TERZA TESTIMONIANZA

Testimonianza di una crocerossina
Durante la prima guerra mondiale sono andata al fronte
come crocerossina ed ho visto tanti soldati soffrire
e tanti morire.
Mi chiamo Nina e ogni giorno vedo di tutto:
soldati che soffrono, perché gli manca una gamba, altri per un braccio.
Ogni giorno do me stessa per non farli soffrire e faccio di tutto.
Tutto iniziò il 24 Maggio 1915 quando entrammo in guerra;
da quel giorno ho visto soldati giovanissimi che hanno perso la vita,
oppure un occhio, una mano o peggio.
Ogni volta che i soldati vanno in battaglia dico sempre una preghiera
per loro, per poterli in qualche modo proteggere da questa guerra
che di continuo toglie loro la vita.
Alcune volte riesco a parlare con qualche soldato
e cerco di capire un po’ la situazione.
La maggior parte di loro, quando stanno per andare in battaglia,
dicono che la morte li sta aspettando.
Questi soldati non mangiano tanto e neppure riposano un granché;
devono stare sempre con la testa abbassata perché appena qualcuno
solleva leggermente il capo, corre il rischio che il nemico
gli spari un colpo dritto al cervello.
In pratica questi soldati stanno sempre con il terrore
che da un momento all’altro possano essere uccisi.
Fare la crocerossina mi piace molto, perché mi piace
aiutare la gente che ha bisogno, soprattutto i soldati,
che di continuo vengono feriti e le ferite,
la maggior parte delle volte, sono ferite gravi.
Quando osservi lo sguardo o gli occhi di un soldato
che sta soffrendo e ti guardi intorno,
capisci già dove sei e in che mondo vivi.
Guardo ogni soldato che è stato ferito, quei suoi occhi
tristi pieni di sofferenza,
che vogliono dire qualcosa, che vogliono parlarti di quello
che gli è accaduto e il dolore che sta sopportando.
Quando vedo queste cose mi attacco sempre di più a Dio
perché credo che lui con il suo aiuto possa proteggere
i soldati dalle guerre e da ogni male,
possa fare in modo che i soldati giovani possano
tornare alle loro famiglie.
In tutti questi mesi ho capito tante cose:
come stanno i soldati nelle loro trincee,
cosa provano quando vanno in battaglia
e tante altre cose.
L’unica cosa che io posso fare per loro
è di farli guarire dalle loro sofferenze
e pregare Dio per fargli avere una vita migliore.

Yvonne Storaci III D(2005-06)









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