sospesa sopra il fratello.



Sebbene Nut fosse, incinta, Ra-Atum la maledisse, impedendole di partorire in qualsiasi giorno dell'anno.
Geb si agitava sotto i piedi del padre, Nut si chinava su di lui, ma non potevano raggiungersi.
Nel frattempo il Creatore aveva dato vita a molti altri esseri, tra cui Thot,



il più sapiente degli dei, che alla vista del bel corpo di Nut inarcato sopra il mondo
ne provò amore e pietà; decise di aiutarla, e a tale scopo inventò il gioco della dama
sfidando gli dei e mettendo in palio il tempo.



Un po’ alla volta il dio sapiente riuscì a guadagnare abbastanza tempo da completare cinque giorni.
Dal Creatore la lunghezza dell'anno era stata fissata in trecentosessanta giorni,
ai quali Thot aggiunse i cinque vinti che non erano coperti dalla maledizione di Ra-Atum;
e così Nut poté finalmente partorire.
Il primo giorno diede alla luce un figlio già incoronato che ebbe nome Osiride;
il secondo giorno partorì Horo e il terzo, tra molte doglie Seth.
Il quarto e il quinto due femmine, Iside e Nefti.
Osiride e Iside si erano innamorati l'uno dell'altra già nell'utero materno e divennero marito e moglie.



Anche Seth e Nefti si sposarono, ma senza che tra loro nascesse amore.
Le due figlie di Nut erano assai diverse: Iside intrepida e astuta
più saggia di milioni di uomini assieme, e quindi signora della Magia;
Nefti tutta bontà e gentilezza.
Ancora più diversi erano i fratelli Osiride e Seth;
il primo bello, nobile e generoso, mentre Seth aveva la testa di una bestia selvatica,
era malvagio e non perdonava a Osiride di essere il primogenito
e quindi destinato al trono.
Ra-Atum, Shu e Tefnut, Geb e Nut, Osiride e Iside, Seth e Nefti, erano considerati i nove grandi dei dell'Enneade.



Dopo aver creato molte altre divinità e aver riempito terra e cielo di spiriti e demoni,
il Creatore produsse l'Uomo.
Secondo alcune versioni, l'umanità era nata dalle lacrime di gioia sparse da Ra-Atum
quando aveva ritrovato Shu e Tefnut,
mentre secondo altri il primo uomo era stato plasmato da Khnum,



il dio dalla testa d'ariete, con la sua ruota da vasaio.
Dopo averli vivificati con il proprio alito, il Creatore diede agli uomini
una terra in cui vivere, il regno d'Egitto,
da lui protetto con il deserto, ma fertilizzato in parte dalle acque del Nilo.
Creò poi gli altri paesi, per i quali mise un Nilo nel cielo che chiamò pioggia.
Istituì stagioni e mesi, coprì la terra di piante e fiori,
creò insetti e pesci, uccelli e quadrupedi.
Ogni giorno Ra-Atum percorreva a piedi il proprio regno;
attraversava il cielo sulla Barca dei Milioni di Anni, e alla vista del Sole
le creature viventi in Egitto si rallegravano e lodavano il loro Creatore.



Per tenere lontane le forze del caos e far trionfare l'ordine e la giustizia sulla terra,
Ra inventò le monarchie; lui stesso fu il primo e massimo re d'Egitto,
e lo governò felicemente per innumerevoli secoli.



IL NOME SEGRETO DI RA

Ra l'unico Creatore era visibile agli Egizi sotto forma di disco solare,
ma era noto anche sotto altre forme, come uomo coronato, falco o uomo con la testa di falco;
inoltre era raffigurato anche come scarabeo stercorario
che faceva rotolare il Sole attraverso il cielo.



In caverne sotterranee erano nascoste altre settantacinque forme di Ra,
esseri misteriosi dai corpi mummificati e dalle teste a forma di uccelli, serpenti, piume e fiori.
Altrettanto numerosi erano i nomi di Ra: lo splendente, il Nascosto, il Rinnovatore della Terra,
il Vento nelle Anime, l'Esaltato, ecc. ecc.;
ma c'era un suo nome che mai era stato pronunciato dall'inizio dei tempi.
Conoscerlo sarebbe equivalso ad avere potere su di lui e sul mondo da lui creato.
Iside aspirava a tale potere, al potere sul Creatore e sul mondo da lui creato;
il suo sogno era quello di concedere tale potere a suo figlio Horo,
un bellissimo figlio dalla testa di falco, e desiderava il trono di Ra per donarlo a lui.



Iside era la dea della Magia e con la sua astuzia escogitò un piano
per farsi rivelare il nome segreto di Ra.
Sapeva benissimo che nulla nel creato era forte abbastanza per vincere il Creatore;
non le restava dunque che volgere il potere di Ra contro se stessa,
e concepì un piano crudele.
Un mattino Iside si unì al corteo che accompagnava sempre Ra quando percorreva il suo regno;
ormai Ra si era fatto vecchio e stanco, i suoi passi erano malfermi e incominciava a sbavare.
Iside lo teneva d'occhio e appena vide cadere una goccia di saliva su di una zolla d'argilla,
la raccolse, la plasmò sotto forma di serpente e su di lui riversò
incantesimi per tutta la durata dell'oscurità.
Poi lo portò a un incrocio della strada che il dio Sole avrebbe percorso e lo nascose nell'erba.
Quando il giorno dopo Ra giunse all'incrocio, gli incantesimi di Iside incominciarono ad avere effetto.
Il serpente prese vita e morse Ra alla caviglia; al morso Ra lanciò un urlo
che si udì per tutto il creato.
Si accorse che era stato ferito da qualcosa di letale e non riusciva a capire
cosa avesse potuto colpire la sua persona, dato che era lui
l’unico creatore; eppure sapeva che quella cosa l’avrebbe ucciso.
Decise così di mandare a chiamare l'Ennade dato che loro
erano versati nella magia e solo loro avrebbero potuto aiutarlo.
I messaggeri corsero dai grandi dei e l'Ennade giunse ai quattro pilastri del Mondo,
mentre altri inviati percorrevano Terra, Cielo e Abisso per convocare tutte le divinità create da Ra.
Dalle paludi giunsero Keket il dio dalla testa di rana, Wadjet la dea cobra,
e Sobek il terribile dio dalla testa di coccodrillo.
Dai deserti vennero l'implacabile Selkis la dea scorpione,
Anubis lo sciacallo guardiano dei morti, e Nechbet la dea avvoltoio.
Dalle città del Nord vennero il bellicoso Neith, la dolce Bastet dalla testa di gatto,
Sekmet dalla testa leonina e Ptah il dio delle arti e dei mestieri.
Dalle città del Sud giunsero Onuris, il divino cacciatore, e Khunum
dalla testa di ariete insieme con Anukis sua moglie e Satis sua figlia.
E arrivarono anche l'astuto Thot e la saggia Seshat, dea della scrittura,
Renenutet, la dea delle messi dalla testa di serpente,
il gentile Meskhenet e la mostruosa Taueret, dea del parto.
Tutti gli dei si raccolsero intorno al dio Sole piangendo e disperandosi
perché temevano che morisse e tra loro anche Iside
che si batteva il petto e si fingeva disperata più di tutti gli altri.
Rivolgendosi al padre disse: «Padre che ti è accaduto? Ti ha morso un serpente?
Quale perfida creature ha osato colpire il suo Creatore?
Pochi Dei mi stanno alla pari per saggezza e io sono la signora della Magia».
Ra le fu molto grato e le riferì l'accaduto,
«Dimmi il tuo nome segreto, disse Iside, perché io possa usarlo nei mie incantesimi,
altrimenti nessuna magia potrà esserti di aiuto».
«Io sono il Creatore del cielo e della terra, disse Ra,
io ho fatto le altezze e la profondità, ho posto orizzonti a est e a ovest,
ho insediato gli dei nella loro gloria.
Quando apro gli occhi è luce, quando li chiudo è buio.
Il Nilo possente fluisce al mio comando. Gli dei ignorano il mio vero nome,
ma io sono il Creatore del tempo, colui che concede le feste».
«Lo sappiamo benissimo, disse Iside, ma per escogitare un incantesimo
che ti guarisca devo servirmi del tuo nome segreto».
Ra gemette e replicò: « Il mio nome segreto m'è stato dato
perché non dovessi temere nessuna creatura vivente. Come posso rivelartelo?».
Intanto però i suoi tormenti diventavano sempre più insopportabili
e finalmente il dio ordinò agli altri dei di allontanarsi
mentre sussurrava il proprio nome segreto a Iside e soggiungeva:
«Ora il potere del mio nome segreto è passato dal mio al tuo cuore.
Un giorno lo darai a tuo figlio, ma ingiungigli di non rivelarlo».
Iside pronunciò allora un incantesimo che guarì Ra
rendendolo più forte di prima e gridò di gioia:
il suo piano era riuscito e suo figlio Horo un giorno
si sarebbe seduto sul trono d'Egitto esercitando il potere di Ra.



IL MITO DI OSIRIDE

Osiride era il mitico dio protettore degli Egiziani.
Aveva insegnato loro a lavorare la terra, a coltivare la vite,
ricavandone il vino e l'orzo, traendone la birra.
Aveva anche mostrato loro come forgiare i metalli.
Sua sorella e sposa era Iside. A lei si doveva l'istituzione della famiglia
e l'insegnamento alle donne della tessitura e del ricamo.



I due sposi regnavano felici sull'Egitto.
Ma la sorte aveva in serbo una sorpresa per loro.
Il loro malvagio fratello Seth, geloso del loro successo aveva ordito un inganno ai danni del fratello Osiride.
Aveva fatto preparare un ricco scrigno, promettendo che ne avrebbe fatto dono a chiunque,
entratovi, l'avesse occupato interamente con il proprio corpo.
Lo scrigno aveva le misure esatte di Osiride.
Osiride cadde nel tranello ed entrò nello scrigno-trappola preparato per lui.
Subito Seth e i suoi complici serrarono il coperchio e gettarono lo scrigno nel Nilo.



A questo punto cominciarono le peregrinazioni di Iside alla ricerca del corpo del marito.
Durante uno dei suoi viaggi venne a sapere che lo scrigno era stato trasportato
dalla corrente del Nilo fino al mare.
Qui, giunto a Biblo, si era arenato vicino a un cespuglio.
Il cespuglio, come per incanto, si era allora trasformato in una splendida acacia,
racchiudendo nel suo tronco lo scrigno.
Il re di Biblo aveva visto l'albero e l'aveva fatto tagliare, ricavandone una colonna per il suo palazzo.
Iside, giunta a Biblo, tutte le notti si trasformava in rondine
e svolazzando intorno alla colonna lanciava grida strazianti a cui però nessuno faceva caso.
Allora, dopo essere divenuta governante del figlioletto del re,
riuscì ad avere in dono lo scrigno.
Apertolo cercò di ridare vita allo sposo, ma invano.
É in questo momento che rimase fecondata da Osiride, quando,
trasformatasi in falco, fece vento con le ali sul corpo senza vita dello sposo.



Nascose allora la bara a Buto, in un luogo paludoso.
Ma il malvagio Seth, mentre andava a caccia, trovò la bara del fratello
e lacerò il corpo in quattordici pezzi che poi disperse.
Iniziò allora la ricerca di Iside delle parti del cadavere dello sposo.
Furono tutte recuperate tranne il membro virile, mangiato dall'ossirinco del Nilo.
In ognuna delle città dove furono recuperate le parti del corpo di Osiride sorse un tempio.
Ricomposto il corpo di Osiride con l'aiuto della sorella Nefti, cercò di ridargli la vita.
Il tentativo riuscì a metà, perchè Osiride ricominciò a regnare ma non più sulla terra,
bensì sul Sito che è oltre l'Occidente, l'oltretomba.
A quanto pare per gli Egizi, Osiride salito in cielo sarebbe identificabile con la costellazione di Orione,
verso la quale sono orientati tutti i monumenti funebri, comprese le piramidi.
Le tombe si trovano tutte sulla sponda ovest del Nilo, in omaggio al regno dell'Occidente di Osiride.
Il giorno della morte di Osiride sarebbe il 17:
è da allora che il 17 avrebbe assunto il suo significato funesto.
Iside diede alla luce un figlio, Hòrus che, volendo vendicare il padre, condusse una lunga lotta contro Seth.
Una volta adulto, spodestò il crudele zio dal trono, dopo una lotta in cui perse un occhio e Seth i testicoli.
Con la sua vittoria su Seth, Horus diventò il nuovo sovrano di tutto l’Egitto, per merito del costante aiuto della madre.



Le lotte fra Horus e Seth adombrano le lotte predinastiche fra i due grandi partiti che raggruppavano,
l'uno, i partigiani di Horus, nel Basso Egitto, l'altro, i partigiani di Seth, nell'Alto Egitto.





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